Petto nudo, orecchie lunghe, muso da gatto, guantoni da meccanico marroni e coda di leone. A descriverlo così sembrerebbe un abominio, ma nell’immaginarlo nelle sue fattezze di Lombax – specie se conosci la saga – grideresti un solo nome.
Questo protagonista viene accompagnato nelle sue rocambolesche avventure da un oggetto di latta. Ferro e acciaio, mani con tre dita, gambe corte, occhi metallici verdi e un’antenna al centro del capo.
In questi casi si potrebbe giustamente esclamare a che tipo di scherzo stiamo giocando, ma come non potremmo dire la nostra su questi due personaggi e non chiamarli con un solo (due, in realtà) nome: Ratchet e Clank.
Il duo più improbabile che ti sia mai capitato sotto gli occhi nasce proprio agli inizi dell’era PlayStation 2. Era il 2002 quando Insomniac Games (Spyro Trilogy) rilasciava esclusivamente per le piattaforme Sony quella che sarebbe diventata la mascotte per eccellenza dell’azienda nipponica. E, da quel momento, le avventure del duo si sarebbero moltiplicate a dismisura.
AVVENTURA IN UNA GALASSIA LONTANA
Fuggito da una fabbrica di robot da guerra – ed espulso per volere della madre produttrice – il piccolo robottino Clank deve raggiungere l’eroe della galassia Solana, una figura che porta pace e tranquillità in tutti i pianeti di quel sistema solare: il Capitano Qwark.
Ma uno scontro a fuoco contro le autorità della Fabbrica di Robot, fa collidere la navicella del robottino in un pianeta desolato di nome Veldin e – apparentemente – privo di vita. D’altronde, essendo l’unico abitante del pianeta e notando la collisione, il meccanico Ratchet si precipita sul luogo dell’impatto, salvando per la prima volta il suo futuro migliore amico. Da parte sua, il meccanico Lombax sta cercando in tutti i modi di far partire una navicella da lui costruita per poter abbandonare Veldin e costruirsi una nuova vita. Le speranze sono però del tutto vane, poiché manca il pezzo più importante di tutta nave, cosa che cadrà proprio a fagiolo quando scoprirà che Clank è programmato esattamente per far partire le navi spaziali.
La felicità del nostro eroe verrà subito messa da parte davanti al vero problema al centro della trama. Il meccanico Lombax decide così di aiutare il piccolo robot, e insieme partiranno per un’avventura spaziale senza precedenti; prima alla ricerca dell’unico vero eroe, il sopracitato Capitano Qwark; poi per sconfiggere con le loro stesse mani la smania distruttiva del Presidente Drek, il quale sta privando la vita ad altri pianeti per costruirne uno artificiale per la sua razza, i Blarg; dopo che questi sono stati costretti alla fuga dal loro pianeta natale a causa dell’irreparabile inquinamento ambientale.
BOCCHE DA FUOCO DA PAZZI
Una delle prime e sostanziali caratteristiche di questo Ratchet e Clank è il dispiegamento di pratiche bocche da fuoco che il gioco mette a disposizione. Si tratta del vero passpartout dell’intera produzione. Una vera chicca a cui si deve molto agli sviluppatori di Insomniac Games per aver avuto l’eccellenza di inventare armi e gadget fuori dal comune. Potenti, pericolose e fantasiose. Ognuna con la sua potenza di fuoco, ognuna con la sua distruzione.
Nonostante la progressione delle armi sia totalmente assente, gli sviluppatori di Burbank attuano un escamotage molto fine per rendere le armi sempre più pericolose e divertenti da usare, man mano che vengono acquistate. Procedendo nell’avventura, infatti, ogni pianeta è fornito di un rivenditore ambulante specializzato nella consegna veloce di una nuova arma appena acquistata. Le bocche da fuoco vanno da semplici mitragliatori con proiettili al plasma, a lanciarazzi multipli a ricerca. Insomniac, insomma, ha calibrato l’acquisto di ogni armi fuori di testa in base al grado di difficoltà che il gioco presenta man mano che procediamo spediti verso l’epilogo di questo capitolo.
Nulla di sconvolgente o di complesso, in realtà. Si tratta della giusta calibrazione per poter rendere la prima avventura di questo duo unica e appagante. Complice la valuta in Bolt (veri e propri bulloni d’acciaio), insieme alla possibilità di rigiocare la prima grande avventura una seconda volta. Sia per il completamento di Punti Stile, una lista di obiettivi semplici, ma intuitivi per sbloccare retroscena e dietro le quinte della costruzione di questo prodotto; sia per l’accumulo della valuta del gioco per l’acquisto dell’arma finale più costosa e più pericolosa. Il R.Y.N.O. (espressamente tradotto in italiano con M.I.P.S. – Muori In Pochi Secondi) sarà infatti l’arma che ti libererà da tutti gli impicci difficili trovati lungo il percorso.
Il tutto viene condito anche da gli unici collezionabili tradotti in Bolt D’Oro: bulloni molto più grandi della valuta del gioco, sparsi in posti ben nascosti e (quasi) difficili da trovare. Potranno essere spesi con l’acquisto delle versioni oro di ogni arma presente nel gioco (M.I.P.S. a parte). Non si tratta di un potenziamento, ma questa è quantomeno una trovata che stuzzica la curiosità dei fan nel cercare dal primo fino all’ultimo Bolt D’Oro.
PIANETI DI TUTTI I COLORI
Ad aggiungersi al piatto ricco della produzione è la fotografia presente in ogni livello creato nel mondo di gioco. Pomeriggio, sera, mattina soleggiata, giornata piovosa, neve che cade copiosa, il rosso, il verde. La varietà di ogni pianeta è ricreata appositamente per far vivere al giocatore la spensieratezza di un team che ha riportato su schermo diversi approcci.
Ogni pianeta è un mondo che vive di propria natura, respira colori sgargianti e offre una varietà al gameplay variegata, ma che resta fedele al concetto di avventura e sparatutto in terza persona. Anche le azioni collaterali sono una chicca voluta dal team di sviluppo: si parla delle già collaudate gare in skateboard in Spyro 3: Year of the Dragon, riproposte in questo gioco in versione futuristica. Le gare in hoverboard sono un vero e proprio spasso, che sapranno allontanarti dal percorso principiale e ti faranno divertire attraverso potenziamenti turbo, acrobazie e uso di armi contro gli avversari.
IL PRIMO PASSO DI UNA GRANDE EPOPEA
Attraverso queste basi e attraverso un umorismo vivo e che non fa troppi giri di parole, Ratchet e Clank vive il suo lungo successo grazie alla miscela di diversi elementi che fanno sognare i videogiocatori volenterosi di vivere la fantasia.
L’avventura del duo più strambo di PlayStation 2 è solo la punta dell’iceberg. L’inizio di una grande (e improbabile) amicizia che mette da parte tutte le diversità esistenti. Una parabola che ben si specchia con i nostri modi di fare e di vivere insieme ad altri. Il primo, grande passo di un’epopea mastodontica che fa cadere una lacrima già alla fine della prima avventura.
Il fascino dell’avventura scanzonata e senza pensieri inizia proprio qui: sul pianeta Veldin, con un incontro inaspettato e tanta voglia di fare. Ratchet e Clank sono le persone giuste per debellare ogni minaccia blargiana dai pianeti intorno alla galassia Solana.