Sviluppato da Ahr Ech e pubblicato da Devolver Digital, Pepper Grinder è un veloce platform 2D in pixel art a scorrimento orizzontale a tema piratesco e incentrato sull’utilizzo di una trivella. Dopo aver condiviso i nostri pareri in anteprima, abbiamo percorso ogni budello roccioso e solcato i livelli trapassando i crani nemici su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Pepper Grinder: mai derubare un pirata
Lo diciamo subito: la narrazione di Pepper Grinder delude su quasi tutti i fronti. Ammettiamo che l’atmosfera e soprattutto gli stravaganti nemici (una sorta di narvalo indigeno assassino) lasciava ben presagire. Il tutto grazie alla presenza di colossali individui di cui non aggiungiamo altro per non togliere quelle poche sorprese narrative incluse nella piccola opera firmata Ahr Ech.
La storia di Pepper Grinder inizia con la nostra eroina che, sopravvissuta a un terribile naufragio, viene derubata da un gruppo di sparuti indigeni locali capitanati da una bizzarra corsara. Purtroppo per loro, la protagonista di Pepper Grinder è una piratessa e non appena si rende conto che il suo tesoro è stato rubato, parte subito alla vendetta.
Pepper Grinder si traduce quindi in un viaggio, discretamente breve, dove la protagonista percorrere un’isola sconosciuta per cercare di riottenere quello che è suo (o meglio, quello che lei ha potenzialmente rubato ad altri). Non ci sono dialoghi o cut-scene degne di nota ma un susseguirsi di livelli in diverse aree caratterizzate da particolari “biomi” (molto classici) e che si concludono con l’inevitabile boss.
Seppur comprendiamo che un titolo del genere non sempre ha bisogno di una narrazione, riteniamo sia un peccato non esser riusciti ad approfondire il mondo e i personaggi di Pepper Grinder che si potevano prestare, anche discretamente bene, a scenette umoristiche più approfondite. Come comunque avrai intuito, il punto di forza di Pepper Grinder è da localizzare tutto nel gameplay. Pronto a trivellare come non hai mai fatto prima d’ora?
Trivella che ti passa
Pepper Grinder è un platform in 2D a scorrimento orizzontale totalmente incentrato sull’utilizzo di una trivella. Tale bizzarro oggetto viene rinvenuto dalla protagonista praticamente subito e non verrà mai abbandonato, diventando, di fatto, un elemento caratteristico dell’intera opera e risultando essenziale tanto nel combat quanto nelle fasi platform.
Se la presenza di una trivella in un platform 2D non è un qualcosa d’innovativo, la indossa anche il re del genere (Super Mario), Pepper Grinder prova a renderla più identitaria e caratteristica. L’intero design del gioco si concentra sull’utilizzo di questo strumento, plasmando ogni singolo livello attorno ad esso e rendendo alcuni momenti tanto rapidi quanto entusiasmanti.
Di base, basta tener premuto il tasto dorsale per attivare la trivella e renderla così un’arma pericolosissima. Basta andar contro un nemico per sfracassarlo (come da splendido logo del titolo stesso). Il combat system è molto semplice, basato principalmente sul direzionare la trivella attiva, potendo anche piombare dall’alto e trapanare i nemici senza alcuna pietà con un feedback veloce e divertente.
Soprattutto nelle boss fight, imparare a padroneggiare e ad indirizzare la nostra fidata trivella sarà essenziale per poter sopravvivere. Piccola nota sui boss: questi sono pochi ma vari e ben implementati nel mondo ludico di Pepper Grinder con pattern semplici ma comunque discretamente ostici. Una buona sfida che, oltre a saper gestire la direzione della trivella, richiederà un sapiente utilizzo nello scavare.
Scava, scava e vola
La particolarità di Pepper Grinder, seppur non del tutto innovativa, è che scavare diventa parte integrante del gameplay al punto tale da ritrovarsi a svolgere gran parte delle sessioni di gioco “sottoterra”. Nel dettaglio, si tratta di porzioni di terra, palesemente ben visibili, in cui la nostra eroina andrà a immergersi come se fossero delle pozze d’acqua.
E, in effetti, considerando la velocità e gli archi parabolici che potrai eseguire schizzando da un frammento di terra all’altro, sembra proprio che la piratessa nuoti nella terra grazie alla sua scavatrice. Riuscire a concatenare più balzi, tutti estremamente veloci, regala grandi soddisfazioni e rende il gameplay estremamente frenetico al punto che potresti avere fatica nel coordinare bene le varie acrobazie.
Collezionabili e valuta di gioco
Niente di grave, ovviamente. Come anticipato, Pepper Grinder non è un titolo particolarmente ostico e purtroppo questo rende la permanenza sul titolo ancora più bassa almeno che non punti a ottenere tutto l’ottenibile. Il gioco infatti ha una serie di collezionabili e una valuta interna. Quest’ultima si ottiene scavando in date zone e mazzuolando i nemici.
Il collezionabile, invece, ricorda neanche troppo velatamente i gettoni viola giganti di Super Mario Bros Wonder, ma in questo caso sono gettoni gialli giganti muniti di teschio. Entrambe le tipologie di monete, possono essere liberamente utilizzate nei bazar (negozi raggiungibili direttamente dalla mappa dei livelli).
Nel bazar potrai investire le monete teschio per comprare chiavi, sbloccare pagine dell’album o elementi estetici. Le monete classiche, invece, potrai investirle in due differenti macchinari simil pachinko: il primo regala dei bonus alla salute, aggiungendo alcune tacche al costo di 200 monete a tacca, la seconda, invece, sblocca degli elementi grafici da incollare nell’album (al costo di 100 monete a giro).
Variabilità dell’azione
Tornando al gameplay, bisogna lodare la variabilità dell’azione. Si passa a momenti in cui dover congelare della lava per scavarci all’interno ad altri dove usare delle “monete alate” per creare balzi più lunghi e volteggiare così tra una zolla di terra a un’altra. Il tutto a una velocità esaltante e che rende il titolo vivace e divertente, seppur a tratti troppo caotico.
Infine, la trivella può mutare forma in alcuni momenti trasformandosi in una chiave per sbloccare determinati catenacci o persino in un potente fucile pronto a devastare nemici e particolari ostacoli. Ancora una volta, niente d’innovativo ma l’aspetto ludico, nella sua varietà, è uniforma, funziona e ti trascina velocemente ai titoli di coda tanto che ne vorresti ancora.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Pepper Grinder non offre enormi novità, rifugiandosi in una pixel art ben implementata e che fatica un po’ a regalare un’identità estetica al titolo. Identità comunque presente grazie ai nemici e ad alcuni livelli realizzati davvero con minuziosa cura.
Il sonoro è coerente con l’opera in sé, offrendo tracce modeste che non risultano mai fuori luogo o fastidiose. Da segnalare la gradita presenza dei sottotitoli in lingua italiana anche se la mole di testi a schermo è discretamente bassa, se non nulla. Infine, Pepper Grinder si difende molto bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con la versione portatile praticamente perfetta.