Mentre gli amanti del genere aspettano ansiosi l’uscita di un nuovo Path of Exile, o perché no quella di uno dei due Diablo attualmente in cantiere, il supporto post-lancio dell’action RPG targato Grinding Gear Games continua a dar vita a nuovi contenuti proprio come Ultimatum.
Tra sfide inedite e ghiotte ricompense, cambiamenti alle gemme e nuove aggiunte, ribilanciamenti e ritocchi alla QOL (quality of life), questa espansione avrebbe dovuto portare aria fresca in Path of Exile; uno dei migliori videogiochi free-to-play che puoi trovare in circolazione.
Purtroppo però, l’arrivo di questo aggiornamento già disponibile su PC, ha portato con sé un problema legato ai tempi d’attesa per accedere al gioco, arrivando a toccare casi limite di code durate un paio d’ore. Se penso che con la mia connessione avrei impiegato lo stesso tempo solamente per scaricare l’update, non posso che capire il disagio causato da problemi di questo tipo.
Come se non bastasse, a rendere la situazione ancora più sgradevole se non addirittura una potenziale polveriera, ci ha pensato una mossa degli sviluppatori che si è rivelata poco lungimirante: agevolare l’accesso dei vari streamer a discapito dei giocatori in totale apprensione.
Prima di entrare nello specifico e ripercorrere l’accaduto, senza omettere le motivazioni dietro a una scelta di questo tipo, ti invito a visitare il forum di Path of Exile per approfondire le note relative alla patch. Per riportarle di mia sponte, vista la mole di variazioni introdotte da Ultimatum, non mi sarebbe bastato un articolo a parte.
Path of Exile: Ultimatum – Cosa è andato storto?
Il debutto su PC di Ultimatum, la recente espansione di Path of Exile che a breve sbarcherà anche su console (21 aprile), ha fatto sudare freddo il suo team di sviluppo. A monte delle lunghe attese di cui ti ho già parlato, stando alle parole del CEO Chris Wilson che si è occupato di amministrare l’intero progetto, ci sarebbe stato un banale errore che ha davvero rischiato di rovinare tutto.
“Ci ha completamente disorientati perché eravamo certi di essere stati attenti a ogni cambiamento dell’infrastruttura. L’abbiamo testata a fondo […] fino a ottenere una capacità di giocatori più elevata rispetto a quella effettivamente raggiunta al lancio. Siamo persino arrivati al punto di implementare alcune delle modifiche con una settimana di anticipo per ogni evenienza. Ma nonostante le precauzioni, tutto è imploso al momento del rilascio.”
Mentre sto scrivendo queste parole le cose sembrano essere fortunatamente tornate al loro posto, ma temo che molti giocatori non abbiano ancora digerito del tutto il provvedimento preso in extremis per far fronte a quei problemi. Eppure, dopo aver letto le dichiarazioni in merito e le scuse rivolte alla community, spezzare una lancia a favore di Grinding Gear Games pare il minimo che si possa fare.
I content creator coinvolti quel giorno erano infatti stati pagati per offrire un servizio, ovvero mostrare al pubblico le novità di Ultimatum giocando a Path of Exile per circa due ore. Va da sé che il non cercare in tutti i modi di far accedere almeno loro avrebbe portato la società di sviluppo a una batosta monetaria, cosa che lo stesso Wilson ha voluto specificare in questa onorevole ammissione di colpa:
“Eravamo a un passo dal dare letteralmente fuoco a un gran mucchio di soldi. Così abbiamo preso la decisione frettolosa di consentire a quegli streamer di aggirare la coda. La maggior parte di loro non lo ha chiesto e non dovrebbe essere ritenuta responsabile di quanto è accaduto. […] È stato chiaramente un errore. Abbiamo offeso tutti i nostri giocatori che erano ansiosi di entrare nel gioco e non sono stati in grado di farlo”.
Inutile dire che dopo quel che è successo i giocatori di Path of Exile possono stare tranquilli, data l’elevata improbabilità che una cosa del genere ricapiti ancora. Non solo gli streamer non verranno infatti più agevolati in questo senso, ma Grinding Gear Games rivedrà anche le proprie strategie a livello di marketing, con un occhio di riguardo alla gestione imprevisti prima ancora che si verifichino.