I picchiaduro rappresentano un genere inossidabile del panorama più recente dei videogame.
Soprattutto grazie alla popolarità di Street Fighter ed a tutto ciò che è stato generato dagli anni 90 in poi, si può dire che questa categoria abbia sempre aumentato la sua complessità, non solo grazie al crescere degli hardware cui man mano si interfacciava ma anche per via di una sempre più crescente community di player competitivi, che hanno dato uno spunto affinchè si producessero prodotti popolari e di qualità.
Il risultato finale di questo percorso è il contesto odierno. Chi redige questo articolo ha giocato diversi picchiaduro. Dai più vecchi Street Fighter, ai primi Tekken, Virtua Fighter, e via discorrendo. Oggi possiamo dire di poterci interfacciare con un livello di game design altissimo e la dimostrazione di ciò è data dalla natura dei tornei competitivi, in cui si mostra un gameplay “stirato al massimo” che non lesina in spettacolarità ed adrenalina. I principali attori sulla scena sono brand storici: Tekken, Street Fighter (di cui proprio in questi giorni è uscita la Champion Edition) e Mortal Kombat.
Vi sono grosse differenze tra queste tre colonne portanti del genere dei picchiaduro. Differenze che si constatano nella ritmica di gioco, nella fisica del movimento, nella qualità dei comandi. Per non parlare della diversa filosofia nella concezione delle Chain Combo e delle Jaggle: in Tekken e Mortal Kombat è possibile ad esempio lanciare in aria un avversario e colpirlo con una serie di combo, senza dargli la possibilità di difendersi, mentre in Street Fighter ci sono limitazioni maggiori.
Il mondo dei picchiaduro consente dunque approcci e filosofie diverse, e non smetterà mai di appassionare casual e “pro” gamer proprio per questo.
Tuttavia, nel contesto moderno, si può anche dire che i recenti titoli inizino a non essere più così “nuovi” agli occhi di chi li gioca assiduamente.
Qualcuno potrebbe in effetti notare la somiglianza tra un gioco precedente ed uno successivo dei vari Tekken, Street Fighter, e Mortal Kombat, sebbene il passaggio a nuove generazioni hardware permetta salti grafici (e prospettive di fluidità di gioco) enormi.
Di sicuro, rispetto al passato, oggi vengono valorizzate molto di più le story mode e viene data la possibilità alla community di ottenere skin personalizzabili tramite quest di varia natura. Nulla che però si rifletta in una vera e propria rivoluzione del genere, anche se non parliamo di un ambito morente. Dunque, domanda: e se volessi cambiare, cercare qualcosa di stimolante?
Chi volesse provare un modo completamente nuovo e innovativo di intendere un picchiaduro, chi volesse mettere in dubbio tutto ciò che crede di sapere sul combattimento, chi volesse infine rimettersi in gioco da zero, astrarsi dal contesto di fantasia dei vari beat em up e cercare qualcosa di più realistico, potrebbe trovare le sue risposte in Ea Sport Ufc. Ho detto potrebbe, perchè parliamo di un prodotto ancora relativamente giovane e con ampi margini di miglioramento.
In questo articolo voglio semplicemente parlarti, senza per questo lesinare su limiti e difetti, della nuova prospettiva: la simulazione di combattimento vero e proprio.
Ea Sport Ufc, ad oggi arrivato al terzo capitolo uscito nel 2018, rappresenta un titolo di simulazione sportiva, che mette in scena le Mma della omonima federazione Ultimate Fighting Championship. Parliamo di Arti marziali miste, uno stile in cui, semplicemente, vale tutto tranne i colpi al basso ventre, quelli dietro la nuca e la schiena, i calci alla testa ad un avversario sul terreno, e le dita negli occhi. E specifico questi paletti perchè, nonostante possano sembrar scontati, in realtà sono stati inseriti in epoca relativamente recente. Qualche decennio fa era normale vedere la truculenta scena di un uomo stordito, già per terra ed in aria di Ko, ricevere quello che si chiama il “soccer kick”, un calcione alla testa. Altri tempi. Quindi, perchè vale la pena provarlo? Edco tre motivi.
Immersività
Quando ho provato Ea Sport Ufc per la prima volta (oltre al fatto di essere già reduce dalla amatissima serie Ufc Undisputed su Playstation 3) sapevo già cosa aspettarmi dal punto di vista dell’impatto visivo: si tratta uno scenario fortemente immersivo, con la musica che pompa all’ingresso dei lottatori, i due gladiatori che si guardano durante la presentazione, la gabbia illuminata, il presentatore Richard Buffer ed il suo “This. Is. The main event of the evening!”, il pubblico che urla, il commentatore eccitato.
E tutto questo è semplicemente una riproposizione fedele dello spettacolo che esiste già. Uno show americano sapientemente costruito da Dana White ed il suo team e riproposto molto bene in questa versione videoludica, con una grafica mozzafiato.
Ti immergi, dunque, nell’ambiente di questa arena in cui dovrai lottare contro ‘sto bestione che farà di tutto per mandarti al tappeto. Ed anche dopo averlo fatto, continuerà a colpirti fin quando l’arbitro non dichiarerà l’incontro concluso. Come farcela, dunque? Hai solo una scelta, imparare a combattere.
Giocando ad Ea Sport Ufc avvertirai la vera atmosfera di un incontro nella gabbia dalla prospettiva televisiva, e vorrai muoverti di conseguenza.
Non proverai dunque a combattere come hai sempre fatto con gli altri picchiaduro, sarai piuttosto tenuto a considerare la simulazione come realtà su cui basarti: agitare pugni e calci in aria non ti porterà alcun vantaggio, anzi.
Il vero combattimento
In Ea Sport Ufc la prima cosa che noterai è una fisica del movimento molto diversa rispetto a quella dei normali picchiaduro. Scordati gli spostamenti nevrotici avanti ed indietro, accetta invece l’idea di muoverti con piccoli passi aggraziati di precisione, sempre su tre dimensioni, sempre ponderando i centimetri di differenza rispetto all’avversario: queste tematiche sono la tua principale risorsa per arrivare a colpire.
La gestione delle distanze è in effetti base della base di ogni stile di combattimento ed Ea Sport Ufc ti costringe ad apprezzarne l’importanza: il colpo non nasce quando inizi ad agitare il pugno, ma lo costruisci quando studi i movimenti dell’avversario e tu ti sposti nella zolla giusta di conseguenza.
Non solo, anche le dinamiche di difesa (che si possono inquadrare in quattro temi diversi: schivata con rotazione del tronco, parata, blocco, movimento sgusciante) sono molto profonde e lasceranno spaesati i più comodisti del combattimento.
Il mio consiglio? Accetta il patto che il gioco ti propone, studia con umiltà il suo funzionamento e ti toglierai così tante soddisfazioni da non voler più provare altro. Sì, perchè Ea Sport Ufc è complesso, va capito, va studiato. Ma quando inizi a farlo, quando comprendi la sua logica ed inizi a vincere, non vuoi più farne a meno.
I cardini di questo picchiaduro non vertono solo sulla tua bravura nell’assestare colpi con metodo e tempismo. Esistono fattori che devi considerare e rispettare: le caratteristiche del tuo lottatore (è bravo nella lotta in piedi o in quella a terra?), quelle del tuo avversario (è bravo nell’arte del Ju Jitsu? Meglio tenere lo scontro in piedi e non farsi strangolare!), la tipologia di colpi da scegliere (si piega sempre di lato? Il gancio, assestato al momento giusto, può aprirti la via al Ko), e soprattutto la tua strategia per trovare un’apertura (per esempio, colpire più volte l’avversario con un calcio allo stomaco può costringerlo a scoprire la testa).
Più di questo, dovrai essere bravo anche a considerare un fattore che altrove non è mai stato importante: il fiato. Sì, perchè come avviene già in una scazzotata del mondo reale, è difficile piazzare tanti colpi se hai due polmoni umani. Esagera con lo spam e ti ritroverai sfiancato, condizione questa che ti avvicina al Ko più di quanto immagini: questo limite genera la necessità di gestire i colpi, un bilanciamento tra attacco e difesa molto intelligente che il giocatore deve ponderare con molta maturità. Anche su questo tema, qualcuno potrebbe trovare un elemento di sfida con sé stesso per edificare uno stile di combattimento ragionato, mentre qualcun altro invece si annoierà.
La complessità delle strategie
Oltre ciò, Ea sport Ufc è molto più di semplice combattimento “pugno a pugno”. Vi sono infatti anche le fasi della lotta in clinch e della lotta a terra, che implicano un mini-game dedicato, con lo scopo di bloccare l’avversario, spostarsi su una posizione vantaggiosa ed esplodere colpi potenti.
In questo arco strategico il fiato, il tempismo, e la psicologia continuano a risultare fattori decisivi. Anche qui, un videogiocatore di picchiaduro classici si troverà decisamente fuori luogo. E non avrebbe tutti i torti: purtroppo proprio queste due fasi, non particolarmente complesse e decisamente molto meno divertenti dello striking, rappresentano il punto debole di Ea Sport Ufc, quello su cui ci si aspetta passi da gigante nelle versioni successive.
Tuttavia mi sento di dirti che vale la pena impararle, soprattutto perchè ti concederanno l’opportunità di attuare strategie più profonde nei confronti di determinati avversari: immagina di incontrare qualcuno decisamente più bravo di te nella lotta in piedi, avere a disposizione una buona tecnica in clinch o per terra ti permetterà di limitare i danni, e magari riuscirai ad indebolirlo quanto serve per giocare nuovamente alla pari.
Per concludere, Ea Sport Ufc, arrivato ad oggi al capitolo 3, è una saga sportiva con ampi margini di miglioramento. A mio giudizio è avviata, parallelamente al successo della federazione Ufc, ad un sempre più ampio successo. La dinamica di attacco e difesa, la gestione delle distanze e del proprio fiato, la scelta della strategia di combattimento, sono tutti elementi cardine di un gameplay che alcuni potrebbero trovare estremamente stimolante e che ci sentiamo di incoraggiarti a provare.
Ad oggi si attendono i primi leak e rumor inerenti il prossimo capitolo, Ea Sport Ufc 4.
Nulla, comunque, toglierà terreno ai picchiaduro classici, che resteranno un must su cui fare affidamento per il divertimento vecchio stile.