Omen Exitio Plague è, come affermato dallo sviluppatore stesso Tiny Bull Studios, ispirato ai classici libri game degli anni ’80 e ’90 e si ambienta in un mondo che richiama quello creato da H.P. Lovecraft, ma con personaggi e vicende del tutto originali. Come ogni libro game, per quanto interattivo esso possa essere, il fulcro resta pur sempre la narrazione; una vicenda che si dipana pagina dopo pagina in cui noi siamo il protagonista.
In quanto protagonista dovremo prendere delle decisioni e queste cambieranno il corso degli eventi. La narrativa di Omen Exitio Plague quindi è accompagnata da una parte ruolistica, fatta di punti esperienza, abilità e scelte. Come agiremo all’interno della storia avrà delle considerevoli conseguenze, quindi dovremo sempre procedere con cautela e attenzione.
La trama di Omen Exitio Plague
Omen Exitio Plague ci pone nei panni di un medico londinese di nome Jake Huntington, in fuga dal suo passato. La nostra avventura comincia quando Jake, appena arruolatosi nell’esercito, sta per partire in missione verso Zanzibar. Egli non si è certo arruolato per passione né per un forte senso del dovere verso la sua patria. Il suo passato lo perseguita, lo tormenta, accende in lui dei sensi di colpa troppo difficile da gestire.
L’esercito non è che un mero palliativo per cercare di fuggire dai suoi tormenti: la moglie, Helen, è morta a causa di una malattia ignota e lui, in quanto medico, si sente responsabile di non essere riuscito a salvarla.
Così parte in missione, convinto di poter scampare ai demoni del suo passato, ma quel che non sa è che si troverà davanti ad orrori inimmaginabili, una malattia strana e sconosciuta e scoprirà che il suo passato è sempre pronto a tornare a galla.
Non voglio dire di più sulla trama, questo è l’incipit della storia e rivelare altro sarebbe un crimine, dal momento che il gioco stesso fa della narrativa il suo elemento principale, trovandoci di fronte ad un libro game. Quello che posso dire, per riallacciarmi a quello che è l’aggiornamento gratuito del titolo, è che ad un certo punto della storia principale Jake troverà un diario.
Ebbene la persona che ha scritto questo diario, Eric McLane, è il protagonista della storia intitolata “The Beginning”, introdotta con l’aggiornamento, che narra delle vicende precedenti all’arrivo di Jake a Zanzibar, di come la malattia abbia avuto inizio e abbia iniziato a diffondersi. Possiamo assistere in prima persona al destino di Eric calandoci nei suo panni e possiamo leggere il suo diario mano a mano che viene scritto.
Eric, cartografo di professione, viene ingaggiato per una missione di cui sa poco e nulla, la lettera che gli è stata inviata è estremamente vaga ma il mittente è una persona che lui conosce bene e immagina quindi che ci debba un motivo importante per cui questa persona l’abbia convocato. Così lascia a casa la moglie incinta e parte, senza sapere a cosa sta andando incontro.
Vorrebbe avere qualche dettaglio in più ma viene costantemente liquidato in fretta. Pare che la missione sia semplice, nulla di cui preoccuparsi, ma un po’ alla volta Eric inizia a maturare il sospetto che ci sia qualcosa di ben più grosso sotto. Nuovamente non mi addentro nei dettagli della storia, a te il piacere di scoprire cosa succede sia a Jake che a Eric.
Come funziona Omen Exitio Plague
Ebbene quindi, come funziona un libro game e in particolare modo Omen Exitio Plague? Semplice, si tratta esattamente di ciò che la dicitura esprime, un libro e un gioco assieme. Come può un libro diventare un gioco? Altrettanto semplice, aggiungendo alla narrazione degli eventi la possibilità di “giocare di ruolo” nei panni del protagonista.
Omen Exitio Plague si attiene a uno stile molto classico, vicino alla tradizione vecchia scuola dei libri game, dando semplicemente la possibilità al giocatore di migliorare le proprie caratteristiche e di prendere scelte.
Non che sia un male, chiariamoci, anche perché la componente ruolistica è gestita molto bene, semplicemente alcuni libri game più moderni offrono anche altre possibilità, come ad esempio quella di affrontare veri e propri combattimenti, che qui invece vengono risolti nuovamente attraverso le caratteristiche del personaggio e/o prendendo scelte.
Come dicevo, tuttavia, il sistema di sviluppo e scelte è gestito egregiamente. Il nostro personaggio Jake avrà la possibilità di guadagnare punti esperienza durante la storia, grazie ad eventi particolari o semplicemente conoscendo nuovi personaggi e avanzando nella trama. Essi ci permettono di far salire di livello le caratteristiche (o abilità) del personaggio, che sono 5, combattimento, osservazione, medicina, agilità e carisma.
Oltre a poter far salire di livello le abilità con l’esperienza, all’inizio della storia ci verrà data la possibilità di assegnare alcuni livelli gratuitamente, sempre all’interno della trama tramite alcune scelte effettuate in fase di addestramento militare. È bene dunque assegnare questi preziosi primi punti con attenzione.
Parlando delle scelte in Omen Exitio Plague, esse possono essere svincolate o legate alle abilità del personaggio. Alcune scelte sono libere, indipendenti dalle caratteristiche, dunque se vogliamo potremmo definirle scelte morali. Altre invece saranno dipendenti da tali caratteristiche, perché ci richiederanno di avere un certo livello di una data abilità per avere successo.
Capita quindi di trovarsi di fronte a dei bivi, in cui, per fare un esempio, per risolvere una determinata situazione possiamo cavarcela, a scelta, con combattimento o agilità. Ci troviamo quindi a scegliere una delle due opzioni in base alla costruzione del personaggio da noi effettuata. Se avremo puntato di più sul combattimento ci converrà scegliere quella opzione, o viceversa.
Non è comunque detto che avremo sempre successo, perché se ci troviamo nella medesima situazione ma abbiamo puntato tutto ad esempio sulla medicina, probabilmente falliremo, perché non avremo abbastanza punti né di combattimento né di agilità. Bisognerà quindi prestare attenzione a come spendiamo i nostri punti esperienza, o Jake potrebbe trovarsi in seria difficoltà in alcuni momenti!
Il peso delle scelte
Ogni scelta che faremo, sia essa morale o di abilità, avrà delle grosse conseguenze sulla trama di Omen Exitio Plague. Il gioco infatti propone delle imprese, che noi non conosciamo fintanto che non le avremo completate o fallite.
Esse non si basano su di una singola scelta, bensì su svariate scelte che avremo effettuato nel corso della storia. Infatti capiterà di veder comparire un “impresa fallita” o “impresa compiuta” anche nel bel mezzo della narrazione, senza aver appena effettuato una scelta.
Nel caso della storia “The beginning”, invece, il nostro protagonista Eric non accumulerà punti esperienza e non avrà le abilità. Essendo un racconto molto più breve è comprensibile come scelta, e ciò non toglie che siano stati fatti degli adattamenti di conseguenza. Infatti con Eric effettueremo scelte morali con conseguenze ancora più a lungo termine, soprattutto per quanto riguarda le relazioni con gli altri personaggi della storia.
Ci sono dunque sempre scelte che influiranno sull’andamento della storia, ma i cambiamenti più importanti riguardano il legame di Eric con gli altri personaggi, specialmente a lungo termine, rispecchiando perfettamente quelli che sono i concreti rapporti umani, per cui nel momento in cui prendiamo una scelta non sappiamo esattamente quali effetti essa avrà, perché ci sono sempre troppi fattori da considerare.
In questo senso il sistema delle scelte è stato reso ancora più realistico, più vicino a quella che è la realtà delle cose, seppur sacrificando la parte di sistema di esperienza e abilità. Ripeto però che, vista la durata ridotta di questo prequel, la scelta è sensata e offre comunque una varietà di gameplay rispetto alla storia principale.
In poche parole dunque il gameplay è soddisfacente e nella sua semplicità offre al giocatore una buona componente ruolistica, facendo sempre sentire il peso di ogni scelta e obbligando a prestare attenzione nell’assegnazione dei punti esperienza, perché non sappiamo cosa ci troveremo di fronte e di quali abilità avremo bisogno per cavarcela.
Altro punto a favore del gioco è la storia. Originale, ben costruita, carica di tensione e ricca di colpi di scena. Siamo sempre avvolti da un senso di mistero e circondati da orrori di ogni tipo. Alcuni aspetti potevano essere trattati meglio, alcune relazione (specialmente parlando della trama principale) potevano essere approfondite o meglio definite, ma tutto sommato la storia è soddisfacente e i difetti sono trascurabili.
Inoltre il fattore rigiocabilità di Omen Exitio Plague è alto, essendo che sarà praticamente impossibile compiere con successo tutte le imprese ed effettuare tutte le scelte giuste, per cui se vorremo portare a termine imprese precedentemente fallite non ci resterà che ritentare con una nuova partita.
La nota dolente di Omen Exitio Plague: comparto grafico e sonoro
Passiamo ora dunque a quello che è il tasto dolente di Omen Exitio Plague: la realizzazione tecnica. L’interfaccia se la cava bene, risulta molto piacevole, semplice e intuitiva, ho gradito molto l’aspetto vecchio stile con il libro consunto e il tavolo sottostante rovinato che conferiscono un’aria molto retrò al gioco.
Avremo a nostra disposizione il libro dove viene narrata la storia, una mappa che ci permetterà di capire sempre dove ci troviamo, una scheda che elenca gli oggetti a nostra disposizione e i personaggi incontrati (sia per Jake che per Eric), una lista degli avvenimenti principali (per Jake) e il diario (per Eric, da lui scritto) e la lista delle imprese sia compiute che fallite (per Jake).
Un plauso poi va sicuramente agli sviluppatori per aver usato il sistema touch screen della Nintendo Switch (questo sconosciuto che la gran parte dei titoli ignora completamente).
Passiamo invece ai disegni e al comparto sonoro del gioco e qui purtroppo troviamo i primi punti critici. Sia ben chiaro, nel complesso sono comunque tutto sommato piacevoli, ma la sensazione è che potessero essere fatti meglio. Tutto ciò che accompagna la lettura sono dei disegni sulla pagina destra del libro e qualche musica ed effetto di sottofondo.
I disegni di Omen Exitio Plague in sé sono anche belli e ben realizzati, ma molto semplici, in bianco e nero, e questo vale sia per la storia principale che per il prequel. Le immagini sono statiche e questo non è necessariamente un male di per sé, ma la semplicità unita alla ripetitività di immagini riproposte spesso e volentieri sempre uguali rende il tutto un po’ monotono e noioso.
Forse i disegni del prequel sono un po’ più dettagliati e realizzati meglio e sono anche un po’ meno ripetitivi di quelli della storia di Jake, ma la qualità resta circa la stessa a conti fatti. Non posso dire di aver notato un netto miglioramento, quindi nulla che mi spinga a dire che il comparto del prequel sia realizzato meglio. Chiaramente i cambiamenti non potevano essere radicali, sia per fedeltà al gioco che alla volontà di creare un libro game vecchio stile.
Il comparto sonoro sia per la trama principale che per “The Beginning” è discreto, le musiche sono piacevoli e gli effetti sonori vanno bene, ma nulla di più. Le musiche potevano essere più coinvolgenti e soprattutto più varie, anche qui si nota una certa ripetitività di fondo. Il tutto può essere imputato al voler ricreare un’esperienza vicina alla tradizione, ma ciò non toglie che un giocatore moderno possa non essere del tutto soddisfatto.
Dunque possiamo dire che il giudizio su Omen Exitio Plague resta sostanzialmente invariato rispetto alla nostra prima recensione, si merita giusto un piccolo punto in più per l’aggiunta gradita di contenuto extra e specialmente in modo gratuito.