Esattamente 25 anni orsono il mondo videoludico accolse per la prima volta uno dei migliori JRPG di sempre, ovvero Final Fantasy VI il quale uscì originariamente sull’indimenticabile Super Nintendo il 2 aprile del 1994, in un’epoca e in particolare in una decade tra le più fiorenti per quanto concerne il genere, soprattutto grazie all’enorme contributo che Square Enix (all’epoca Squaresoft) apportò al mondo videoludico.
Un capolavoro senza tempo
Lo scopo di questo articolo è proprio quello di sfruttare questo importante compleanno per riscoprire assieme a voi un capolavoro senza tempo. A dispetto dello stile grafico inevitabilmente retrò e di un sistema di gioco per forza di cose superato, Final Fantasy VI è uno di quei titoli invecchiati molto bene, soprattutto a giudizio degli appassionati di questo magico genere videoludico. Sì perché il gameplay è piuttosto classico, come era consuetudine di tutti i GdR dell’epoca dove incontri casuali, punti esperienza da accumulare ed equipaggiamento da migliorare costantemente rappresentavano le basi del sistema di gioco, Final Fantasy VI incluso. Ore ed ore passate a combattere e farmare come se non ci fosse un domani, spaziando tra bellissimi ed evocativi villaggi e la sconfinata mappa del mondo al fine di acquisire abilità e magie e migliorare il proprio party che in Final Fantasy VI annoverava ben quattordici categorie, chiamate tecnicamente “job“.
Il combat system vero e proprio è piuttosto semplice, perlomeno nella sua conformazione. Per decidere quale comando selezionare, è sufficiente attendere il riempimento automatico della barra dell’azione per poter attaccare, un sistema poi affinato anche nel settimo capitolo. L’unico tratto distintivo del sistema di crescita del gioco sta nell’acquisizione delle abilità che avviene trovando e successivamente equipaggiando i cosiddetti Esper che in fatto di progressione rappresentano un elemento cardine di Final Fantasy VI.
Ciò che colpì del capolavoro Squaresoft fu anche e soprattutto il comparto narrativo, dotato di un plot sempre interessante e ricco di colpi di scena, oltre che di un cast di personaggi senza dubbio di prim’ordine. Il mondo, un tempo fiorente grazie all’energia magica, vive oggi in un’era tecnologica dove fumo, ferro e inquinamento la stanno facendo da padroni (vi dice niente tutto ciò?). Tuttavia, da qualche parte nel mondo esiste ancora un residuo di questa magia che qualcuno sta cercando di assimilare per usarla a proprio vantaggio e di certo non per scopi benevoli. Lo sviluppo narrativo si dipana in tematiche sociali e politiche estremamente profonde, specie per un videogioco di metà anni ’90. Il merito va riconosciuto non solo a dialoghi come sempre magistrali, ma anche a un cast assolutamente ben caratterizzato, a partire dal temibile Kefka, l’antagonista numero uno, ricordato ancora oggi come uno dei cattivoni più carismatici di tutta la saga. Dal lato dei buoni troviamo Terra, ironico personaggio metà donna e metà Esper che assieme all’impavido soldato Celis e altri personaggi che incontreremo nel corso dell’avventura dovranno porre fine alle becere manie di grandezza di Kefka e dei suoi aguzzini. Appassionarsi a Final Fantasy VI fu molto semplice, perché rappresenta un connubio perfetto tra sistema di gioco appagante e trama appassionante e infatti, nonostante l’aspetto inevitabilmente “old school”, sono ancora tanti i videogiocatori che lo considerano il miglior capitolo dell’intera saga. Di certo, è uno dei GdR più belli e significativi di tutti i tempi.
Nonostante il lancio originale avvenne su Super Nintendo, Final Fantasy VI nel corso degli anni ottenne fortunatamente delle riproposizioni al fine di raggiungere anche i giocatori delle epoche moderne. Nel 2002 venne pubblicato su PlayStation in una versione che fu impreziosita da alcuni splendidi filmati in FMV, tecnica che fu un marchio distintivo della prima generazione di PlayStation.
Nel 2007 Square Enix decise di portare il gioco su GameBoy Advance in quella che probabilmente è la versione migliore disponibile sul mercato. Il porting per la portatile Nintendo non solo era dotata di caricamenti più snelli, ma soprattutto fu completamente tradotto nella nostra amata lingua italiana. Io personalmente colsi al volo questa occasione e rispolpai questa meraviglia potendo capire al meglio i vari dialoghi e le sfaccettature del comparto narrativo. Tra il 2015 e il 2016 Final Fantasy VI fu convertito anche su Steam e Smartphone.
Quello che vi abbiamo raccontato oggi è un indimenticato capolavoro, un gioco ricco di colpi di scena, di location evocative e di un gameplay profondo sotto praticamente ogni punto di vista. Final Fantasy VI fu uno degli ultimi capolavori dell’epoca 16 bit e nonostante uscì in una fase storica che si stava preparando all’avvento del 3D, riuscì nell’impresa di raggiungere il cuore di tantissimi appassionati, anche negli anni a venire. Buon compleanno, Final Fantasy VI e grazie di cuore per le emozioni che sei riuscito a darci nrl corso degli anni.