Painting Werther è un titolo che parte da premesse apparentemente promettenti: una trasposizione videoludica di un’opera risalente al 1774, che in questo caso diventa una vera e propria visual novel interattiva. Chiaramente, premesse di questo tipo devono essere accompagnate da un gameplay altrettanto interessante, che possa rendere giustizia alla narrazione stessa. Vediamo quindi se il gioco ci riesce in questa recensione.
Una storia tormentata
La trama di Painting Werther narra di un uomo che si invaghisce di una nobildonna, che però è la promessa sposa a un uomo diverso. Parliamo quindi di un amore impossibile, che semplicemente nella società dell’epoca non poteva andare avanti in alcun modo. Proprio per questo motivo, il protagonista cerca di dimenticare la donna, svolgendo altre attività o cercando altri interessi amorosi, ma la sua ossessione è semplicemente troppo forte.
I suoi pensieri continuano a tornare a quella nobildonna, generando emozioni e pensieri forti, difficili da mettere da parte. Ed è proprio su questi che si concentra la narrazione. Buona parte della storia, infatti, viene narrata tramite le lettere che il protagonista manda a un suo amico, descrivendo quello che prova e permettendo allo spettatore di ricostruire l’intera vicenda.
Queste lettere sono spesso costruite da descrizioni colorite, dal sapore settecentesco. Ed è proprio questo il vero cavallo di battaglia della produzione: i testi, presentati tramite box di testo inseriti all’interno di veri e propri quadri, proiettano subito il giocatore in un’epoca passata, dove gli amori impossibili erano una realtà concreta e i patemi d’animo che generavano sembravano insuperabili.
I dipinti stessi, poi, contribuiscono a enfatizzare alcuni aspetti delle lettere stesse, sottolineando certi accadimenti tramite sporadiche interazioni, oppure facendo eco alle emozioni del protagonista con cambiamenti di colore di vario tipo.
Il gameplay di Painting Werther
Passiamo ora al comparto ludico di Painting Werther o, almeno, a quanto di più simile al gameplay proponga il titolo. E’ infatti molto difficile parlare di una vera e propria componente interattiva, che qui è essenzialmente ridotta all’osso. Nonostante il gioco venga descritto come una visual novel, in realtà le differenze con questo genere sono molto imponenti ed è difficile parlare di un vero e proprio gameplay. Ma andiamo con ordine.
Il loop di gameplay di Painting Werther ci vede semplicemente passare da un quadro in movimento all’altro, occasionalmente interagendo con i dipinti su schermo in modi più o meno importanti. Questa sorta di “carosello” di dipinti è diviso in vari scenari, quasi come fossero i capitoli di un libro, dove la storia va avanti trattando un avvenimento, un’emozione del protagonista o un tema specifico.
Ma, in tutto questo, di che interazioni stiamo parlando? Di base, Painting Werther si pone come una storia narrata attraverso box di testo circondati da dipinti in movimento. Questi devono occasionalmente essere modificati dalle interazioni del giocatore, in modo da far proseguire la vicenda. In alcuni casi, per esempio, bisogna far scorrere il mouse per dipingere un paesaggio o per delineare i tratti di un personaggio. Altre volte bisogna trascinare elementi per lo scenario, mentre in altri casi si lanciano macchie di colore sullo schermo, oscurando tutto.
Queste interazioni, per quanto a volte siano originali, si mantengono però su un livello mai troppo interessante. La maggior parte delle volte, di fatto, basta far scorrere il mouse a caso, spammando il pulsante sinistro, senza una vera e propria meccanica che possa fare da guida. Ci sono poi interi pannelli dove la storia si limita ad andare avanti senza interazioni, riducendo il giocatore a un semplice spettatore di testi e immagini.
In altre parole, Painting Werther non è una visual novel, ma un libro interattivo che cerca di trasporre in una forma più interessate un libro cartaceo del ‘700. Le interazioni sono quindi ridotte al minimo e la parte puramente visiva non è, a sua volta, troppo complessa. Nonostante i dipinti siano oggettivamente spettacolari – riuscendo peraltro a ricalcare la tipica estetica dell’epoca coeva – la loro componente animata è spesso poco sfruttata. Non troviamo, per esempio, interazioni paragonabili a libri game come iLovecraft o iPoe, dove in alcuni pannelli ci sono animazioni relativamente complesse ed effetti di luce accattivanti.
In altre parole, se dovessimo valutare Painting Werther come una visual novel, il titolo ne uscirebbe bocciato. Se però dobbiamo guardarlo come un libro interattivo, allora siamo davanti a un buon prodotto, sicuramente non eccelso, ma comunque in grado di trasporre con coerenza estetica e stilistica un libro di un’epoca ormai lontana.
Tecnicamente buono
Il comparto tecnico di Painting Werther non fa gridare al miracolo. Di fatto, il gioco si limita a proporre pannelli poco animati, con interazioni minime ed effetti poco interessanti. Al contrario, il comparto estetico del titolo è eccellente, grazie a illustrazioni semplicemente spettacolari, dipinte con uno stile coerente con quello dei testi. Allo stesso modo, alcune animazioni e interazioni riescono ad enfatizzare determinati momenti della narrazione, che quindi ne viene valorizzata. Peccato solo per non aver osato di più in alcuni pannelli.
Infine, il comparto sonoro è ottimo, con musiche che contribuiscono a delineare l’atmosfera di un’epoca passata.