Paradise Killer è un gioco che basa i suoi punti di forza sulla sua natura da Visual Novel, quindi preparati a dialoghi eterni, ad una esplorazione in prima persona, tanti ammiccamenti, anche di natura sessuale e soprattutto ad un’anima fortemente Vaporwave. Il Vaporwave, nel caso non lo sapessi, nasce come genere musicale nel 2010, ma è tutto lo stile che si porta intorno che lo contraddistingue: forti richiami alla cultura pop anni ’80 e ’90, ampio utilizzo di colori fluo e un accanimento costante verso quelle figure che hanno contraddistinto quelle due decadi.
Questa spiegazione per dirti che Paradise Killer poggia le basi del suo stile su questo. Un’investigazione che prenderà parte proprio in un mondo costruito intorno al Vaporwave. Il risultato è abbastanza piacevole e diverte, anche se non è esente da difetti.
Lady Love Dies
La storia di Paradise Killer inizia su una isola tropicale idilliaca, comandata da un gruppo di persone che si fanno chiamare The Syndicate, i quali hanno come credo degli Dei morti. I Syndicate cercano spesso di prendere umani e farli diventare dei cittadini della loro isola, tuttavia questo attira spesso l’attenzione di alcune figure demoniache.
Questi esseri, per vendetta, distruggono più e più volte l’isola che i Syndicate costruiscono per cercare di vivere in pace, mentre loro, per evitare lo scontro, di volta in volta ricreano un’altra isola e si trasferiscono nel nuovo luogo con tutti gli abitanti. Siamo arrivati all’isola Paradise numero 25, tuttavia i leader dei Syndicate vengono violentemente uccisi, qualche giorno prima dell’inizio della costruzione di questa.
I sospetti ricadono su Henry Division, un personaggio che più volte in passato ha dato prova di essere un dissidente, tuttavia questo è tenuto in arresto. Com’è possibile che un prigioniero commetta un omicidio del genere? Per rispondere a questa domanda, prenderemo i panni di Lady Love Dies, una detective tenuta in esilio poiché ha, involontariamente, invitato la corruzione demoniaca all’isola Paradise 13.
Lady Love Dies, il cui soprannome è “Investigation Freak”, viene richiamata da questo esilio da Judge, per investigare su questi crimini e quindi proseguire nella trama, davvero intricata, ma appassionante, la quale ti terrà attaccato alla tua console fino al suo epilogo.
Gira, gira per Paradise
Il gameplay di Paradise Killer, come dicevo all’inizio, è un mix tra una Visual Novel ed un esplorativo in prima persona. Per trovare la verità e portare a termine l’avventura, dovrai investigare su varie scene del crimine, trovare indizi e parlare spesso con le pittoresche personalità che popolano l’isola.
Ogni indizio trovato è automaticamente connesso ad un sospettato, ciononostante se questo non accade, esso sarà inutilizzabile durante la nostra avventura, quindi provare a schiacciare a casaccio, al contrario di parecchi titoli punta e clicca, qui sarà totalmente inutile.
Paradise Killer, premia chi esplora l’area di gioco, ma non solo: questa esplorazione darà al giocatore, oltre che informazioni sulla scena del crimine, anche i Blood Crystals, ovvero la valuta che viene utilizzata sull’isola di Paradise. Questi saranno fondamentali, poiché possono essere utilizzati sia per estorcere informazioni, tramite la corruzione, oppure per sbloccare i punti di viaggio rapido.
Lady Love Dies, quindi, non sarà da sola nella sua investigazione, verrà accompagnata anche dal suo PC portatile Starlight, il quale è a tutti gli effetti un personaggio del titolo, oltre che un fido strumento per risolvere alcuni puzzle chiamati Nightmare Sequences. Quest’ultime consistono nel far combaciare pezzi di immagine con una figura completa messa come esempio. Nulla di complicato, ma utile per farci avere nuovi indizi per la nostra avventura.
Rispetto ad altri titoli vagamente simili, mi vengono in mento Daganronpa oppure Ace Attorney, i quali accompagnano il giocatore verso una soluzione unica, Paradise Killer ha un finale aperto, il quale può essere raggiunto in molteplici modi grazie al suo gameplay e alla narrazione non lineare.
Il tutto lascia comunque la sensazione di libertà. Libertà nell’azione e in quello che si sta facendo, il titolo riesce a trasmettere questa cosa in maniera davvero eccellente. Puoi tranquillamente iniziare la tua quest e andare a cercare subito il colpevole, tuttavia non andando in esplorazione e non scoprendo i segreti di Paradise, ti taglieresti una buona fetta di ciò che il titolo ha da offrire.
Tecnicamente buono
Paradise Killer, come dicevo poco fa, basa il suo aspetto su un massiccio utilizzo di grafica e stile Vaporwave. Il magenta, il rosso sparato e i colori fluo fanno parte del gioco, donano quel senso di anni ’80 pur essendo ambientato in un imprecisato futuro. I dettagli sono buoni, anche se c’è da dire che gli NPC, presentati come se fossero dei cartonati lasciano un po’ l’amaro in bocca.
Da quell’effetto stile “capitolo originale di Doom”, dove da qualunque angolazione noi guardiamo sembreranno dei poster piatti, avrei preferito dei personaggi poligonali i quali si sarebbero sposati nettamente meglio con l’ambiente tridimensionale di gioco.
Per quanto riguarda la musica, proprio come la grafica, si fa ampio uso di basi sinth, le quali sono la bandiera della Vaporwave. Buone, orecchiabili, difficilmente stufano. Danno quel tocco di atmosfera in più che ci farà calare ulteriormente nel mood del titolo.
Concludendo
Paradise Killer è un ottimo titolo. L’unico difetto è forse come vengono proposti personaggi non giocanti, ma si tratta più di scelta stilistica che di un difetto vero e proprio, quindi per forza di cose entra in gioco il fattore “gusto personale”. Una storia eccellente, che purtroppo non è tradotta in italiano, quindi te lo consiglio solo se mastichi bene la lingua di Albione, in caso contrario lascia perdere, andresti a perdere un buon 95% di gioco. I personaggi sono ben caratterizzati e l’utilizzo dello stile Vaporwave dona carattere ad un gioco che sa intrattenere.
Anche per la musica ci troviamo di fronte ad un buon lavoro con delle basi sinth che si sposano benissimo con gli ambienti dell’isola di Paradise. Se sei un appassionato di Visual Novel e di gialli, magari ambientati in futuri un po’ distopici, è un acquisto quasi obbligato, non te ne pentirai.