Con l’arrivo dell’ultima patch a League of Legends, all’interno della landa degli evocatori un personaggio indiscusso riceve il suo primo Rework; stiamo parlando di: Pantheon – La lancia indistruttibile. In maniera del tutto improvvisa ed inaspettata Riot Games decide di sbalordire tutti cambiando non soltanto il kit di lotta del personaggio, ma anche la propria biografia, il proprio aspetto e le varie skin.
Passiva – Volontà dei mortali
Passiva – Volontà dei mortali
Dopo cinque attacchi o abilità lanciate, la successiva abilità di Pantheon (Q, W o E) è potenziata.
Q – Lancia astrale
Tocca: Pantheon sferra un attacco in una direzione, colpendo tutti i nemici lungo una linea. Tieni premuto: Pantheon scaglia la sua lancia lunga una linea. Potenziata: i nemici subiscono danni aggiuntivi e sono rallentati
W – Slancio dello scudo
Pantheon balza verso un nemico bersaglio, danneggiandolo e stordendolo. Potenziata: il successivo attacco base di Pantheon sferra tre colpi, ciascuno con danni ridotti
Pantheon posiziona lo scudo in una direzione, guadagnando invulnerabilità ai danni dei nemici provenienti da quella direzione e infliggendo danni continui. L’ultimo colpo è potenziato e si attiva anche se la E viene interrotta in anticipi. Potenziata: la durata di Egida devastante è prolungata.
R – Gran cometa
Pantheon balza in aria e scende in picchiata su una posizione bersaglio, danneggiando i nemici al suo passaggio. Quando atterra, Volontà dei mortali si attiva istantaneamente
Una delle parti più importanti, e che più appassionano i videogiocatori sono le biografie dei personaggi. Quella di Pantheon a mio parere è una delle migliori fatte finora.
Biografia
Atreus nacque sulle ostili pendici del Targon e prese il suo nome da un astro della costellazione della Guerra, nota come Pantheon.
Sin dalla tenera età, sapeva di essere destinato alla battaglia. Come molti nella sua tribù, si addestrò per unirsi all’ordine militante di Rakkor, i Ra’Horak. Non era mai stato il più forte o il più abile della sua tribù, ma Atreus in qualche modo perseverava, rialzandosi, insanguinato e contuso, dopo ogni incontro. Col tempo sviluppò una feroce rivalità con un’altra recluta, Pylas, ma Atreus continuava a non arrendersi. Pylas rimase colpito dalla sua determinazione e, dal sangue versato durante gli allenamenti, nacque una vera fratellanza.
Atreus e Pylas furono gli unici superstiti Rakkor di un’imboscata dei barbari, nella quale venne ucciso tutto il resto della pattuglia. Quando l’Incarnazione del Sole si rifiutò di distruggere gli invasori, Atreus e Pylas giurarono che avrebbero ottenuto il potere delle Incarnazioni scalando la vetta del Monte Targon.
Come molti prima di loro, avevano sottovalutato l’ardua ascesa. Pylas morì proprio al raggiungimento della vetta. Quando i cieli si aprirono per trasformarlo in un’Incarnazione divina, con il potere di reclamare vendetta, era rimasto solo Atreus.
Ma non fu un uomo a tornare tra i Rakkor, con una lancia e uno scudo che rilucevano di forza celestiale. Era l’Incarnazione della Guerra in persona: Pantheon. Giudicando Atreus indegno, poiché era un guerriero che aveva conosciuto solo la sconfitta, aveva preso il controllo del suo corpo per i suoi fini, troppo ambiziosi per i comuni mortali.
Confinato negli angoli più reconditi della sua mente, Atreus colse solo vaghe visioni mentre l’Incarnazione cercava i Darkin, armi viventi create in un’era dimenticata.
Alla fine Pantheon fu trascinato in combattimento vicino al Monte Targon dal Darkin Aatrox, che voleva raggiungere la vetta. La loro lotta infuriò nei cieli, sbaragliando gli eserciti umani più sotto… finché non successe l’impossibile. La lama deicida del Darkin affondò nel torace di Pantheon, con un colpo che recise la costellazione della Guerra dal firmamento.
Mentre l’Incarnazione svaniva, Atreus, l’uomo considerato troppo debole, riemerse. Impalato sulla lama di Aatrox e con la potenza sempre più fioca delle armi dell’Incarnazione, sospirò affannato e sputò in faccia al Darkin. Aatrox sogghignò e lo lasciò a morire.
Ore dopo, all’arrivo dei corvi, Atreus si alzò con fatica, per poi tornare sanguinante dai Rakkor. Dopo una vita di sconfitte, la sua voglia di vivere e la rabbia per il tradimento avevano messo in fuga la morte che aveva conquistato la Guerra in persona.
Atreus si rifugiò nella fattoria di Pylas, dove fu curato dalla vedova dell’amico, Iula. Lì, Atreus capì che aveva passato la vita guardando le stelle, senza considerare ciò che c’era più sotto. A differenza degli dei, i mortali combattono perché devono, sapendo che li attende la morte. Era una capacità di resistere che aveva visto in tutta la sua vita, davanti a pericoli senza fine.
Infatti gli invasori barbari erano tornati a minacciare gli insediamenti settentrionali dei Rakkor, inclusa la fattoria di Iula. Pur non essendo ancora in grado di sollevare una lancia, Atreus era determinato a porre fine al pericolo di persona, e alla fine partì con in mano le logore armi dell’Incarnazione.
Al suo arrivo, i suoi nemici giurati erano già sotto assedio. Dalle urla e dal forte odore di sangue, capì che stavano affrontando Aatrox.
Era stato Aatrox a spingere i barbari verso il Targon, realizzò Atreus. Anche se li aveva considerati nemici, erano proprio come i Rakkor: mortali che soffrivano per le guerre tra poteri superiori. Atreus provò una forte rabbia nei confronti dei Darkin e delle Incarnazioni. Erano tutti uguali. Erano il problema.
Atreus si frappose tra Aatrox e i barbari. Riconoscendo lo scudo e la lancia dell’Incarnazione caduta, il Darkin lo schernì. Cosa sperava di fare, senza il potere di Pantheon? I colpi di Aatrox lo costrinsero in ginocchio, ma la sua forza di volontà riaccese la lancia dell’Incarnazione, tra le urla di chi lo circondava… e fu così che con un possente balzo sferrò un colpo che tagliò il braccio della spada al Darkin.
La lama e il Darkin caddero a terra. Solo Atreus era rimasto in piedi, mentre la sua stella tornava a splendere nei cieli.
Spesso sognava di tornare alla fattoria di Iula, ma Atreus ha giurato che avrebbe lottato contro le Incarnazioni, gli Ascesi, i demoni e contro chiunque abbia una forza così grande da poterla usare solo per la distruzione. Dimenticando così il suo nome, è diventato un nuovo Pantheon. Le vecchie armi dell’Incarnazione ora sono alimentate solo dalla voglia di combattere di chi affronta la morte.
Ora che il Pantheon divino non c’è più, la guerra rinasce nell’uomo.