Dopo il successo ottenuto con il primo titolo, Naughty Dog iniziò a sviluppare Crash Bandicoot 2 colma di aspettative: il franchise di Crash era passato da essere una scommessa alla mascotte principale del parco titoli di Sony, grazie alle 6,8 milioni di copie vendute in tutto il mondo del primo gioco. Guardando i risultati commerciali, un nuovo capitolo per il brand e la consacrazione definitiva del peramele arancione era imperativa.
A distanza di un anno dal suo predecessore, il 1997 viene rilasciato Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back, che riesce ad apportare diverse migliorie alla serie e a far emergere alcuni tratti distintivi di Naughty Dog come la voglia d’innovazione tecnologica, peculiarità tuttora presente negli animi di questi talentuosi sviluppatori.
In occasione per il novantunesimo appuntamento di Old But Gold, abbiamo scelto di trattare questo titolo, il quale viene considerato ancora oggi come una pietra miliare del genere platform. Non perdiamoci in chiacchiere ulteriori e iniziamo!
Crash Bandicoot 2: il Ritorno di Cortex
Come la numerazione del titolo suggerisce, Cortex Strikes Back è un sequel diretto del primo Crash: successivamente allo scontro finale con il Bandicoot, il malvagio Cortex precipita dal suo dirigibile, schiantandosi in una delle caverne situate su di un isola dell’arcipelago N. Sanity. Proprio in questa grotta lo scienziato riesce a trovare dei cristalli: il loro immenso potere sarà il mezzo per finalizzare il suo nuovo piano di conquista, quindi Cortex decide di tornare al suo laboratorio per ultimare i preparativi insieme a N. Gin, il suo braccio destro.
Tuttavia, il Dr. Neo Cortex dovrà trovare qualcuno che recuperi i cristalli per lui, dopo che ha perso qualsiasi alleato a causa della disfatta del primo capitolo: così questo fingerà di passare dalla parte dei buoni per costringere Crash a trovare 25 cristalli e a consegnarglieli per i suoi scopi loschi.
In Crash Bandicoot 2 la narrativa è più costante rispetto al suo predecessore: non saranno poche le volte in cui ci troveremo in un dialogo con Cortex o con N. Brio, il quale vuole ostacolare i piani del dottore malvagio. La cura per la trama iniziava ad essere percettibile nonostante le poche possibilità, poiché i personaggi potevano comunicare con Crash attraverso una proiezione olografica sia in maniera lineare che a seconda delle azioni compiute dal giocatore: per esempio, nel caso si iniziasse un livello senza che Crash riesca a prendere un cristallo per 3 volte di seguito, Cortex si arrabbierà parecchio con lui innescando una serie di dialoghi inediti.
Cristalli ovviamente!
La formula del gameplay di Cortex Strikes Back rimane pressapoco invariata, salvo alcune aggiunte che costituiscono la differenza: tra i moveset di Crash è possibile scivolare, saltare più in alto dopo una scivolata e dare una panciata al suolo. Queste meccaniche tanto semplici quanto impattanti aumentano la giocabilità del titolo e le sezioni nascoste, accessibili soltanto compiendo determinati azioni (come livelli nascosti disponibili solo nel caso ci si schianti di pancia su di una piattaforma).
Lo scopo del gioco è quello di trovare i cristalli del potere, oggetti che da Crash Bandicoot 2 in poi copriranno un ruolo importante nelle vicende del franchise: oltre a questi, Crash dovrà trovare anche tutte le 42 gemme, ottenibili in svariati modi.
Nella maggior parte delle volte bisognerà rompere tutte le casse di un livello per ottenere la gemma ad esso collegata, tuttavia esistono alcune eccezioni specialmente nelle gemme colorate: per ottenere alcune gemme colorate bisognerà prestare attenzione alle aree nascoste o compiere determinate azioni in game.
Un’altra novità della serie riguarda la struttura della level map e l’introduzione delle Warp Room: se nel primo capitolo il giocatore fu obbligato a seguire una sequenza precisa di livelli dettata dal gioco, in Crash Bandicoot 2 entrano in gioco le Warp Room, dei veri e propri hub composti da cinque livelli caduno. La scelta del livello sarà a completa discrezione del giocatore.
Il futuro nel 1997
Il comparto grafico di Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back è semplicemente meraviglioso, se paragonato con i canoni stilistici dell’epoca. L’amore che ha mosso gli sviluppatori a trasmettere una tale cura negli ambienti di gioco è tangibile, e il confronto con il primo capitolo lasciava intendere già ai tempi quale fosse il modus operandi di Naughty Dog, ovvero quello di spingersi oltre i limiti per perfezionare i loro franchise gioco dopo gioco.
Oltre alla qualità visiva esponenzialmente migliorata dal primo capitolo, Cortex Strikes Back godeva di livelli inediti e maggiormente variegati, con scenari come lande ghiacciate o condotti fognari che danno l’impressione di un mondo davvero vivo ed eterogeneo.
Le musiche di gioco è stata prodotta da Mutato Muzika e composta da Josh Mancell, un professionista che ha contribuito a molte colonne sonore epiche nel mondo del videoludo e lavorato per comporre la soundtrack di molti titoli della Naughty Dog: il concept di base era sempre lo stesso del primo, ovvero quello di comporre musiche ambientali che avrebbero rispecchiato il mood esotico e cartoonesco del gioco.
Crash Bandicoot 2 presenta delle chicche anche sul fronte tecnico: Cortex Strikes Back è infatti il primo gioco a godere della DDA, ovvero la Dynamic Difficulty Adjustment. Il sistema avrebbe monitorato il giocatore, affidandogli degli aiuti o diminuendo la velocità del masso che insegue il peramele arancione nei livelli come Crash Dash in caso questo fosse morto più volte.
In conclusione
Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back è ancora oggi una pietra miliare del genere platform che è resistita alle intemperie trovando riparo nel cuore degli appassionati più nostalgici. Nel giro di soli 3 anni il franchise è risorto dalle sue ceneri, e questo non sarebbe stato possibile se i titoli sviluppati da Naughty Dog non avessero mantenuto una formula di gameplay ancora attuale che tuttora riesce a intrattenere e divertire il pubblico.
Crash Bandicoot 2 migliora esponenzialmente tutti gli aspetti del primo capitolo pur essendo un more of the same, una caratteristica che è diventata sinonimo di qualità nelle produzioni Naughty Dog. Ora che Activision è in procinto di rilasciare Crash Bandicoot 4, i fan di tutto il mondo attendono di rivivere quelle stesse emozioni provate oltre 23 anni fa.