Sviluppato da Ninja Rabbit Studio e pubblicato in sinergia con Ratalaika Games, Panda Punch è un platform game con elementi action e rompicapo ambientali con uno stile visivo e tecnico che richiama diversi classici del passato.
Noi abbiamo vissuto l’avventura dell’eroico panda rosso col braccio robotico su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Panda Punch: prendiamo a pugni i cattivi
La narrazione di Panda Punch non è memorabile, non è ricca e nemmeno sorprendente. Pecca anche di originalità, presentando una classica invasione di nemici pronti a devastare il mondo. Noi impersoniamo, neanche a dirlo, l’eroe che dovrà porre rimedio a tutto, tale Zeep.
La particolarità, questa volta, è nel tipo di protagonista: un panda rosso. Ma non solo, parliamo di un panda rosso dotato di un braccio robotico col pugno allungabile (stile Bionic Commando). Ma procediamo con ordine, Panda Punch si apre con la foresta sotto attacco e il nostro eroe che corre dal padre cercando spiegazioni del disastro. Il genitore ci fa capire che c’è poco da fare, bisogna scendere in azione e difendere le nostre terre. Come Combattendo, ovviamente!
Ecco quindi che il nostro genitore si adopera a impiantarci un braccio robotico che sarà il nostro vero e proprio coprotagonista. Tra alieni, robot, piattaforme e la possibilità di tornare da nostro padre per upgrade e potenziamenti, Panda Punch scorre via abbastanza velocemente, focalizzandosi soprattutto sul gameplay e non regalando sorprese sul piano narrativo.
Tra salti ed enigmi
Panda Punch è fondamentalmente un platform in 2D abbastanza classico e con poche sorprese, ludicamente parlando. Anzi, il protagonista è anche abbastanza “lento” ma non avrai problemi a saltare, anzi. Per fortuna è assente la sensazione di “pattinare” e difficilmente sbaglierai a saltare.
Sul versante platform, Panda Punch è decisamente immediato e semplice, nonché intuitivo e terribilmente standard se non fosse per il braccio robotico. Il braccio, infatti, racchiude in sé diverse meccaniche, non tutte riuscitissime.
La prima, ovviamente, è quella di attaccare i nemici. Per farlo, potrai premere a ripetizione il tasto attacco e vedere il pugno allungarsi in direzione dello sguardo del panda. Lo diciamo subito, non è Bionic Commando, qui il raggio d’attacco è abbastanza ridotto e i combattimenti in sé, non sono così emozionanti.
Ma col braccio, potrai anche effettuare dei balzi, sfruttandolo come una sorta di trampolino, utile per schivare nemici o trappole. Inoltre, sempre grazie al braccio robotico, potrai spostare cubi e afferrare oggetti. A andando avanti riuscirai a sbloccare nuove abilità e potrai anche potenziare i parametri di Zeep grazie all’aiuto del papà/fabbro che potrai sempre andare a trovare selezionando dalla mappa del mondo. Per potenziare il nostro panda rosso, basterà consegnare un determinato numero di “soldi”. Questi li troverai sparsi in giro nei livelli insieme ad altri collezionabili.
Panda Punch offre oltre 50 livelli, sparsi in una mappa a sua volta frammentata in vari biomi. Nessun bioma splende per originalità o estetica ma offrono comunque una gradevole varietà. Per quanto riguarda il level design, anche qui, tutto abbastanza standard e già visto altrove, salvo alcune trovate intriganti. Inoltre, da segnalare come alcuni livelli siano decisamente brevi (pochi minuti e giungi al traguardo).
Migliorano le fasi coi boss, un po’ più impegnative ed appaganti (anche esteticamente parlando). Purtroppo giocando a Panda Punch si sente la mancanza di un’identità forte e di livello, in livello, complice una grafica monotona e non molto dettagliata, ci si può stancare abbastanza presto.
Buoni anche i rompicapo, semplici ma gradevoli. Ce ne sono di vario tipo, da pulsanti da tener premuti spostando scatole sopra, a piattaforme invisibili da scovare. Niente di nuovo ma comunque quel che c’è funziona nel suo piccolo.
Grafica e sonoro
Graficamente il titolo si difende discretamente bene grazie a un buon uso dei pixel. L’effetto nostalgia non è male ma viene minato da una carenza di originalità che, salvo la “pucciosità” del protagonista e qualche sporadico boss, non ha molto altro di memorabile. In compenso tutto funziona abbastanza bene, senza problemi tecnici salvo qualche impiccio con le scatole quando vengono spostate sulle trappole (ma niente di grave).
Il sonoro è nella media, niente d’indimenticabile o fastidioso, accompagnando l‘avventura in modo sufficiente da inizio alla fine. Gradevoli gli effetti. Buone le animazioni, seppur rudimentali e limitate. Infine, da segnalare che il gioco è interamente sottotitolato in inglese (assente l’italiano) ma i testi a schermo sono davvero pochi e niente di complesso da comprendere.
Per quanto riguarda le prestazioni su Nintendo Switch, Panda Punch se la cava bene in entrambe le modalità, sfoggiando il meglio di sé in modalità portatile a discapito della docked che risulta, paradossalmente, meno performante.