È quasi ironico parlare di un titolo uscito lo stesso anno in cui sono nato, ancora più ironico è il fatto che io lo abbia giocato ben 18 anni dopo la sua uscita. Eppure, Chrono Trigger è uno dei videogiochi a me più cari e rimane l’unica opera che fa a cazzotti con quel capolavoro di Metal Gear Solid 3 per aggiudicarsi il primo posto nella mia personale classifica videoludica. Ma non è proprio questo lo scopo di questa rubrica? Parlare di videogiochi “vecchi” che però ancora oggi brillano e rimangono preziosi come l’oro.
Chrono Trigger fa la comparsa nel mercato videoludico nel 1995. Sviluppato e prodotto da Square, esce prima in Giappone per il Super Famicon per poi approdare negli Stati Uniti per SNES. Solamente nel suo anno di uscita, il titolo vendette quasi 3 milioni di copie in tutto il mondo, un risultato incredibile. La ragione del suo successo non è assolutamente casuale, basti pensare alle menti che ci hanno lavorato: Hironobu Sakaguchi, il creatore di Final Fantasy; Yūji Horii, un game designer indipendente e autore di Dragon Quest; e Akira Toriyama, disegnatore e creatore di Dragon Ball, nonché il designer dei personaggi e delle creature che popolano il mondo di Dragon Quest.
Immagino non serva aggiungere altro per capire che il “Dream Team”, così lo definì Square stessa, fosse una garanzia per creare un JRPG che sarebbe stato in grado di rivoluzionare il genere.
Insomma, Chrono Trigger è frutto di una volontà ben precisa, mirata a creare un’opera che sarebbe rimasta nell’olimpo dei videogiochi per sempre.
Passato, presente e futuro
Nel regno di Guardia si sta celebrando la Fiera del Millennio, una festa che celebra i 1000 anni del regno: le persone festeggiano per le strade e il cielo viene colorato dalle luci dei fuochi d’artificio e dai palloncini che volano liberi. Nel frattempo Crono, il nostro protagonista, se ne sta a letto e, come ognuno di noi ha sperimentato almeno una volta nella propria vita, viene svegliato bruscamente dalla madre. Così ha inizio la nostra avventura.
Facciamo immediatamente la conoscenza di uno dei nostri membri del party, Lucca, una giovane inventrice piena di energia e di positività, che non vede l’ora di scoprire le meraviglie che la Fiera del Millennio ha da offrire. Una volta giunti nel pieno della festa, più precisamente nella piazza centrale della città, i due amici fanno una terza conoscenza: Marle, una ragazza vivace e cordiale che si aggiunge al gruppo per visitare il resto della Fiera.
Non ci vuole molto prima che i toni scherzosi e fanciulleschi regalati dalla festa cittadina si tramutino in qualcosa di più serio e grave. Per una serie di eventi i tre protagonisti vengono catapultati indietro nel tempo e la giovane Marle scompare. Finalmente Chrono Trigger scopre le sue carte e rivela il tema centrale dell’intera opera: il Tempo.
I nostri protagonisti scopriranno che l’intera esistenza è messa a rischio dall’arrivo di un mostro alieno chiamato Lavos, un’entità capace di distruggere tutto il creato, che sia presente, futuro o passato. Per impedire che ciò accada dovremo viaggiare nel tempo per le varie epoche e finiremo per visitare gli stessi posti ma a distanza di centinaia di anni. Preistoria, Medioevo e un futuro distopico fanno da sfondo a un’avventura che non perde tempo in dialoghi futili, ma comunica al giocatore l’essenziale in modo magistrale e ciò si traduce in una profonda chiarezza narrativa.
La storia poi, riserva alcuni dei colpi di scena migliori che io abbia mai visto all’interno di un JRPG, così talmente ben realizzati che giochi come Final Fantasy 7 e Dragon Quest 11 ne hanno preso ispirazione.
Chrono Trigger ci insegna che il tempo è realmente la sola moneta della nostra vita, sta a noi decidere come spenderlo e soprattutto con chi farlo. Crono e i suoi compagni dimostrano che ogni gesto di gentilezza e di amore verso il prossimo verranno sempre ripagati, perciò dedicare il proprio tempo per qualcuno e per i suoi problemi è l’atto più nobile che si possa intraprendere, non importa quale sia il prezzo da pagare.
“Riportare indietro quelli che amiamo, è questo quello che tutti vogliono”
Dopo aver discusso dell’importanza dei rapporti umani in Chrono Trigger, mi sembra doveroso aprire una parentesi sulle personalità che ci accompagneranno lungo il nostro viaggio. Come in ogni JRPG che si rispetti, il giocatore dovrà gestire un party composto da vari personaggi che incontreremo nel corso dell’avventura.
In questo caso è il design dello studio Bird di Toriyama a fare la differenza: la rappresentazione degli eroi rimane ancora oggi una delle più carismatiche e uniche dell’intero genere. Le espressioni facciali, le pose e gli abiti contribuiscono a delineare chiaramente le diverse sfaccettature dei personaggi, rendendoli immediatamente riconoscibili e affascinanti per i giocatori. Ma andiamo più nel dettaglio:
- Crono è il vero protagonista della storia e avatar del giocatore. Incarna l’ideale eroe senza macchia, pronto a sacrificarsi per gli amici e per le persone che ama. Combatte utilizzando una katana, ma ha anche la possibilità di usare dei poteri magici di luce ed elettricità, che possono potenziare gli attacchi fisici.
- Lucca, come ho accennato in precedenza, è un’inventrice e la migliore amica di Crono. Durante il combattimento userà una pistola di sua invenzione e degli attacchi magici elementali di fuoco.
- Marle è una ragazza dalla forte grinta e da uno spirito indomabile. Potrà colpire i nemici con la sua balestra e con gli attacchi magici di ghiaccio, ma la sua vera forza risiede nel suo ruolo da healer, che le permette di utilizzare potenti incantesimi di cura.
- Frog è assolutamente il mio personaggio preferito e come si evince dal nome è un uomo-rana. Facciamo la sua conoscenza nel periodo medievale e nasconde la storyline più emozionante dell’intero titolo. In combattimento sfrutta le sue abilità da guerriero per colpire con potenti attacchi melee i suoi avversari.
- Robo è l’unico personaggio non umano del party. Come Frog, la sua natura può essere facilmente compresa dallo stesso nome. Il nostro personaggio è a tutti gli effetti un robot proveniente da un futuro distopico. Può fare affidamento sulle sue braccia robotiche per schiacciare i nemici con attacchi standard e può utilizzare un raggio laser come magia oscura.
- Ayla è “l’ultimo” personaggio del party, una forzuta donna guerriera proveniente dal periodo preistorico. Sicuramente è il personaggio meno interessante del party ma rimane una buonissima spalla comica per bilanciare i momenti scherzosi con quelli cupi e seri. Non avendo nessun potere magico, utilizza potenti attacchi melee ad alto damage output.
Un JRPG che mostra ancora i muscoli
Parliamo adesso dell’aspetto centrale di Chrono Trigger: il suo gameplay. Giocandolo sono rimasto stupito da quanto questo titolo sia stato avanti per il suo tempo. In un periodo dove nelle case dei giocatori c’erano più JRPG che capelli, riuscire a creare un prodotto che si distinguesse così tanto dagli altri non era impresa facile. Eppure eccoci qua.
Da dove iniziare? Innanzitutto parliamo di un elemento critico, la durata. Per finire Chrono Trigger ci vogliono poco più di 25 ore, facciamo 35 se consideriamo tutti i contenuti secondari. La cosa fu molto criticata al tempo, ma a parer mio non venne presa in considerazione la visione del Dream Team, che puntò tutto sulla rigiocabilità del titolo più che sulla sua durata effettiva. Il capolavoro di Square, infatti, conta ben tredici finali diversi. Un elemento che al tempo era una vera e propria anomalia. Se poi consideriamo che il sistema di scelte si intreccia alla perfezione con le storie dei personaggi e con i vari periodi storici, il risultato è qualcosa che viene proposto raramente, anche nei nostri giorni.
La struttura di base del gameplay non si discosta molto dai classici del genere, ma apporta delle modifiche che la rendono molto più godibile e soddisfacente. Per fare un esempio, durante l’esplorazione non troveremo mai incontri casuali: ogni nemico è ben visibile sullo schermo e avremo la possibilità di schivarlo a nostro piacimento. Una meccanica tanto semplice quanto rivoluzionaria.
Come da tradizione, ogni personaggio può essere equipaggiato con armi, armature e items di diversa utilità. Inoltre avremo la possibilità di scegliere le tecniche e le abilità che più ci aggradano, potenziabili all’aumentare del livello.
Il combat system si basa sul sistema a turni ATB ed è molto classico nella sua impostazione di base. Ciò che lo rende unico però è la mole di abilità che avremo a disposizione, unita alle tecniche da usare in congiunzione con gli altri compagni: ogni personaggio ha a disposizione un’azione speciale, che sfrutta la presenza degli altri eroi per generare effetti unici. In questo modo la formazione del party dà vita a innumerevoli combinazioni che incentivano l’utilizzo di ogni protagonista all’interno della propria squadra.
Una colonna sonora senza tempo
Eccoci alla ciliegina sulla torta. Posso tranquillamente dire che l’OST di Chrono Trigger sia la mia preferita in assoluto. Ho addirittura dedicato una parete della mia casa a questa opera meravigliosa (ebbene sì, ho 4 vinili del gioco di Square appesi in salotto). Come ogni elemento del capolavoro nipponico nulla è lasciato al caso e nemmeno la colonna sonora.
Composta principalmente da Yasunori Mitsuda, con il contributo del leggendario Nobuo Uematsu, il gioco frammenta le varie composizioni in ogni area del gioco: la Fiera del Millennio ha il suo tema, così come la foresta e il castello del regno di Guardia. Ognuna delle tracce ha una personalità e uno stile unico, sembra impossibile aver creato qualcosa del genere sui semplici chip del Super Famicon, che non permettevano chissà quale dinamismo musicale. Eppure Mitsuda riesce a spaziare da genere a genere, includendo tracce melodiche e corali come Manoria Cathedral, fino ad arrivare a tracce dal sound etereo e misterioso come Corridors of Time.
Insomma, più che la ciliegina sulla torta direi che si stia parlando di un’altra bella fetta di dolce da accompagnare a tutto il resto, magari anche con una spruzzata di panna montata.
Conclusioni
Da come avete potuto constatare, Chrono Trigger occupa un posto speciale nel mio cuore, un’opera che è in grado di emozionarmi e di riportami indietro in un tempo nel quale le software house sperimentavano e creavano prodotti unici, destinati a cambiare per sempre il medium. Il titolo di Square rimane ad oggi un capolavoro indiscusso in ogni suo elemento, che affronta con grazia temi moderni come l’ambientalismo e il pacifismo, intrecciando il tutto con un gameplay meraviglioso e una grafica, sì, figlia del suo tempo, ma che rimane più che godibile.
Per concludere mi voglio rivolgere a Square Enix stessa a nome di tutti i fan: ma ‘sto remake lo facciamo oppure no? Grazie.