Sviluppato da Charge Games e pubblicato da Digerati e Doyoyo Games, Overloop è un platform game con piccolissimi elementi di shooter e totalmente concentrato su puzzle ambientali dedicati alla creazione e relativo utilizzo di cloni. Noi ci siamo clonati per oltre duecento volte su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Overloop – Quanta importanza può avere un clone?
Il mondo sta per subire una rivoluzione inimmaginabile e a te spetta il compito di fare la dimostrazione ufficiale. Eccoti quindi passeggiare in un edificio anonimo, ascoltando suggerimenti di scienziati più o meno esaltati fino ad arrivare a lei: una pistola. Ma non una pistola qualunque. Questa pistola è in grado di clonare chi la impugna. Esatto, è stato appena creato un modo per clonare velocemente gli esseri umani.
Passano gli anni e il mondo è cambiato, ora regna la devastazione. I cloni reclamano dignità e pari diritti mentre le “copie originali” (che puoi distinguere dagli abiti blu) maledicono l’invenzione della pistola clonatrice e condannano i cloni a una vita di meri strumenti. In tutto questo, colui che ha finanziato l’invenzione ha preso il dominio su tutto creando un vero e proprio impero. Tu, in mezzo a questo caos, ti ritrovi tra le mani un’altra pistola e quindi, col potere di poterti clonare. Armato di cloni infiniti, parti per un viaggio (decisamente breve) in un mondo morente e afflitto da innumerevoli problemi.
L‘incipit e il contesto narrativo di Overloop è accattivante ed è inevitabile tornare ad altri titoli come Detroit: Become Human di Quantic Dream. Purtroppo, però, la trama parte bene per poi smarrirsi in alcuni momenti ritmicamente discutibili non dosando bene il susseguirsi delle fasi ad enigmi con quelle prettamente narrative. In compenso non mancano fasi decisamente comiche (come un impiegato che deve consegnare un modulo e che per farlo impiega decisamente troppo tempo tra chiacchiere futili e telefonate ad altri colleghi inutili e prolisse) e altre molto mature e complesse.
E proprio queste ultime ci sarebbe piaciuto ricevere ulteriori approfondimenti. La questione dei cloni, della loro identità e di tutta l’etica che li circonda non viene sempre approfondita bene ed è un peccato perché di spunti intriganti ce ne sono molti. Da segnalare che il titolo ha durata decisamente contenuta e che potrai completarlo anche in un paio di pomeriggi.
Clonati e vai avanti
Overloop è un platform in 2D a scorrimento orizzontale con lunghe fasi da puzzle game incentrate, ovviamente, sulla creazione e utilizzo dei cloni. Di base noi comandiamo il protagonista che ha la possibilità di saltare e utilizzare la pistola. Questa, oltre a permetterci di clonarci con la semplice pressione di un tasto, può anche sparare dei proiettili (infiniti).
Overloop, infatti, include momenti di shooting decisamente banali e semplici ma che, mescolati alle fasi da puzzle, diventano decisamente più complessi ed appaganti. Ed ecco quindi che, se sparare non porta chissà quale innovazione, creare e utilizzare i cloni è molto più divertente anche se non sempre comodissimo.
Inizialmente potremo avere a disposizione un unico clone ma presto il numero aumenterà. Potremo prendere il controllo di ogni clone grazie alla semplice pressione di un tasto, tenendo però a mente che è solo la copia originale quella che potrà varcare la porta alla fine dell’enigma per procedere oltre. Inoltre, è sempre la copia originale quella che deve restare in vita mentre i cloni, possono essere utilizzati (anzi, devono essere utilizzati) per gli scopi più meschini e crudeli.
Non per niente tra i primi “puzzle” da risolvere c’è quello di scaraventare un nostro clone in un laser per farlo saltare in aria e disabilitare così la trappola, liberando il percorso alla copia originale. E questo non deve sorprenderti, fa parte del gioco e dell’etica prima accennata. Sfruttare i cloni, anche nel peggiore dei modi, per superare ostacoli è la base della risoluzione di tutti gli enigmi di Overloop.
Oltre a farli saltare in aria in un esplosione di sangue pixellato, i nostri cloni potranno anche fungere da scala (possiamo letteralmente saltarci in testa e sfruttarli come piattaforme) o per tener premuti determinati pulsanti. Ma anche per attirare il fuoco nemico o bloccare determinate trappole. Overloop è pieno di enigmi e la variabilità, seppur non esagerata, non manca.
Da segnalare il metodo per eliminare autonomamente i cloni non più utili (in quanto non potrai generare cloni infiniti ma, per clonarti di nuovo dovrai prima liberarti di quelli già prodotti) che in pratica ci chiede di prendere il controllo del suddetto clone e di tener premuto un tasto finché non esplode. Alla lunga questa pratica può risultare un po’ macchinosa e poco comoda anche perché non esiste un’opzione per eliminare tutti i cloni contemporaneamente ed è quindi necessario passare di continuo da un personaggio all’altro (e lo farai sempre più spesso).
Il livello di sfida è nella media anche se non mancano enigmi decisamente impegnativi, soprattutto quelli che richiedono la concatenazione di più azioni. Da citare anche enigmi “a tempo” o altri dove le abilità prettamente da platform (quindi, saltare) sono la chiave di svolta per la salvezza.
Contenutisticamente parlando, Overloop è un’esperienza fugace e divertente che, come unico elemento di rigiocabilità, offre la ricerca di determinati collezionabili (dei cristalli blu) nascosti all’interno dei vari livelli e che ti serviranno per un piccolo extra finale. Volendo, si potrebbe anche decidere di rivivere l’avventura sfidando se stessi e cercando di utilizzare un minor numero di cloni (il gioco, infatti, ci tiene a numerare ogni singolo clone ricordandoci quanti ne abbiamo sacrificati).
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Overloop utilizza una pixel art molto semplice, con pochi dettagli e una variabilità in parte discutibile. Capita, infatti, di ritrovarti a risolvere una serie di enigmi in ambienti fondamentalmente tutti uguali tra loro. Il che è un peccato considerando la potenziale atmosfera che si poteva sfruttare decisamente di più.
Il sonoro si difende bene, nonostante l’assenza del doppiaggio (i personaggi comunicano con mugugni), non mancano diverse tipologie di sonorità che sapranno accompagnarti fino alla fine in modo discreto e mai fastidioso. Buoni anche gli effetti sonori mentre non ci sono problemi tecnici rilevanti da segnalare.
Il titolo non ha i sottotitoli in italiano ma i testi presenti non sono molti e sono tutti decisamente comprensibili e per niente complessi. Per quanto riguarda le modalità di gioco, quella portatile garantita dall’ibrida di casa Nintendo è perfetta per poter godere pienamente di questo piccolo ma divertente titolo. Anche perché la modalità docked presenta al momento alcuni problemi legati alla scomparsa dei testi rendendo quindi incomprensibile seguire la storia (non essendoci il doppiaggio). Gli sviluppatori sono però a conoscenza del problema e stanno già lavorando per risolverlo.