La storia videoludica della ciurma di Cappello di Paglia, è sempre stata caratterizzata da alti (neanche tanto) e bassi (davvero profondi). Finalmente con One Piece Odyssey, siamo di fronte a un prodotto di altissima qualità, adatto non solo ai fan della serie, ma anche a chi è alla ricerca di un buon GDR a turni, che non si vieta di presentare alcune meccaniche interessanti.
La scelta di affidare lo sviluppo del titolo al team ILCA, si è rivelata una mossa vincente e soprattutto apre la strada a un futuro che si spera, continui su questa strada, e che non presenti altre produzioni indegne del nome che portano. L’esperienza del team su Dragon Quest XI si vede tutta, e il risultato è un’opera che riesce a coinvolgere e appassionare sin dai primi momenti.
One Piece Odyssey: una storia inedita
La vita del pirata è in mezzo al mare, e la ciurma di Rufy non fa eccezione. Mentre solcano i mari, l’attenzione dei nostri protagonisti, viene attirata da una particolare isola con al suo interno delle torri altissime e dei misteriosi fasci di luce. La ciurma non fa in tempo a decidere di partire per l’esplorazione, che viene investita da una tremenda tempesta, che si conclude con il loro devastante naufragio sulla misteriosa isola di Waford. La ciurma riesca a cavarsela, anche se viene separata, mentre chi ne esce maggiormente danneggiata è la Thousand Sunny, ormai semi distrutta.
Rufy e i pochi compagni naufragati vicini a lui, partono alla ricerca del resto dell’equipaggio, e One Piece Odyssey usa questo espediente per introdurre il giocatore ai comandi di base, e alle prime meccaniche di combattimento. Quando alla fine tutta la ciurma è nuovamente al completo, faremo la conoscenza di Lim, una giovane abitante dell’isola, con un’odio smisurato per i pirati e dotata di un misterioso quanto letale potere, ovvero quello di far dimenticare come usare i propri poteri e abilità alle persone, semplicemente toccandole.
In men che non si dica, Lim riesce a toccare e privare dei poteri tutto l’equipaggio di Rufy, Cappello di Paglia incluso, che si trasformano in cristalli che si spargono per tutta l’isola, prima di scomparire e lasciare il gruppo alle prese con un pericolosissimo golem custode dell’isola. Privi dei loro poteri, i pirati vengono tratti in salvo da un nuovo e misterioso personaggio, Adio Suerte, che riesce a farli fuggire dallo scontro. Nota positiva, i due nuovi arrivati, ovvero Lim e Adios, sono stati supervisionati e disegnati dello stesso Eiichiro Oda.
Da qui parte una storia inedita, che non ripercorre gli eventi del manga o anime, o meglio lo fa solo in parte. One Piece Odyssey usa l’espediente del dover ritrovare i ricordi, per far rivivere al giocatore alcuni frangenti di eventi già narrati, aggiungendoci però alcune missioni secondarie e retroscena inediti, che contribuiranno a diminuire il fattore “già visto” dei ricordi.
Gameplay tra il classico e l’innovativo
Come già noto, One Piece Odyssey è un gioco di ruolo a turni, che ricalca in tutto e per tutto gli stereotipi del genere, ma con l’interessantissima e dinamica introduzione dello Scramble Battle Area. Questa nuova meccanica fa si che a ogni inizio combattimento, i quattro membri titolari del nostro parti saranno posizionati su zone diverse, e ognuno dovrà affrontare i propri nemici. Avuto la meglio sul nemico, i personaggi potranno correre in aiuto degli altri membri del team, spostandosi in altre zone. Tutti i membri della nostra ciurma e tutti i nemici, saranno divisi in tre categorie, ovvero Forza, Velocità e Tecnica, che andranno a formare il classico rettangolo di forza e debolezza, con la forza che sarà superiore alla velocità, che a sua volta avrà la meglio sulla tecnica, quest’ultima superiore alla forza.
Il posizionamento dei membri del team nelle varia Scrambe Battle Area sarà casuale, e spesso ci si ritroverà a dover affrontare nemici forti contro la nostra categoria. In aiuto arriva la classica meccanica di sostituzione dei membri, che può avvenire in qualsiasi momento del nostro turno, e non ci farà perdere l’azione in corso, invogliando il giocatore a sperimentare sempre nuove combinazioni.
In aggiunta, troviamo anche il Dramatic Scenes System, una meccanica che si verificherà in alcuni combattimenti, e che richiederà di compiere delle azioni specifiche, come vincere uno scontro entro un determinato numero di turni e altro, ricompensandoci con tantissimi punti esperienza.
Ovviamente come ogni GDR che si rispetti, anche su One Piece Odyssey ci saranno diversi altri elementi da tenere in considerazione, come status, effetti delle mosse speciali, resistenze e diversi altri. Tutto il gioco inoltre scorre su ritmi molto tranquilli quando si parla di livello di difficoltà, grazie a una buona curva di apprendimento, non risultando mai frustrante anzi, a volte un po’ troppo facile se si masticano bene i GDR.
Tecnicamente all’arrembaggio
Nella cinquantina di ore necessarie a completare One Piece Odyssey, portando avanti anche le divertenti e ben strutturate missioni secondarie, si è totalmente avvolti dalla fantastica atmosfera di One Piece. Tutto è perfettamente in armonia, dalla grafica al sonoro, dal doppiaggio (il gioco è localizzato in italiano per quanto riguarda i testi), all’umorismo classico della ciurma.
Pur improntandosi sul classico gameplay da gioco di ruolo a turni, il titolo di ILCA riesce con le meccaniche dello Scramble Battle Area e il Dramatic Scenes System, a offrire una profondità inaspettata, piacevole e che mantiene sempre alta l’attenzione del giocatore. Le cose da fare sono tante, così come le abilità da apprendere per ogni membro dell’equipaggio, tutte rigorosamente tratte del manga, per la gioia dei fan.
Se si vogliono trovare un po’ di peli nell’uovo, possiamo dire che il livello di difficoltà potrebbe risultare troppo facile per chi mastica da parecchio i giochi di ruolo a turni, e che molte abilità diventano totalmente inutili, riducendo il giocatore a utilizzare sempre le stesse per ogni scontro. Per il resto possiamo dire che con One Piece Odyssey, il brand di One Piece ha trovato la rotta!
https://youtu.be/HMbCdCTE4bc