Pathfinder: Wrath of the Righteous è finalmente arrivato anche su Nintendo Switch, presentandosi in una versione cloud. Stiamo parlando di un gioco di ruolo a stampo classico (o CRPG), ispirato direttamente dalla controparte cartacea, dal quale oltre che il nome, prende anche le regole di gioco, il fantastico mondo fantasy e una personalizzazione di altissimo livello.
Come può facilmente intuire chi mastica un po’ questo genere di giochi, con Pathfinder: Wrath of the Righteous siamo di fronte a un livello narrativo altissimo. Infatti oltre alla piega degli eventi che prende la storia, molti dei quali saranno conseguenza delle nostre azioni e decisioni, anche i personaggi godono di una profondità narrativa davvero notevole, e non stiamo parlando solo dei protagonisti, ma anche di buona parte di personaggi secondari. Il rovescio della medaglia è che di fronte a questa mole di scrittura per il titolo, manca la localizzazione nella nostra lingua, rendendolo un titolo davvero non usufruibile da chi non mastica almeno un po’ di inglese.
Pathfinder: Wrath of the Righteous, l’inizio
Sin da subito il gioco fa capire che la narrazione avrà un ruolo importantissimo, proponendoci un espediente che per quanto possa essere già visto, sicuramente riesce a catturare l’attenzione del giocatore. Nei panni del nostro eroe appena creato, arriveremo feriti e privi di ogni nostro ricordo in una città. Dopo aver ricevuto le cure del caso, saremo invitati a goderci il festival che si sta svolgendo nella piazza. Da quel momento si scatenerà il caos: un’orda di demoni e mostri, guidati da un Signore dei Demoni, inizia a devastare la città e a ucciderne gli abitanti. Anche il drago guardiano della stessa cittadina non può niente contro questa furia, e viene decapitato dall’enorme demone. Nella tremenda colluttazione, il terreno si squarcerà inghiottendoci, e il gioco userà questo evento per introdurci alle basi del gameplay.
Tornando alla creazione del nostro protagonista, questa sarà davvero profonda e ramificata, non dal punto di vista estetico, anche se propone diverse opzioni, ma da quello della classe, crescita e abilità. Sarà come trovarsi di fronte alla controparte cartacea di Pathfinder, con tantissime opzioni tra le quali scegliere e molti menù da scorrere; ci vorrà del tempo per venirne a capo, scegliendo la classe e la specializzazione che pensiamo si possa adattare meglio al nostro stile di gioco, ma nel corso del gioco ne varrà la pena. Probabilmente però, tutte queste scelte e personalizzazioni faranno storcere il naso a chi non ama leggere attentamente abilità ed effetti, visto che mi ripeto, saranno veramente tantissime.
Tempo reale o turni? Entrambi
Una delle peculiarità di Pathfinder: Wrath of the Righteous, sarà quella di poter decidere la tipologia del combattimento, fra quella classica a turni, o quella nativa del gioco, in tempo reale. Quella più immersiva ovviamente risulta essere quella in tempo reale, dove comunque potremo usufruire di una pausa tattica che bloccherà il gioco, dandoci modo di esaminare bene l’ambiente e i nemici, impartire ordini ai nostri personaggi e studiare le strategie migliori. A onor del vero, la modalità in tempo reale l’abbiamo trovata più scomoda tramite pad, rispetto la combinazione di mouse e tastiera, ma c’era da aspettarselo data la natura del gioco, che comunque riesce a offrire pattern di pulsanti pensati per ogni azione ed eventualità; il tutto risulta essere solo un po’ macchinoso, ma ci si fa l’abitudine molto presto.
Inspiegabile invece il non aver voluto utilizzare per niente il touch pad del Nintendo Switch, il quale avrebbe sicuramente agevolato e di molto alcune fasi di gameplay. La modalità a turni invece è la più congeniale alle console (sempre secondo il nostro parere), e funziona seguendo il dettame classico del genere, lasciando al giocatore tutto il tempo necessario per decidere. La difficoltà complessiva del gioco risulta essere ben bilanciata, a patto che si spenda il dovuto tempo nella costruzione del proprio personaggio, senza assegnare punti statistiche e abilità a caso.
In Pathfinder: Wrath of the Righteous, la cose da fare saranno tantissime, come esplorare liberamente zone della mappa, anche scollegate alla storia ma sempre buone per trovare equipaggiamento e oggetti vari, e tantissime missioni secondarie, anche se purtroppo spesso risultano essere fetch quest con poco mordente, ma sempre divertenti da affrontare anche per livellare il nostro party.
Tecnicamente sul cloud
Diciamoci la verità, ovvero che la preoccupazione principale di avere Pathfinder: Wrath of the Righteous su Nintendo Switch, risiedeva sul fatto che sia una versione cloud. In effetti questo ne limita il poterne usufruire liberamente, visto che bisognerà essere sempre connessi al server, ma soprattutto disporre di una buona connessione, pena diversi cali di frame rate e possibili disconnessioni. Test alla mano devo dire di non essermi per niente trovato male, anzi, una volta superato il lunghissimo caricamento inziale, mi sono perso in questo fantastico mondo. I cali di frame rate ci sono, ma visto che il genere di gioco è lento di suo, non risultano fastidiosi.
Il comparto grafico è stato adattato bene alla console, e una menzione particolare va fatta alla stupenda colonna sonora, che saprà essere sia tranquilla che epica a seconda della situazione. Ottimi anche tutti gli effetti ambientali.
I difetti purtroppo si trovano quando si gioca in modalità portatile che, per quanto sia fruibile, spesso presenta le solite scritte a schermo molto piccole, e in Pathfinder: Wrath of the Righteous, i testi non saranno sicuramente pochi. Se si decide di passare sopra questi difetti tutto sommato di poco conto, ti ritroverai tra le mani un titolo epico, che merita di essere portato a termine e goduto dall’inizio alla fine.