Nel 24 novembre del 2000, dopo il grande successo del primo capitolo, Capcom rilascia in Europa Dino Crisis 2. Durante la sua produzione, nel dicembre del 1999, Capcom confermò come Dino Crisis 2 fosse in sviluppo per PlayStation 2, ma vi fu un cambiamento dei piani e quindi lo sviluppo e la pubblicazione del gioco furono poi destinati alla prima console Sony.
A differenza di Dino Crisis, questo capitolo non è stato diretto da Shinji Mikami, ma da uno dei suoi co-progettisti, Shu Takumi (che ricoprì questo ruolo per la prima volta).
Vediamo ora in maniera più approfondita la trama, i pregi e i difetti di questo videogioco che ha riscosso un grande successo alla sua uscita con un punteggio di 86/100 su Metacritic.
Trama
Ambientato nell’anno 2010, un anno dopo gli avvenimenti del primo capitolo, Regina ed il suo partner Dylan Morton, vengono inviati ad Edward City per salvare eventuali sopravvissuti e recuperare dati riguardanti la “Terza Energia” che ha causato la scomparsa di quest’ultima rimpiazzandola con una giungla misteriosa.
Durante l’avventura alcune rivelazioni fanno luce sugli avvenimenti accaduti; dopo il 2010 furono condotti vasti esperimenti di “perforazione del tempo” ad Edward City, che portarono ad un disastroso paradosso temporale, minacciando l’esistenza stessa della razza umana sulla terra. Fu presto chiaro che gli uomini e i dinosauri non avrebbero mai potuto convivere. Per porre rimedio a tutto ciò venne attuato il “Piano Arca di Noè”: l’obiettivo era trasportare i dinosauri 3 milioni di anni nel futuro, dove avrebbero potuto prosperare, per poi essere riportati nella loro epoca d’origine prima dell’estinzione di massa del Cretaceo-Paleocene una volta che l’utilizzo della “Terza Energia” fosse stato perfezionato.
Tuttavia, il sistema che avrebbe dovuto portare i dinosauri nel futuro ebbe un altro sovraccarico. La popolazione di Edward City rimase così intrappolata nel futuro assieme ai dinosauri. Tutti i sopravvissuti vennero sterminati dai rettili, ma i bambini vennero portati in salvo in una struttura di sostentamento, dove rimasero in camere a sistema di supporto vitale, che li protessero mentre crescevano, consentendogli di sopravvivere. Il supporto vitale era però stato creato per i dinosauri non per gli umani e per questo i bambini persero l’uso della parola e iniziarono ad agire proteggendo i dinosauri, divenendo cosi i misteriosi “sopravvissuti” di Edward City, che Regina e Dylan incontrano, quest’ultimo scoprirà che tra i sopravvissuti c’è anche sua figlia Paula.
In seguito, mentre Dylan e Regina cercano di portare via Paula, uno dei sopravvissuti attiva l’autodistruzione di Edward City, causando forti scosse. A causa di questo negli ultimi minuti decisivi durante l’evacuazione della struttura, Paula rimane con le gambe incastrate sotto un macchinario crollato e Dylan decide di non abbandonarla, suggerendo a Regina di mettersi in salvo.
Riuscendo a recuperare i dati, Regina utilizza il ponte di Einstein-Rosen per fuggire, lasciandosi Dylan e Paula alle spalle con la promessa che sarebbe tornata a salvarli il prima possibile.
Punti di forza
Uno dei punti di forza di questo titolo è la grafica, se il predecessore voleva distinguersi da Resident Evil, facendo mostra di ambienti interamente in 3D, Dino Crisis 2 non si pone affatto questo scrupolo. Infatti i programmatori hanno deciso di utilizzare sfondi 2D prerenderizzati con personaggi e dinosauri costruiti in 3D. L’effetto finale è decisamente ottimo.
Per quanto riguarda il comparto audio di Dino Crisis 2 possiamo solo dire che si rivela sempre azzeccato e mai invadente, coinvolgendo il giocatore nelle situazioni sempre più pericolose aumentando di intensità e coinvolgendolo nel mondo preistorico “virtuale” di Edward City.
I comandi sono semplici da usare; sono stati introdotti anche due pulsanti nuovi rispetto alla prima iterazione: con R2 ci si può girare di 180°, con L1 mentre si mira, Regina punterà direttamente il tuo obiettivo. Finalmente si può anche mirare camminando, sia indietro che in avanti contemporaneamente.
Punti deboli
Una grande debolezza di Dino Crisis 2 è stato il porting su PC rivelandosi un vero e proprio buco nell’acqua. La grafica non è assolutamente al passo con i tempi, le texture sono spesso slavate e i pochi poligoni fanno capire come Capcom abbia deciso di ignorare la capacità dei PC dell’epoca per fare un porting “selvaggio” del codice PSX. Questa totale mancanza di volontà da parte dei programmatori di adattare il gioco alle capacità offerte dei PC si rivela in maniera imbarazzante con alcuni enigmi in cui si devono inserire delle lettere: il gioco ci mostra una tastiera e per scrivere bisogna muoversi con i tasti cursore sopra le lettere, sfruttare la tastiera reale dei PC è un’opzione da non prendere neanche in considerazione. Stesso discorso dicasi per il sistema di controllo, se avete un pad non c’è problema altrimenti vi tocca utilizzare la tastiera senza però utilizzare il mouse.
Invece, l’unica nota dolente presente nella versione PlayStation è purtroppo la longevità; ci vorranno solamente 5 ore per completare la campagna.
In conclusione, Dino Crisis 2 sicuramente è una piccola perla che merita tuttora di essere giocata, anche se molti aspetti necessitavano di un lavoro più curato. Resta comunque un cult a modo suo, esattamente come il capostipite.