Torniamo a parlare di Old But Gold e questa settimana lo facciamo con un titolo che avrebbe dovuto ricevere più encomi di quelli che gli sono spettati. Sto parlando di Vanquish, titolo uscito nel 2010 per PlayStation 3 e Xbox 360, e poi approdato su PC nel 2017.
Se non sai di cosa stiamo parlando facciamo giusto giusto un rapido ex cursus: Vanquish è un videogioco d’azione in terza persona sviluppato da PlatinumGames e pubblicato da Sega. Caratteristica fondamentale del titolo è il suo gameplay frenetico e ricco di adrenalina, unito a una trama avvincente (che purtroppo sa di già visto ndr.) e una grafica mozzafiato.
Vanquish e la parte narrativa
Ci immergiamo in un futuro distopico dove la Terra è sotto il dominio della GBI, una spietata corporazione interplanetaria. Il giocatore veste i panni di Sam Gideon, un agente della DARPA inviato sulla stazione spaziale orbitale Providence per contrastare un attacco alieno da parte dei Reapers, creature ostili e potenti. Ho voluto parlare subito della parte narrativa del titolo proprio perché quella più debole. Infatti la caratterizzazione dei personaggi risulta un po’ blanda, accompagnata da battute troppo da film e poco pratiche.
L’unico personaggio realmente caratterizzato, nella sua sfacciataggine e arroganza è proprio Sam che, costretto a doversi fare carico da solo di tutti i problemi della DARPA si mostra al giocatore, tra un combattimento e l’altro, tirando giù il casco della sua tuta fantascientifica il tempo necessario per accendersi l’ennesima paglia. Un po’ cafone sicuramente da parte sua ma assolutamente d’effetto. La storia un po’ banale e che sa di già visto fa il suo lavoro senza lasciare un segno indelebile nella nostra anima videoludica ma è a livello di gameplay che Vanquish mostra veramente i muscoli.
Quei motori diesel di una volta
Con il suo gameplay dinamico e frenetico, che incoraggia i giocatori a muoversi rapidamente e ad essere aggressivi il titolo regala intense sessioni di shooting accelerato, e quando dico accelerato non scherzo. Posso dire quasi con certezza che il me videogiocatore giovane e imbarazzato apprezzò tantissimo la possibilità di correre e scivolare brandendo il mio fucile come un pazzo a metà strada tra un’assaltatore di Starship Troopers e un folle Max Payne in tuta attillata e mega tecnologica.
La meccanica centrale del gioco è il “Boost Mode”, che permette a Sam di accelerare, correre sui muri, rallentare il tempo e scatenare mosse acrobatiche letali. Da qui si evince il mio riferimento al buon vecchio Max Payne, almeno per quanto riguarda il rallentamento del tempo (bullet time ndr.).
Il gioco offre un arsenale variegato di armi futuristiche, da fucili d’assalto e mitragliatrici a lanciagranate e armi ad energia. Ogni arma ha caratteristiche e poteri unici, che il giocatore può potenziare e personalizzare nel corso dell’avventura. Oltre alle armi, Sam dispone di abilità speciali come la “Focus Mode”, che aumenta la precisione e la potenza di fuoco, e la “Overdrive Mode”, che scatena un’ondata di energia distruttiva.
Vanquish mette il giocatore di fronte a una varietà di nemici, dai soldati GBI standard ai potenti Reapers. Ogni tipo di nemico presenta le proprie debolezze e i propri punti di forza, costringendo il giocatore ad adottare strategie differenti per sconfiggerli.
Il gioco propone un’ampia gamma di sfide, tra missioni narrative impegnative, orde di nemici da affrontare e boss epici da superare. La difficoltà è ben calibrata e offre un’esperienza gratificante sia ai giocatori esperti che a quelli meno abili. Chiaramente più si aumenta il livello di sfida più quest’ultima diviene impegnativa.
Ricordo come fosse ieri che l’ultimo trofeo da sbloccare per ottenere il tanto agognato platino era quello che prevedeva di completare tutte le sfide e, chiaramente, mi sono arenato sull’ultima non riuscendo di conseguenza a ottenere la coppetta, che triste storia la mia.
Il gioco vanta una colonna sonora fantascientifica composta da Masafumi Ueda, che contribuisce a creare un’atmosfera elettrizzante e adrenalinica. Il design artistico è ispirato al cyberpunk giapponese, con ambientazioni futuristiche e un’estetica ricca di neon e contrasti.
E dire che allora…
Vanquish è un’esperienza di gioco unica e memorabile, che combina un gameplay frenetico e ricco di azione con una trama un po’ banale ma comunque godibile e un’atmosfera cyberpunk coinvolgente. Il titolo si distingue per il suo design innovativo, la grafica mozzafiato e la colonna sonora fantascientifica che, ai tempi, spaccava sicuramente la mascella della maggior parte dei videogiocatori.
Vanquish è un titolo che mi ha emozionato da giovane videogiocatore, la velocità e l’elasticità del gameplay è stata per me eguagliata solo da Titanfall 2 che, con le sue acrobazie e corse sui muri, rimane allo stato attuale uno dei titoli più divertenti degli ultimi anni.