Ci troviamo nel lontano 25 luglio 2003 e dopo quasi un anno di ritardo dalla release in Giappone arrivano in Europa Pokémon Rubino e Zaffiro per Game Boy Advance, i primi titoli che andranno a comporre la terza generazione dei titoli Pokémon.
Pokémon Zaffiro: il primo gioco Pokemon moderno
La trama del gioco segue sempre le stesse linee guida di quelle precedenti ovvero il viaggio di un ragazzino di appena 10 anni alla scoperta del mondo Pokémon con l’intenzione di diventare il campione battendo la lega.
Fin qui niente di nuovo, allora perché chiamare Pokémon Zaffiro gioco moderno?
Nella terza generazione Pokémon sono state introdotte per la prima volta delle feature che 17 anni dopo sarebbero diventate il fulcro su cui è costruito tutto il mondo del competitive dei titoli Game Freak ovvero le abilità, le nature e le lotte in doppio.
Prima di andare a parlare del gameplay in sé vorrei spezzare una lancia a favore della trama perché, nonostante la base fosse quella di un classico titolo Pokémon, possiamo notare che per la prima volta conosceremo la figura di nostro padre che non è nientemeno che Norman, il quinto capopalestra.
Questa piccola chicca aggiunge un po’ più di profondità ad una storia che non ha mai fatto gridare al miracolo.
“Non ci sono più i cattivi di una volta”
Non vorrei passare per un purista che vive solo di retrogaming e di “no ma i giochi a 16 bit..” però bisogna dirlo, i villain delle ultime generazioni Pokémon fanno acqua da tutte le parti e si, Spada e Scudo, sfortunatamente sto parlando di voi.
Durante il nostro viaggio nella regione di Hoenn ci imbatteremo nel Team Idro o nel Team Magma (a seconda delle versione di gioco acquistata) e dovremo sconfiggerli prima che riescano a catturare il Pokémon leggendario e controllarlo, in modo da porter causare dei disastri di portata inimmaginabile.
Nonostante la caratterizzazione dei villain in Pokémon Zaffiro non sia da premio oscar in quanto a profondità, abbiamo comunque uno scopo che spinge il giocatore a voler combattere per salvare il mondo in cui vive e l’incontro con queste forze malvagie durante il corso della trama non sarà noioso, anzi sentiremo di aver una missione che va a mettere in secondo piano qualsiasi altra cosa.
Mentre, dopo 17 anni di crescita sia in esperienza sia in risorse dell’azienda, siamo passati da dover salvare il mondo a combattere contro il team Yell, un gruppo di fan di un’allenatrice che parlano in rima e che al culmine della loro cattiveria semplicemente si metteranno davanti ad un ponte per non farci passare.
“No mai i giochi a 16 bit…”
Un gameplay rivoluzionario
Come detto in precedenza la terza generazione ha segnato un punto di svolta nel campo del gameplay introducendo meccaniche che più di un decennio più tardi sarebbero state il fulcro del mondo competitivo.
In Pokémon Zaffiro sono stati aggiunti 135 mostriciattoli e 100 nuove mosse che sono andate ad ampliare la componente strategica del titolo. Game Freak per rendere ancora più profondo il gameplay ha aggiunto le abilità e le nature che spesso saranno cruciali per determinare vincitore e vinto in una battaglia.
A seconda della natura del nostro Pokémon una statistica sarà aumentata del 10%, mentre un’altra verrà diminuita sempre del 10%, questo ci fa capire che per avere un Pokémon il più forte possibile dovremo catturarne uno con la natura che potenzi la statistica in cui è portato mentre ne diminuisca una che è inutile per la nostra strategia.
Le abilità sono più complesse perché gli effetti variano dall’aumento di alcune statistiche, fino alla capacità di essere immune ad alcune mosse e dovremo cercare quelle più congeniali alla nostra strategia.
Indubbiamente però, le lotte in doppio sono state l’aggiunta in Pokémon Zaffiro che più ha impattato sul gameplay, tanto che sono il formato ufficiale dei tornei competitivi proprio perché permettono di elaborare migliaia di strategie diverse a seconda dell’avversario che ci troveremo davanti.
In conclusione Pokémon Zaffiro è stato uno spartiacque per la saga, sia per le novità che da semplici aggiunte sono diventate i pilastri che sorreggono la parte strategica del gioco sia perché è stato il titolo che ha portato l’azienda al livello successivo sia in termini di popolarità sia in termini di qualità videoludica.
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