Nel vasto panorama dei giochi survival, vi sono titoli che si distinguono per la loro crudele sfida e l’inaspettato piacere derivante dalla sofferenza del giocatore. Pacific Drive, sviluppato da Ironwood Studios, si inserisce in questo contesto, offrendo un’esperienza masochistica, ma anche ludicamente intrigante e piacevole, che ricorda le visioni del regista Hidetaka Miyazaki, noto per i suoi titoli dalla difficoltà implacabile come Dark Souls e Elden Ring.
Pacific Drive, un tranquillo viaggio all’inferno
La trama di Pacific Drive si svolge nella Olympic Peninsula, una regione situata nello stato di Washington. Nel 1947, questa penisola diventa il campo di prova per una nuova tecnologia molto promettente. Mentre i rumors sulle sue creazioni utopiche si diffondono, crescono anche le storie su evacuazioni notturne, sparizioni irrisolte e incontri innaturali. Nel 1955, il governo delimita la zona dichiarandola Olympic Exclusion Zone.
Per trent’anni, i confini della zona hanno continuato ad espandersi fino a quando il governo, ormai senza via d’uscita, si vede costretto a ritirarsi sigillando ogni punto di accesso. Ciò che è accaduto all’interno non è mai stato divulgato.
Gameplay e meccaniche
Pacific Drive è un gioco di sopravvivenza e crafting, dove siamo messi a dura prova nella gestione di risorse limitate, migliorare il nostro veicolo e navigare tra le insidie della Olympic Zone. Il gioco presenta una vasta gamma di meccaniche, inclusi sistemi di crafting, condizioni meteorologiche estreme, e un’interfaccia utente ricca, forse anche troppo, di elementi visivi.
La meccanica dei vari viaggi è molto intrigante, infatti una volta avviata una spedizione ci saranno solo due modi per salvare, tornare al nostro rifugio, attraverso una sorta di teletrasporto, oppure andare in una zona collegata. Questo aspetto aggiunge un’ulteriore sfida, ma potrebbe essere frustrante per chi magari, per un motivo o per un altro, non riuscirà a completare la spedizione.
La gestione dell’auto è fondamentale, attraverso la tecnologia fantascientifica del gioco, si possono infatti fare upgrade, riparazioni e migliorie tattiche sia nel nostro rifugio principale che nella crafting machine presente nel nostro bagagliaio.
Il gameplay di Pacific Drive si distingue per la semplicità dei sistemi di guida, mentre la vera sfida risiede nell’adattarsi agli ostacoli presenti nell’ambientazione, che sono numerosi e impegnativi. L’esplorazione aggiunge ulteriore profondità al gioco: quando scendiamo dal nostro veicolo, diventa fondamentale avere a portata di mano una serie di strumenti essenziali come la crowbar (il classico piede di porco), il flessibile e il martello pneumatico portatile.
Opzioni difficoltà
La difficoltà di gioco non è fissa e non offre categorie come facile, normale o difficile. Invece, il titolo offre la possibilità di modificare alcune impostazioni per rendere l’esperienza di sopravvivenza meno impegnativa. Queste opzioni includono la disattivazione del danno alla macchina e del danno al giocatore, l’accelerazione del ciclo notturno e la possibilità di mettere in pausa il gioco durante il menu.
Queste opzioni sono apprezzabili per i meno esperti, ma personalmente ritengo che possano compromettere l’essenza stessa del gioco. Tuttavia, per coloro che desiderano concentrarsi esclusivamente sulla trama, questa possibilità è disponibile.
Un survival degno di nota
Pacific Drive offre un’esperienza coinvolgente e impegnativa fin dall’inizio, mettendo alla prova gli amanti dei survival con sfide intriganti e avvincenti. L’ambientazione e l’atmosfera del gioco sono avvolgenti, trasmettendo una forte sensazione di oppressione e pericolo che ci tiene sulle spine durante tutto il percorso.
Le complesse meccaniche di crafting aggiungono un elemento di pianificazione e strategia essenziale per la sopravvivenza, portandoci a ponderare attentamente ogni decisione e risorsa disponibile, nonostante il gioco in se ci darà qualche suggerimento.
Il carattere non convenzionale dello sviluppo dei personaggi aggiunge profondità alla narrazione, con il veicolo stesso che assume un ruolo centrale e diventa parte integrante della storia, contribuendo a creare un’esperienza unica e coinvolgente.
La bellezza di Pacific Drive si rivela nella continua itineranza da un luogo all’altro, mentre cerchiamo risposte, aiuti e facciamo del nostro meglio per sopravvivere alle molteplici insidie presenti nella Olympic Zone.
Questo viaggio avviene in un’ambientazione suggestiva che ci tiene costantemente in tensione e ci mette alla prova, trasformando una semplice station wagon in un rifugio al quale ci affezioniamo sempre di più man mano che avanza il gameplay.
Quasi perfetto, ma con limitazioni
Per quanto riguarda i difetti di Pacific Drive, non sono molti. Sarebbero stati graditi maggiori dettagli sulla grafica degli interni della macchina e su alcuni oggetti, oltre alla possibilità di selezionare la lingua italiana per l’interfaccia. Inoltre, il protagonista che può muovere l’auto a calci non sembra molto normale e potrebbe risultare fuori contesto.
Tuttavia, l’unico vero problema che potrebbe generare frustrazione è la complessità dell’interfaccia. Con così tante opzioni e azioni disponibili, una schermata così densa di testo, contenuti e pulsanti, unita alla presenza dei sottotitoli, potrebbe risultare davvero fastidiosa e compromettere l’esperienza di gioco.
La gestione della narrativa in Pacific Drive presenta un’interessante peculiarità: agiremo principalmente come ascoltatori, privi di possibilità di interazione diretta con i personaggi data l’assenza di metodi di comunicazione in entrata. Tuttavia, considerando la durata dei viaggi all’interno del gioco, l’introduzione di una voce narrativa interna avrebbe certamente attenuato il senso di solitudine e avventura.