In questa storia andremo a scoprire come la sfrenata pubblicità e la potenza di Mattel, combinata al coraggio di Nintendo, se messi insieme, possono dare vita ad uno dei migliori flop della storia dei videogiochi.
Come in ogni storia di fantascienza che si rispetti, anche in questa entra in gioco la NASA. Fu grazie ad essa che nel 1984 Tom Zimmermann, Jason Lanier e Steve Brysone idearono e realizzarono una periferica che permetteva agli utilizzatori di interfacciarsi alla strumentazione tramite gesti manuali, sfruttando una connessione a fibre ottiche.
Una storia fantastica e come affondarla
Inutile dire che il progetto venne presto accantonato; nonostante l’idea su carta suonasse rivoluzionaria per quei tempi, i risultati pratici non corrispondevano agli sforzi fatti per realizzare lo strumento ed utilizzarlo.
Fu a quel punto che il più grande colosso del mondo dei giocattoli, Mattel, vide l’opportunità di traslare al focolare domestico gli studi fatti da una nicchia scientifica.
L’azienda aveva bisogno di qualcosa su cui impiegare questa tecnologia, e cosa meglio di una console da gioco? Purtroppo, anche se Mattel ha sempre amato i giochi elettronici, non c’era una piattaforma in uscita da poter dedicare interamente al nuovo sistema.
Per fortuna all’epoca Mattel era distributrice, guarda caso, della console 8-bit più venduta di quel periodo: il mitico Nintendo Entertainment System, sempre chiamato da grandi e piccini NES.
Nacque così il Power Glove, il futuro era entrato con forza nelle case di tutti, nulla sarebbe stato più come prima. O almeno, questo era quello che speravano le due aziende per il loro guanto.
Tecnologia nascosta nel Guanto del Potere
Nel Power Glove sono presenti principalmente due tecnologie, la prima legata alle dita, la seconda al rilevamento nello spazio.
Per quanto riguarda il controllo con le dita, sopra a pollice, indice, medio e anulare sono collocate delle strisce che poggiano su superfici con diversa resistenza elettrica: piegandole, la striscia si muove e varia la quantità di energia che il controllor riceve. Sono presenti 4 superfici per dito, per un totale di 2 bit a dito: quindi è possibile la gestione di 8 bit.
Inoltre, come detto, il Power Glove è in grado di determinare la posizione nello spazio della mano grazie a due emittori di ultrasuoni montati sopra il polso. Il ricevitore si compone di tre microfoni che, triangolando i segnali ricevuti, calcolano la distanza e la rotazione della mano. Si hanno quindi informazioni per la posizione e il movimento di rolling del polso, per un totale di altri 4 bytes. Il resto dei byte trasmessi dal guanto è relativo ai pulsanti presenti sull’avambraccio.
Il guanto è anche dotato, nella posizione dell’avambraccio, di una serie di pulsanti numerati da 0 a 9, di due pulsanti principali A e B e dei pulsanti del NES (START, SELECT e pad di movimento).
Sia per l’elevata velocità di trasferimento dati non criptati sia per l’ergonomia, uno dei vantaggi dati dall’utilizzo del Power Glove doveva essere, a detta dei produttori, che i bambini (allora spesso i maggiori fruitori del NES) avrebbero abbandonato addirittura i classici pad per poter così sviluppare un intero mondo di realtà virtuale, con circa 20 anni di anticipo.
Peccato però che per renderlo accessibile a tutti, ad un prezzo iniziale di circa 100 $, la qualità dell’hardware e la quantità di connessioni e resistenze interne fu ridotta di molto e non tutte le promesse tecniche furono mantenute.
L’immaginario collettivo attorno al Power Glove nei Media
Nintendo, va detto, non si risparmiò su nulla per pubblicizzare il Power Glove e intuì da subito che il media migliore era il cinema.
Non a caso, incluse l’uso del Power Glove nel film più pubblicitario della storia, Il piccolo grande mago dei Videogame (The Wizard), pellicola del 1989 che vanta almeno due primati: quello con il maggior numero di scene con product placement spudorato (ovviamente Nintendo) e quello di avere la trama più banale della storia.
Addirittura nel film c’è un personaggio, l’antagonista del piccolo Jimmy, che usando il Power Glove dice “Io amo il Power Glove” mentre si atteggia alla meglio su un gioco di corsa. Peccato che nella versione originale dica “I Love the Power Glove, it’s so BAD”.
Senza andare troppo off topic, è da ricordare che nel film venne mostrato in anteprima, durante la “finale” delle gare, Super Mario Bros. 3: uscito già in Giappone, venne messo nel mercato USA solo due mesi dopo. Altro che marketing virale da social. Sull’argomento film, il Power Glove è stato anche indossato dall’amabile Freddy Kruger in Nightmare 6 – La fine del 1991 e più recentemente in Kung Fury del 2015.
Top of the flop of the gold
E quindi, alla base della decisione di interrompere produzione e marketing del Power Glove, cosa ci fu?
Ovviamente i due motivi per cui anche le più grandi idee possono morire nel mondo del videogame: una cattiva realizzazione, quella che oggi potremmo definire “downgrading hardware”) e mancanza di titoli di supporto.
Infatti, come detto prima, la periferica subì riduzioni in fase di produzione finale che rallentavano di gran lunga i segnali e spesso confondevano troppo l’utente, seppure meravigliato all’inizio delle potenzialità dello strumento.
Inoltre furono creati pochissimi titoli 8 bit Nintendo dedicati, come il poco conosciuto Super Glove Ball (sviluppato da Rare) e Bad Street Brawler, un picchiaduro. Altri due giochi, Glove Pilot e Manipulator Glove Adventure, furono annunciati, ma mai rilasciati.
Un altro gioco inedito, Tech Town o Tektown, è un gioco di risoluzione di puzzle virtuali in cui il giocatore doveva muovere una mano robotica attorno a una stazione spaziale deserta, usando il guanto per aprire le porte e per raccogliere e usare strumenti.
Tutti i titoli dichiarati compatibili con il Power Glove come controller alternativo, di fatto, risultavano inutilizzabili con il guanto. E parliamo di titoli del calibro di Castelvania che per la loro natura Arcade e veloce, mal si prestavano all’utilizzo del guanto.
I giochi senza supporto specifico possono essere giocati anche con il guanto, inserendo i codici sulla tastiera del guanto che impostano uno schema di controllo per il guanto.
Come tutti gli eroi caduti in battaglia, anche il Power Glove ha avuto il rispetto che merita e nmel 2017 è uscito un documentario in proposito, realizzato anche grazie ad una raccolta fondi su Kickstarter, che narra la storia dietro il magico guanto del 1989, The Power of Glove.