Con il remake in uscita il 20 settembre e l’anniversario caduto per la 26esima volta proprio questo mese, non potevamo non proporvi in rubrica la quarta avventura del nostro Hylia preferito.
The Legend Of Zelda: Link’s Awakening viene pubblicato in Giappone il 6 giugno 1993, uscito su Gameboy e prodotto dalla ormai non più esistente Nintendo EAD sotto la supervisione di Takashi Tezuka e Shigeru Miyamoto.
Pronto a essere catapultato in questa nuova avventura? Mettiti comodo e accendiamo insieme il Gameboy.
La nuova leggenda
Dopo le vicende del capitolo precedente, ovvero A Link To The Past, Link decide d’intraprendere un viaggio con l’obiettivo di addestrarsi per riuscire ad affrontare qualsiasi altra minaccia ci fosse stata all’orizzonte.
Il suo addestramento dura un anno, ma mentre fa ritorno a Hyrule per via mare, si trova in balia di una tempesta che distrugge la sua barca e lo lascia naufragare su un isola a lui sconosciuta.
Il nostro eroe viene soccorso sulla spiaggia da Marin, un’umana, che trasporta Link privo di sensi nella sua abitazione, che condivide insieme a suo padre Tarin.
Al nostro risveglio, la ragazza ci spiega che siamo naufragati sull’isola di Koholint mentre Tarin ci restituisce il nostro scudo, ma non abbiamo la nostra fedele spada con noi: dovremmo cercarla nel posto dove siamo naufragati per andare a recuperarla.
Ci basterà proseguire a sinistra della umile casa abitata da Marin e Tarin per poi scendere verso la costa: ecco la nostra spada galleggiante nell’acqua del mare.
Ma appena la recupereremo, un gufo parlante riconosce il piccolo elfo verde come un eroe: esso ci spiegherà che ci è impossibile lasciare l’isola, se non dopo aver svegliato il pesce volante, che riposa sull’uovo in cima al monte Koholint.
Cosi inizia l’ennesima epopea di Link: il suo scopo è quello di trovare e sconfiggere “gli incubi”, una sorta di nemici-ombra per appropriarsi degli strumenti musicali di sirene necessarie per risvegliare il pesce volante: c’è ne sono 8 in tutta l’isola, ognuno protetto da un incubo.
Successivamente, Link scopre che, in caso riuscisse a svegliare il pesce volante, il villaggio e i suoi abitanti scomparirebbero proprio perchè è stato il suo sogno a crearlo.
Cosa farà l’hylia? Metterà in pericolo gli abitanti della tropicale Koholint per riuscire a tornare a Hyrule o rinuncerà alla sua volontà di proteggere chi lo aspetta a casa?
Gameplay che vince non si cambia
Nonostante il gameplay non sia cosi tanto diverso dal suo predecessore, era difficile fare di meglio.
I limiti dell’epoca sono quello che sono, ma Link’s Awakening non sembra mai un titolo mozzato a metà per colpa di scarsa potenza del caro vecchio Game Boy, sia per quanto concerne il game design che per le musiche del gioco sempre incalzanti.
Al contrario, l’opera risulta essere un videogioco completo, dove azione mista a fasi di enigmi ambientali ne fanno da padrone (specialmente nei dungeon).
La difficoltà non è un imperativo dettato dal gioco, ma una conseguenza legata alla capacità di apprendimento del giocatore, con meccaniche che si vanno a sommare avanzando man mano nella sua missione.
Per il resto si attacca con la spada, ci si difende con lo scudo, è possibile distruggere con la spada alcuni oggetti che ci sbarrano la strada e si può lootare oggetti.
La grafica “A nido di uccello” (telecamera dominante nel gioco salvo alcune sezioni a scorrimento orizzontale) garantisce una visuale dall’alto molto chiara di quello che ci circonda.
Eppure, rispetto ad “A Link To The Past”, sono state aggiunte delle piccole modifiche come l’uso della musica (solo accennato in questo capitolo, ampliamente sviluppato nel pluripremiato seguito Ocarina Of Time) la possibilità di scambiare oggetti con NPC e la possibilità di cambiare il tasto con cui si usa la spada.
Cosa ne pensano la critica e i fan?
Non è un segreto il fatto che la saga di The Legend Of Zelda sia acclamata (giustamente) da chiunque abbia mai stretto un pad alla mano.
Link’s Awakening ha vinto il premio di “Miglior gioco per Gameboy” nel 1993, è uno dei titoli più apprezzati dai fan oltre che uno dei più venduti della serie.
Successivamente è stato pubblicato in versione deluxe su GameBoy Color, con tanto di grafica a colori e un nuovo dungeon inedito assente nel gioco originale.
Nel 2011, la versione color è sbarcata anche su 3DS.
Non ci resta che aspettare il remake in uscita il prossimo 20 settembre per riscoprire una Koholint come non l’abbiamo mai vista prima d’ora.