Oggi, nella nuovo appuntamento con la rubrica PlayerOne, ci avventuriamo in un mondo fiabesco, dove una piccola fiamma di luce affronta l’oscurità con coraggio e sensibilità. Il protagonista di questo articolo è Ori, lo spirito luminoso che ha conquistato il cuore di migliaia di giocatori grazie a Ori and the Blind Forest e al suo seguito the Will of the Wisps.
Storia e lore
Appena ci immergiamo in quest’universo, ci accorgiamo di quanto il regno di Nibel (e poi la terra di Niwen) sia intriso di magia. Gli alberi secolari, gli scorci segreti e le creature che abitano queste regioni sembrano vivere in perenne simbiosi con lo spirito della foresta. Lo spiritello, nato dall’Albero degli Spiriti, viene strappato dalla propria essenza luminosa a causa di un terribile cataclisma e finisce tra le braccia di Naru, una creatura dal cuore gentile che diventa la sua famiglia adottiva.
Ben presto, la foresta inizia a morire: i suoi rami si seccano, la terra inaridisce e gli animali si aggirano smarriti, preda di un buio opprimente. È in questo scenario che Ori intraprende un viaggio tanto epico quanto intimo, alla scoperta di poteri sopiti e di alleati che lo guideranno verso la rinascita della foresta. Lungo il cammino, incontriamo Sein, un piccolo spirito che funge da voce e guida per Ori, e ci scontriamo con le forze oscure che cercano di inghiottire ogni residuo di speranza.
Nel secondo capitolo, Ori and the Will of the Wisps, il nostro eroe si ritrova in una terra ancora più vasta e insidiosa, accompagnato dall’amico gufo Ku. Ancora una volta, la corruzione che si diffonde tra radici e rami minaccia la vita stessa, e Ori dovrà superare prove ancor più ardue per risvegliare la luce sopita. Ogni nuova abilità sblocca un frammento della sua vera essenza e ci fa sentire parte di una fiaba moderna, dove il coraggio non è mai sinonimo di violenza, ma di empatia e sacrificio.
Analisi del personaggio
Ori ci colpisce per la sua delicatezza. È un piccolo spirito che incarna la purezza della luce, eppure affronta avversità imponenti che metterebbero in ginocchio anche il più intrepido degli eroi. Il design del personaggio, con la sua sagoma eterea e i movimenti fluidi, fa percepire un senso di fragilità che si trasforma in forza. Non servono parole: basta un gesto di Ori, un suono sommesso o uno sguardo rivolto all’orizzonte per comprendere le emozioni che lo attraversano.
Questa capacità di comunicare in modo silenzioso trova riscontro anche nel suo rapporto con l’ambiente. Ori non è semplicemente un viaggiatore in una terra sconosciuta, ma è parte integrante dell’ecosistema, un frammento di luce che la foresta stessa ha generato per opporsi alle tenebre. Ogni salto, ogni planata tra i rami e ogni fulmineo scatto rappresenta non solo un’abilità di gioco, ma anche la metafora di una creatura che vive in armonia con la natura, cercando in ogni istante di ristabilirne l’equilibrio perduto.
Musica sublime
Un elemento fondamentale che contribuisce a farci empatizzare di più con Ori è la colonna sonora composta da Gareth Coker. Sin dalle prime note, avvertiamo come la musica non si limiti a fare da sfondo, ma diventi parte del racconto, esprimendo sensazioni e stati d’animo che spesso le parole non possono descrivere.
Le melodie che accompagnano l’avventura di Ori sono sospese tra il sussurro e l’epica. Riconosciamo tocchi di pianoforte che evocano la delicatezza dei momenti più intimi, flauti e archi che ci trasportano tra i rami di una foresta incantata, fino a percussioni più intense che sottolineano le scene di pericolo e tensione. Ogni luogo, ogni incontro e ogni momento cruciale del gioco trova la sua controparte musicale, quasi fosse un dialogo tra il compositore e il mondo di Ori.
Una lotta che ci tocca
La vicenda di Ori ci offre uno spunto prezioso per riflettere sul tema della resilienza. Quando ci troviamo dinanzi a un evento traumatico — che si tratti della perdita di una guida o della distruzione del nostro ambiente sicuro — il dolore può paralizzarci, ma può anche diventare l’innesco di una rinascita. Ori, piccolo e apparentemente indifeso, impara a camminare tra macerie e rovine, a fronteggiare creature ostili, a cadere e a rialzarsi, acquisendo via via una maggiore consapevolezza di sé.
Gli incontri che Ori vive lungo il percorso riflettono le diverse modalità con cui ci relazioniamo ai nostri conflitti interiori. C’è chi ci sostiene e ci ispira (come Naru e Sein) e chi ci mette alla prova in modo spietato, obbligandoci a superare ostacoli che consideravamo insormontabili. Ogni vittoria e ogni sconfitta sono tappe di un cammino che non riguarda solo il salvataggio della foresta, ma anche la scoperta della nostra forza interiore.
Questo processo di ricerca di senso e di identità, ben radicato nel viaggio dell’eroe, può trasmetterci un messaggio di speranza: non siamo mai troppo piccoli per credere in un futuro migliore, e spesso è proprio la nostra fragilità a farci trovare la determinazione per combattere.
Conclusione
Ori, con la sua luce, la sua grazia e la sua silenziosa determinazione, ci insegna che anche la più flebile fiammella può brillare a sufficienza da illuminare la strada in mezzo alla notte. Il suo viaggio ci avvolge in un abbraccio di immagini oniriche e melodie struggenti, ricordandoci che c’è sempre una nuova alba dietro l’oscurità più fitta.