Chi è PK? non fa parte di quella schiera di videogiochi che merita un posto imprescindibile in questa rubrica, come lo sono ad esempio God Of War, Silent Hill 2 o Grand Theft Auto San Andreas. Non ha rivoluzionato il genere da cui trae ispirazione, non ha una sceneggiatura particolarmente intricata né un gameplay complesso e profondo (e tanto meno un comparto tecnico degno degli altri titoli che abbiamo analizzato).
Eppure, per un qualche strano motivo, PK é ricordato dai videogiocatori di vecchia data con intensa nostalgia, e se lo nomini ancora oggi, al videogiocatore di una certa (non vecchissima) età, come d’altronde è il sottoscritto, brillano ancora gli occhi.
Sarà il fascino di rivedere uno dei nostri “eroi” da bambini trasposto in videogioco e poterlo controllare, sarà il fattore nostalgia che modifica i nostri ricordi dandoci l’illusione di vederli di gran lunga migliori di ciò che sono, saranno mille fattori che non stiamo qui ad elencare, ma PK resta ad oggi uno dei giochi più amati di sempre da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo da giovanissimo, e per questo motivo merita un posto assieme agli altri “giganti” presenti negli Old But Gold. Analizziamolo insieme.
«Esistono infiniti mondi e infiniti universi, ma ognuno di essi. Il destino di un piccolo papero è segnato da un’eroica missione. Antichi nemici e nuove minacce attendono il Vendicatore Mascherato conosciuto ovunque come PK. Un Paperino così, non l’avete mai visto.»
All’inizio del gioco.
Ma è Paperino?
Chi è PK? è un videogioco uscito ormai nel lontanissimo 2002 per console Sony PlayStation 2, che peraltro ha compiuto proprio ieri 20 anni dalla sua prima pubblicazione, e Nintendo Gamecube. Fu un titolo su cui gli sviluppatori avevano abbastanza aspettative: si trattava infatti di mamma Ubisoft che collaborò assieme a Disney nella produzione di questo progetto.
Conosciuto all’estero con nomi come Disney’s PK: Out of the Shadows, Disney’s Donald Duck PK o anche semplicemente PK, narra come da copertina le avventure di Paperino, o meglio, delle sue vesti da supereroe… A partire dal 4 luglio è inoltre disponibile su PlayStation 3, acquistabile tramite PlayStation Network.
Ispirato alle serie a fumetti prodotte da Disney Italia dal 1996 al 2005, narra, come accennato, le vicende di Paperinik, alter ego supereroe di Paperino, evidente parodia di Diabolik, soprattutto per la scelta del nome. I nemici, proprio come nella versione cartacea dell’opera, sono gli Evroniani, una razza di extraterrestri particolarmente scontrosi e bellicosi che si nutre delle emozioni altrui. Questi avversari si possono ritrovare in diverse opere a fumetti del papero.
Una trama semplice, ma divertente
A livello di trama, questo titolo riesce a divertire ancora oggi, simbolo di una comicità semplice ma che riesce a intrattenere. Paperino è il custode di un imponente grattacielo nel centro di Paperopoli, chiamato Ducklair Tower. Mentre sta dormendo (come suo solito, invece di lavorare/sorvegliare) viene svegliato dall’intelligenza artificiale che controlla l’intero palazzo, chiamato Uno. Questi gli dice che gli Evroniani, gli extraterrestri a cui accennavamo, stanno per attaccare la Terra! Bisogna dunque fare qualcosa… E quale modo migliore se non travestirsi da supereroe con un costume sgargiante e prendere in mano la situazione?
Uno gli fornisce dunque questo costume e delle armi speciali (tra cui uno Scudo Extransformer) per combattere la minaccia aliena. Gli viene data anche una nuova voce, per non farsi riconoscere (sì, la situazione è comica perchè si capisce benissimo che è lui, anche senza questo trucchetto). Paperinik parte quindi all’avventura, trovandosi ad affrontare sistema di difesa automatici, soldati evroniani o capi e generali nemici che prenderanno il ruolo di boss, tra cui Zoster e Zondag, con lo scopo di frenarli dal pericoloso attacco contro il Pianeta.
Action, Platform, Sparatutto…
Chi è PK? è un videogioco che mescola moltissimi elementi di videogiochi dell’epoca o di poco antecedenti, riuscendo a trovare un perfetto connubio nonostante meccaniche non esattamente originali. Si tratta di un videogioco d’azione, con sezioni di platforming e sparatutto, con visuale in terza persona (la telecamera però non è fissa, ma in genere si direziona verso il punto in cui dobbiamo procedere o dietro le spalle del nostro protagonista).
C’è la possibilità, tenendo premuto un tasto, di scegliere di passare per un breve periodo alla visuale in prima persona, per avere la possibilità di guardarsi attorno e analizzare i dettagli. Tra le azioni che il giocatore può svolgere possiamo: saltare, elemento che permette ovviamente di spostarsi tra diverse piattaforme come casse o passerelle, sparare, che ci fa affrontare agevolmente i nemici e azionare interruttori, evitare i pericolosi sistemi di difesa… Alle volte troviamo anche degli scienziati imprigionati: dovremo liberarli in una prova a tempo e toccarli per liberarli.
Quest’ultima richiesta sarà fondamentale perché verso il finire del gioco sarà necessario averne liberati almeno 40 per poter aprire una determinata porta e terminare così l’avventura.
Paperinik utilizza spesso il suo scudo Extransformer, il quale può sparare colpi energetici ed ha munizioni infinite, e si può prendere la mira per colpire gli avversari tenendo premuto un tasto che permette di raggiungere l’avversario in maniera precisa e fare danni notevoli.
Per quanto riguarda i nemici, sono abbastanza diffusi, ma non appaiono quasi mai in gruppi numerosi. Tendono inoltre a muoversi poco, e questo è un altro enorme vantaggio al giocatore che diminuisce di molto la difficoltà di gioco. Una volta combattuti e successivamente sconfitti, faranno apparire dei cubi energetici che andranno ad aumentare il nostro livello di salute. Un altro “aiutino” arriva inoltre da delle “teste di Uno” che vengono chiamate stelle di attivazione, che possono venire spese per attivare nei livelli dei checkpoint per ricominciare il gioco, dopo aver perso la vita, in quel determinato punto.
Infine, il personaggio ottiene in maniera costante degli upgrade per l’Extransformer, che guadagna mano a mano nuove capacità come la possibilità di planare dopo i salti, salire in posizione più elevate, o addirittura sparare colpi più potenti. Al contrario di come può far illudere il nome però, questo scudo ha tantissime funzioni tranne… quella di scudo. Infatti, non è possibile proteggersi dagli attacchi avversari grazie ad esso, e per difendersi l’arma migliore è sicuramente una strategia di attacco pianificata e organizzata.
Per salvare una partita, infine, è necessario raggiungere la fine del livello. Per poi ripartire dal successivo.
Comparto tecnico (e i suoi problemini)
Questo titolo è realizzato in computer grafica 3D in cell-shading, stile, e cito testualmente, “finalizzato a far apparire questi ultimi come se fossero disegnati a mano, con spessi bordi neri a simulare un segno tradizionale e colorazione a tinte unite. Questa tecnica è quindi utilizzata spesso per imitare lo stile grafico dei fumetti o dei cartoni animati tradizionali.”.
Il comparto grafico, perciò è lodevole nel complesso, le “buone intenzioni” soprattutto per l’epoca si notano, anche se è chiarissima la poca attenzione ai dettagli da parte degli sviluppatori, sia per quanto riguarda la realizzazione dei luoghi di contorno, a volte troppo ripetitivi, sia per la poca varietà dei nemici. Un’altra piccola pecca infine riguarda la visuale della telecamera, che alle volte causa problemi al giocatore perché si incastra e non permette una libera visuale.
Ma nonostante questi “leggeri” difetti, Chi è PK? resta uno di quei titoli per cui ogni tanto ti viene voglia di riaccendere la tua vecchia PlayStation 2 e immergerti nei ricordi.