Questa settimana la rubrica di Old But Gold è dedicata ad un titolo concepito da Mamma Nintendo che ha dato il via ad una saga molto spesso sottovalutata, forse principalmente per le piattaforme su cui i videogiochi della serie sono usciti. Questo primo capitolo infatti, uscito ormai nel lontano 2001, è un videogame pubblicato solamente su Nintendo Gamecube, console da casa a volte dimenticata, ma rimasta nel cuore degli appassionati della casa nipponica. Fa parte della macro-serie di titoli legati alla figura di Mario, ovviamente, e durante il Nintendo Direct dello scorso anno è stato annunciato un remake per Nintendo 3DS. Di recentissima uscita il terzo capitolo per Nintendo Switch, addirittura vincitore del titolo di Miglior Gioco per Famiglie ai The Game Awards 2019.
Luigi’s Mansion è fondamentale per la storia del brand in quanto non solo dà spessore e vitalità ad un personaggio rimasto sempre in seconda fila rispetto a Mario, ovvero Luigi, che diventa qui protagonista, ma modernizza anche una formala dalle vaghe tinte horror mai tentata o rischiata dalla casa produttrice fino a quel momento, ampliando così il parco titoli e conseguentemente la possibilità di spaziare tra i generi. Non si tratta tuttavia della prima volta in cui il fratello di Mario è al centro dell’attenzione, in quanto già dieci anni prima era protagonista con “Mario is Missing!”.
La trama del gioco è semplice e di facile interpretazione: Mario è stato rapito dai Boo, i popolari fantasmini della serie. Per questa loro caratteristica, sulla scia dei film dei GhostBusters, film cult degli anni ’80, Luigi si troverà ad affrontarli con un aspiratutto ed un Game Boy Horror con l’obiettivo di disinfestare le oltre 50 stanze del palazzo stregato dove si ritrova e liberare il fratello dopo aver ovviamente sconfitto il malvagio Re Boo, il boss finale. Ogni stanza racchiude segreti o trappole o jumpscare spaventosi (fino a un certo punto).
Le teorie sulla storia principale sono numerose, anche e soprattutto vista la grande cerchia di fan che circondano la serie, e negli anni si sono davvero sprecate, arrivando a creare addirittura una lore pregressa agli avvenimenti in game. Secondo diversi fan, e questa sarebbe la teoria più accreditata teorizzata tramite la posizione degli oggetti perduti all’interno della villa, Luigi avrebbe scoperto di aver vinto una villa grazie a un concorso a cui però non avrebbe partecipato. Avvisa suo fratello che, dopo aver raccolto le sue cose, tra cui vestiti e una Stella, parte verso il palazzo. Un vecchio pazzo cercherà di fermarlo e di non farlo entrare, chiamato il Professor Strambic, ma lui chiaramente non lo ascolterà, entrando quindi e venendo catturato da Re Boo. Lascerà però la Stella nell’Osservatorio, con l’intento di sigillarla, così che i Boo non la possano rubare.
A livello di gameplay il primo Luigi’s Mansion si presenta vario ed originale, con alcuni spunti che lo rendono incredibilmente moderno e mai noioso ancora oggi, tant’è che la formula è rimasta pressoché identica nei nuovi capitoli, non avendo necessità reale di uno svecchiamento. Platform tridimensionale, sfruttava decisamente al meglio tutte le potenzialità della console di riferimento, nello specifico del pad, perché venivano utilizzati i dorsali a scorrimento per attivare l’aspirapolvere nella direzione che volevamo e il doppio stick analogico, dedicato ai movimenti del fratello di Mario ed al suo utilizzo della torcia.
Come già anticipato, il gioco prende parecchio spunto dall’ideale cult di cattura dei fantasmi ipotizzata dai GhostBusters: Luigi, più che combattere gli avversari, li aspira, con il suo Poltergust 3000, che può aspirare ogni sorta di fantasma, da quelli normali e semplici a quelli chiamati “cornice” che infestano l’abitazione fino a spettri rapidi, veloci e più complessi da sconfiggere. Ci sono poi anche Topi Fantasma che possono trovarsi in vari punti della villa. nei corridoi o nelle stanze, dietro le sedie o dietro un mobile.
Il vero punto di forza di questo capitolo però resta certamente l’utilizzo degli oggetti ed elementi che servono al nostro protagonista per avanzare nella storia e sempre più in alto nella villa, a partire dallo stesso aspiratutto dai poteri straordinari fino al Game Boy Horror, congegno che permette di osservare l’ambiente che circonda e dare informazioni sugli oggetti che incontriamo nel nostro cammino, ma funge anche da mappa dell’intero palazzo, aiutando il giocatore indicandogli le stanze chiuse a chiave, quelle già completate e quelle accessibili, perché abbiamo magari trovato una chiave speciale per potervi accedere. Questo particolare oggetto può inoltre indicare la presenza di fantasmi e avere addirittura la funzione di inventario, indicando la quantità di soldi, gemme, spettri che possediamo.
Il vero problema di Luigi’s Mansion si rivelò però fin dall’uscita, in quanto le aspettative attorno al gioco erano forse esagerate: essendo un titolo piccolo e con poche missioni, funzionalità e ore di gioco, caricò su di se un hype che non venne rispettato e per tale motivo la saga continuò solo dopo diversi anni, quando venne sostanzialmente riscoperto da una grandissima e non indifferente fetta di pubblico che ne apprezzò e lodò, oltre al notevole impatto grafico, anche il divertentissimo gameplay ed una trama che, seppur semplice e poco complicata a livello interpretativo, donava alla storia di Mario maggiore sostanza, andando a riempire l’unico buco relativo al genere che mancava nella saga, con un titolo dalle atmosfere parodistiche di un survival horror che tanto andava di moda all’epoca.
A livello di voti fu naturalmente accolto in maniera molto timida dalla stampa specializzata, ottenendo un lieve 74 come voto su Metacritic: non esattamente un voto esaltante.
Recentemente è uscito per console Nintendo Switch Luigi’s Mansion 3, terzo capitolo della serie che merita assolutamente di essere recuperato se possedete questa console. Nel caso in cui volessi acquistarlo, puoi farlo tramite Amazon ad un prezzo leggermente ridotto.