Pawarumi è uno Shoot’em Up, prodotto da Manufacture 43, a scorrimento verticale che vuole, in tutto e per tutto, rifarsi ai classici del genere.
Sebbene possa sembrare che questo tipo di gioco abbia, ormai, fatto il suo corso, e che sia da relegare ai ricordi delle sale giochi del passato, riedizioni di giochi del calibro di Ikaruga, Raiden, Resogun e Galak-Z dimostrano, invece, che esiste un mercato per questi veri e propri inferni di proiettili, soprattutto sotto la grande ala di casa Nintendo.
Anche se questo genere di Arcade non necessiti di una grossa componente narrativa, in Pawarumi esiste una piccola trama che fa da sfondo alla nostra partita.
Il giocatore impersona Axo, il miglior pilota di una società futuristica ma con forti richiami alle civiltà precolombiane.
La trama può, facilmente, essere riassunta nel classico scontro tra l’eroe e le forze del male, in questo caso, fazioni ostili che desiderano solo distruggere la civiltà di Axo.
Nonostante la trama sia appena accennata, e decisamente di contorno, è comunque apprezzabile il fatto che questa sia stata inserita all’ interno di un gioco Arcade, il quale, comunque, sarebbe risultato completo senza che questo fosse avvenuto.
Il gameplay di Pawarumi è quanto di più classico si possaa trovare negli Shoot’em Up a scorrimento ma, nello stesso tempo, porta con se anche un gran numero di novità.
Se il meccanismo relativo al movimento della nave e i colpi dei nemici è quello dell’intero genere, a cambiare le carte in tavola, ci pensano le meccaniche di sparo, vita e mosse speciali.
La nostra navetta ha a disposizione tre diversi tipi di attacco: il Green Serpent Gatling, Blue Condor Laser e Red Jaguar Missiles.
Ognuna delle tre tipologie di attacco è caratterizzata da una diversa cadenza di fuoco, ma soprattutto da un diverso colore, così come intuibile dal nome e usare un’arma di un certo colore al momento giusto, può determinare le sorti della nostra partita, poiché tutti i vari meccanismi di gioco si basano su questo elemento.
Intanto, è importante il fatto che, ogni nemico all’ interno del gioco è caratterizzato da uno dei tre colori corrispondenti alle nostre armi;
Colpire un nemico con i proiettili del suo stesso colore gli procurerà un danno medio, mentre gli altri due colori gli procureranno rispettivamente un danno dimezzato e uno maggiorato, in un classico meccanismo carta, forbice, sasso in cui ognuno dei tre colori è debole contro uno degli altri, e molto forte contro il terzo.
A questa meccanica base bisogna aggiungere la meccanica riguardante lo scudo e quella dell’attacco speciale, in questo caso, lo scudo della nostra navetta ha tre cariche, ogni danno subito ci fa perdere una carica, ed a cariche esaurite ovviamente scatterà il game over.
La modalità di ricarica dello scudo, consiste nel distruggere ripetutamente i nemici usando l’arma dello stesso colore della loro livrea, usando per esempio il Blue Condor Laser contro i nemici di colore blu. Discorso inverso per l’attacco speciale, che, dopo l’utilizzo, andrà ricaricato colpendo i nemici con l’arma del colore verso cui hanno più resistenza, e quindi rendendo la partita più difficile nei nostri stessi confronti.
Per queste ragioni è chiaro come, in Pawarumi, sia fondamentale la perfetta gestione delle tre armi a nostra disposizione, così come una gestione oculata delle nostre risorse come gli scudi e l’attacco speciale.
Per quanto riguarda la difficoltà, Pawarumi risulta perfettamente in linea con gli altri titoli dello stesso genere, in cui la differenza è data dalla gestione mnemonica degli stage e dei pattern d’attacco nemici, permettendo al giocatore di agire d’anticipo rispetto alle situazioni.
La difficoltà del titolo si attesta su un livello abbastanza elevato, soprattutto per quanto riguarda i livelli più avanzati, impossibili da ultimare in pochi tentativi. Inoltre va segnalato come i tre livelli di difficoltà presenti non influenzino l’effettiva difficoltà del titolo, ma unicamente il numero dei livelli che ci troveremo ad affrontare prima dei titoli di coda.
Proprio per questi motivi, risulta incomprensibile la scelta di impedire al giocatore di continuare la partita dopo un Game Over, magari fermando il conteggio dei punti, per non inquinare le classifiche dei punteggi online.
Lo stesso discorso vale per l’impossibilità di salvare una partita in corso per riprenderla in seguito, costringendo il giocatore a una forzata sessione prolungata fino al termine dell’intero gioco, pena la perdita dei progressi ottenuti.
Sotto il profilo grafico, il titolo ha un’estetica, potenzialmente, molto interessante grazie al mix tra futuristico e precolombiano, tuttavia, né il design della nostra navetta, né quello dei nemici risulta particolarmente ispirato.
Nonostante la visuale di gioco sia in 2D, il titolo è, chiaramente, realizzato in tre dimensioni, come testimoniano le scene di volo in-game che fungono da intermezzo tra i livelli, a loro volta, realizzate semplicemente muovendo la telecamera attorno alla navetta del giocatore, una modalità che permette di poterla apprezzare da altre visuali.
La versione del gioco che abbiamo provato, girava perfettamente su Nintendo Switch, senza subire mai cali di frame o incertezze varie, l’unico aspetto da segnalare è la presenza di caricamenti eccessivamente lunghi per un titolo così leggero.
Per quanto riguarda la colonna sonora, le nostre partite sono accompagnate da un buon mix di brani che spaziano dalla musica elettronica al heavy metal, risultando appropriata ma mai memorabile.
Ultime note extra riguardano la fruizione del titolo in modalità portatile che, per sua natura, diventa ancora più complicato nel momento in cui i movimenti, per schivare i proiettili nemici, dovranno essere eseguiti in pochi pixel per le ridotte dimensioni dello schermo.
Ed infine, una lieve mancanza da sottolineare e che sarebbe stata importante non sottovalutare è una modalità di visione del titolo specifica per i daltonici, opzione sempre più frequente all’interno di titoli che, come Pawarumi, basano la loro essenza proprio sui colori.
In conclusione, Pawarumi si dimostra un degno esponente della categoria degli Shoot’em Up, riuscendo a mantenere l’essenza dei titoli classici, ma portando quel pizzico di innovazione che non può che far bene al genere, ed al netto di alcune ingenuità nelle modalità di fruizione, risulta comunque un titolo valido per gli appassionati del genere.