Sviluppato e pubblicato da Valkyrie Inititative, OMNIMUS è una visual novel di stampo decisamente classico in bilico tra due generi: sci-fi e fantasy. Noi abbiamo accettato di far parte dell’esperimento previsto in questa inedita visual novel su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
OMNIMUS – Non chiamatelo Sword Art Online
OMNIMUS in quanto visual novel punta tutto se stesso sulla narrativa e in questo caso, come anticipato, si tratta di una storia in bilico tra la fantascienza distopica e il fantasy. Il motivo di questa stravagante (e se per questo, non molto originale) fusione è molto semplice: il secondo genere citato, il fantasy, è un mondo virtuale in cui l’umanità sta aderendo.
Ma procediamo con ordine. OMNIMUS si apre con un poco accattivante prologo dove una serie di screen statici mostrano un corollario di interventi televisivi (in breve: una serie di spezzoni di telegiornale) che ci aggiornano sullo stato attuale del pianeta e dell’umanità in generale. Per farla breve: non va per niente bene. Chi governava si è dimostrato un approfittatore (che sorpresa) e l’ultima guerra mondiale (la Terza Guerra Mondiale) ha lasciato strascichi pesanti i cui risvolti potrebbero andare avanti troppo a lungo.
In questo scenario futuristico e distopico, la scena viene tagliata e viene introdotto il protagonista. Noi vestiamo i panni di un uomo che esordisce all’interno di un ospedale. Siamo in fin di vita ma un dottore e un’infermiera sono lì a parlottare e a vegliare su di noi. Si capisce subito che non stanno semplicemente curando il protagonista e come se non bastasse, c’è una strana vocina metallica che si insinua fra i pensieri (copiosi e spesso troppo verbosi e prolissi) del nostro avatar.
Ben presto scopriamo cosa sta succedendo: siamo uno dei tanti “inutili” dell’umanità. Un ferito, un ferito grave che non ha speranze. Come detto, uno fra tanti in quanto l’umanità stessa si sta estinguendo nonostante la creazione di un “macro governo” internazionale che tutto sembra volere, tranne che il benessere di tutti. Eppure non è la morte la sua fine, oh no, gli viene concessa una nuova opportunità, quella di far parte dell’OMNIMUS. In realtà, non ha avuto scelta e l’OMNIMUS sembra essergli quasi imposto ma in ogni caso scopriamo cos’è che da il nome al titolo stesso dell’opera.
L’OMNIMUS è una sorta di “portale” (un collegamento vero e proprio) all’interno di un mondo virtuale. Esatto, tipo Sword Art Online. E, come nell’opera appena citata, anche qui il nostro protagonista si ritroverà a scegliere un avatar (lo sceglierà lui per noi) un nome (che potremo scegliere invece noi, liberamente) e inizierà a interagire in questo mondo puramente fantasy e dal primo impatto quasi “idilliaco”. Ovviamente, come da prassi, la situazione dentro e fuori dall’OMNIMUS è destinata a degenerare.
A differenza di Athanasy, OMNIMUS ha un ritmo molto frastagliato e dei personaggi più distaccati a cui si fatica ad affezionarsi. Inoltre, l’idea del mondo fantasy con relative conseguenze negative, pecca di originalità e, nonostante alcune trovate e risvolti narrativi comunque gradevoli (alcuni finali sono ben elaborati e sì, ci sono diversi finali) la storia non rimane impressa come dovrebbe.
Come un libro
Citando nuovamente Athanasy, OMNIMUS ha un gameplay estremamente simile. Parliamo di una visual novel standard e priva di attività secondarie, puzzle, enigmi o minigiochi. Quello che dovrai fare è semplicemente leggere ed effettuare delle scelte (neanche molte in realtà) che potranno influire (in modo anche abbastanza invasivo) sul nostro percorso e portandoci a uno dei finali previsti.
Nel dettaglio, potrai quindi procedere nei dialoghi (anche utilizzando comodi comandi touch se scegli di usufruire del titolo in modalità portatile), recuperare quelli già avvenuti in una sorta di comoda cronologia e salvare il gioco quando preferisci. In pratica è come leggere un libro fantascientifico e l’effetto è anche abbastanza gradevole e comodo.
Grafica e sonoro
Appurato che OMNIMUS è praticamente un libro interattivo, diamo un’occhiata al versante grafico. Graficamente parlando, OMNIMUS è sottotono e appare decisamente poco ispirato e con un’identità abbastanza povera. Il che è un peccato considerando lo splendido menù iniziale che ci accoglie a inizio schermata. Purtroppo gli artwork dei personaggi non sempre sono ben definiti e ammettiamo che il prologo con immagini statiche che sembravano foto di cartoni animati, non ci ha particolarmente colpito.
Anche le varianti fantasy dei vari personaggi, alcuni con orecchie a punta, altri con carnagione pallida e che richiamano in modo più o meno palese proprio gli avatar di Sword Art Online non brillano particolarmente e faticano a creare una propria identità. Sì, ci sono ben due romance e non manca neanche del fan service ma in giro c’è comunque di meglio. Inoltre, da segnalare l’inspiegabile presenza di caricamenti con tanto di barra di “loading” che appare di tanto in tanto durante alcuni brevi cambi di scenario oltre a un lieve abuso delle schermate nere.
Il sonoro non è male anche se nessuna traccia rimane impressa anche se non risultano mai fastidiose. Buoni gli effetti sonori, abbastanza credibili. Da segnalare l’ottima prestazione del gioco in modalità portatile dell’ibrida Nintendo, per noi ideale considerando la tipologia di gioco. Infine, da segnalare che il titolo è disponibile unicamente in lingua inglese (niente sottotitoli in italiano) e considerando che parliamo di un vero e proprio libro con termini non molto semplici, questo potrebbe risultare uno scoglio per più di un utente.