Peachleaf Pirates è un titolo sviluppato da Dog Kiss Studio, il cui editore è Digerati. Parliamo di un single player rilasciato il 27 settembre del 2021 su Steam, di cui è praticamente esclusiva PC, al modico prezzo di €5,69. Nonostante sulla pagina d’acquisto sia presente la traduzione italiana, il gioco presenta solo ed esclusivamente la lingua inglese e, sinceramente, non è un grande impedimento; non esiste alcun tipo di doppiaggio, ma la resa scritta è talmente basilare che riesci ad andare avanti nella storia senza alcun tipo di problema.
Un’avventura GDR non tanto avventurosa; non troverai qualcosa di pauroso o simile all’esperienza avuta da Indiana Jones nei suoi innumerevoli viaggi. Il tuo obiettivo è quello di colonizzare quest’isola sotto forma di paradiso terreste, espandere la tua conoscenza e creare un posto fatto a tua immagine e somiglianza. Non a caso, Peachleaf Pirates viene considerato non solo un GDR, ma anche un simulatore di fattoria con elementi punta e clicca.
Inizia a creare il tuo orticello, conosci gli abitanti del posto e vivi una nuova vita lasciandoti tutto alle spalle. Letteralmente.
Peachleaf Pirates inizia con un naufragio
Nonostante sia un GDR, non avrai la possibilità di creare il tuo personaggio; in Peachleaf Pirates sei un naufrago, punto! E come ogni naufrago che si rispetti non hai memoria, né di chi eri prima del tuo risveglio, né di come sei riuscito ad arrivare all’isola. Fortuna vuole che, appunto, vieni ritrovato in un posto tropicale abitato da persone e animali alquanto bizzarri. A ritrovarti sulla spiaggia è stata Odie, la principessa dell’isola, che dopo essersi preoccupata per una conchiglia vicino al tuo corpo esanime, va a chiamare aiuto al villaggio vicino.
Ti risvegli, infatti, in uno studio medico e fai la conoscenza dei primi comandi di gioco; in realtà scopri solo che avrai accesso a diverse risposte nel corso dei dialoghi e che, bene o male, le scelte non andranno a influenzare l’ambientazione o la storia. Questo perché andrai, prima o poi, a selezionarle tutte ricevendo le informazioni necessarie per capire che sei su un’isola tropicale paradisiaca mai sentita – ma che, a quanto pare, è piena di turisti che appaiono sulla spiaggia – e che non ti aiuteranno più di tanto.
Dovrai con le tue forze, e grazie al tutorial spiegato da un goblin (sì, ci sono anche loro), ambientarti e colonizzare un posto totalmente a te sconosciuto, sovrastando Harriet: la governatrice del posto. Poco male, inizierai piantando del mango e andrai avanti formando una piccola fattoria con animali dalla dubbia provenienza. Avrai modo di sviluppare abilità aggiuntive per il tuo personaggio che ti aiuteranno, e non poco, ad avanzare in questo arduo compito.
Abbiamo parlato anche di avventura, no? Ebbene, un altro tuo compito sarà quello di salvare l’albero Peachleaf dal male che avanza sempre di più, risolvendo vari enigmi prettamente da solo. Non solo, perché affronterai delle piccole creature misteriose nel tempio nella giungla e le ricchezze che troverai saranno inestimabili. Magari ti serviranno per comprare quel sacchetto di semi particolari da piantare nel tuo orticello, perché no?
Divertente, ma potrebbe fare di più
Peachleaf Pirates è un titolo rilassante, un po’ meccanico e abbastanza divertente; certamente non è un gioco da giocare con gli amici sul divano di casa, anche perché è a giocatore singolo, ma riesce a intrattenere con diverse meccaniche di gioco. Bisogna dire che sono anche abbastanza intuitive, in quanto già al tutorial è possibile scoprire i comandi anche senza leggere i vari messaggi portati dal goblin. Questo può essere un guaio, come una nota positiva, in quanto potresti scoprire tutto quanto in neanche due minuti facendo da autodidatta, ma il tutorial non andrà avanti.
Rimarrà sempre una finestrella fastidiosa che ti farà ripetere tutto quanto per poter procedere all’avventura vera e propria. Ciò che consigliamo è quello di andare passo passo insieme a Peachleaf Pirates senza fare di testa propria. Insomma: non prendete il nostro esempio. Ciò che non viene detto durante la spiegazione guidata, è che alcuni materiali nell’inventario si esauriranno (come l’acqua) e che è possibile recuperarli non solo tramite i metodi citati nel tutorial, ma anche chiudendo e riaprendo il gioco. Esatto, facendo così l’inventario si riempirà di nuovo e farà perdere alcune meccaniche di gioco abbastanza importanti.
Tra l’altro, nelle impostazioni, troverai il tasto per uscire da Peachleaf Pirates. Il tasto della tastiera Esc non farà apparire il comando d’uscita; lo farà il tasto “I” della tastiera che aprirà, appunto, le Impostazioni dove troverai “Esc” in alto a destra. Poco intuitivo e visibile all’occhio, ma poco male se esplori Peachleaf Pirates nei minimi dettagli. Anche per questo consigliamo di non usufruire dello skip per quanto riguarda l’intro, per non perdersi il tutorial.
Una musica che ricorda un certo ragioniere
Ebbene, appena aperto il gioco mi è entrata nel cervello la musichetta iniziate. Il motivetto era talmente carino e ben fatto che iniziai a canticchiarla poco dopo. Poi, passeggiando per casa dopo aver messo in pausa Peachleaf Pirates, ecco il lampo di genio: la colonna sonora del gioco è praticamente ripresa da “La Ballata di Fantozzi”. Esattamente: il più famoso ragioniere al mondo che ha fatto sbellicare milioni di persone.
Probabilmente è solo una coincidenza, anche perché non è completamente uguale; presenta qualche minuto simile, ma niente di più. Sinceramente questa è stata una sorpresa inaspettata che mi ha fatto abbracciare ancora di più Peachleaf Pirates. A parte questo buffo evento, il titolo presenta anche dei difetti abbastanza importanti. Un esempio è presente proprio durante la fase di tutorial. Ti verrà spiegato come poter usare le armi, o gli attrezzi, a tua disposizione e quando provi a usare il piccone più di due volte, la funzione perderà la sua capacità per qualche momento e dovrai aspettare.
Non sappiamo se si tratti di un bug vero e proprio o di una scelta degli sviluppatori per evitare lo spam compulsivo di picconate sui massi, ma fa perdere punti specialmente se usando la pala o qualsiasi altro oggetto, la questione non si pone. Per quanto riguarda la grafica, ci troviamo di fronte a un gioco punta e clicca creato principalmente grazie alla pixel art. Sinceramente fa andare un po’ indietro nel tempo, ai primi giochi usciti con queste meccaniche e stile e certamente è un pregio da tenere conto. Inoltre, Peachleaf Pirates non è affatto un titolo pesante.
Non è un titolo pesante: cosa vuol dire?
Puoi giocare a Peachleaf Pirates anche con un portatile non propriamente performante, grazie ai requisiti minimi presenti anche sulla pagina Steam del gioco. Ecco a te la lista, tenendo presente che richiede sempre un sistema operativo a 64bit:
- Sistema operativo: Windows 7 o superiore
- Processore: Intel Core™ Duo
- Memoria: 2 GB di RAM
- Scheda video: Intel HD Graphics
Come puoi vedere, non richiede grandi componenti sia a livello minimal, che a livello avanzato. Un pregio per chi desidera giocare a un titolo abbastanza spensierato in vacanza o durante un viaggio dove non gli è possibile portare alcun tipo di console come una Nintendo Switch. Certo, avrebbe fatto piacere vedere Peachleaf Pirates anche per questa piattaforma, ma chissà se in futuro questo desiderio verrà accontentato.