Il periodo tra la fine degli anni 90′ e il passaggio al nuovo millennio è stato glorioso per Sony, in quanto la sua prima console casalinga è stato un gran successo e nonostante un hardware non troppo performante sono stati prodotti dei titoli di cui si discute ancora ai giorni nostri, tra cui Hokuto no ken Seikimatsu Kyuseisyu Densetsu.
Da quel 26 ottobre 2006, data del debutto del titolo di Hokuto no ken, molti nostri connazionali sono riusciti ad entrare in possesso di una delle copie del gioco uscito solo in Giappone e dopo aver superato una barriera linguistica alquanto proibitiva, si trovarono di fronte a qualcosa di mai visto prima. Il grande adattamento videoludico di uno dei manga più famosi di sempre era finalmente realtà e il sogno di impersonare l’uomo dalle sette stelle si realizzò.
Hokuto no ken, dal manga al joystick
Uno dei maggiori punti di forza del titolo è sicuramente la possibilità di girare per gli spazi immensi che fanno da sfondo alla nostra avventura, grazie a questo espediente e all’utilizzo delle mappe 3D l’immersione all’interno del mondo di gioco è quasi totale e per gli amanti della serie è stata sicuramente una feature stupenda.
Il titolo ripercorre le vicende accadute all’interno della prima stagione di Kenshiro fino allo scontro con Raul. Oltre a vestire i panni del leggendario guerriero avremo la possibilità di utilizzare anche gli altri personaggi presenti nel manga, ognuno con le proprie mosse ed un diverso stile di combattimento. Per quanto riguarda il gameplay di Hokuto no ken è stato inserito uno dei primi esempi di quick time event in modo da poter riprodurre le tecniche mortali della scuola di Hokuto, rendendo il tutto molto più semplice e immediato.
Il gameplay di Hokuto no ken Seikimatsu Kyuseisyu Densetsu risulta comunque estremamente facile e intuitivo, eseguire le tecniche segrete è relativamente user-friendly e dopo qualche minuto dall’inizio si è già in possesso di un buon feeling con i comandi di gioco. Per gli amanti del retro-game Hokuto no ken è sicuramente un titolo da recuperare.
Nonostante la barriera linguistica fosse un ostacolo insormontabile per molti, a tutti coloro che hanno amato l’adattamento animato di Hokuto no ken sarà sicuramente scesa una lacrimuccia nel sentire che il doppiaggio e la sigla fossero quelli originali della serie. Di conseguenza il comparto sonoro risulta di altissimo livello e un vero tocco di classe che ha sicuramente fatto un gran piacere a tutti.
Una storia che va oltre al semplice videogioco
Ovviamente l’opera guardata ora ha i suoi evidenti limiti tecnici, tuttavia è molto più di questo, Hokuto no ken parla della crescita interiore del personaggio che cerca senza meta quell’amore che gli è stato strappato via. Questo adattamento videoludico riesce perfettamente ad incarnare l’atmosfera e le emozioni che vengono trasmesse sia dal manga che dall’anime, tutto questo grazie al lavoro splendido realizzato da Bandai nel world building e nella narrazione di questa storia tanto epica quanto riflessiva e profonda.
Una piccola chicca che è stata aggiunta ad Hokuto no ken Seikimatsu Kyuseisyu Densetsu in modo da aumentare la longevità del gioco è stata mettere la possibilità di utilizzare tutti i personaggi sbloccati durante la trama principale in una modalità che strizza l’occhio ai picchiaduro classici. In modo da animare le serate tra amici, di aumentare a dismisura le possibilità di gameplay e di allungare in maniera poco invasiva l’esperienza con il titolo.
Per concludere possiamo affermare che questa opera ha cavalcato ben tre epoche diverse: gli anni 80′ in cui vediamo la nascita di Hokuto no ken, gli anni 90′ in cui la PlayStation One ha dominato il mercato videoludico e la fine del suo ciclo vitale a fine 2000 quando arrivò sugli scaffali la leggendaria PlayStation 2.