I The Game Awards 2022, uno tra gli eventi videoludici più importanti di sempre si sono appena conclusi e quest’anno più che mai la curiosità di scoprire a chi sarebbe stato assegnato il tanto ambito e desiderato titolo di Game of the Year 2022 è stata fortissima.
Tutto questo perché tra colossi come God Of War Ragnarok ed Elden Ring (che ha effettivamente vinto il GOTY) che si sono scontrati per il titolo, in nomination è spuntato fuori anche Stray, meglio conosciuto ai più come “il gioco del gatto”.
Neanche a dirlo, questa nomination ha sollevato non poche polemiche nella community dei videogiocatori, gridando a gran voce quanto Stray fosse un titolo immeritevole anche solo di presenziare alle nomination di una riconoscenza così importante nel mondo dei videogiochi. Ed è proprio questa sorta di furia scaturita dalla community che mi ha dato lo spunto giusto per la stesura di questo articolo, nel quale spiegherò perché per me Stray è stato più che meritevole di far parte delle nomination al GOTY.
Stray GOTY? Perché no?
“Recognizing a game that delivers the absolute experience across all creative and technical fields” (tradotto: “Riconoscimento al gioco che offre la migliore esperienza in assoluto in tutti i campi creativi e tecnici”), questa è la descrizione attribuita al premio di gioco dell’anno sulla pagina dei The Game Awards 2022. Quello che io mi chiedo, e che vorrei ti chiedessi anche tu è: ma si può fare veramente una sorta di media matematica e dare ad ogni aspetto che va a comporre un gioco lo stesso peso per ogni titolo?
Perché se così fosse, giochi come Undertale mai nella vita dovrebbero essere considerati dei capolavori, giusto? O ancora Persona 5, forse uno dei giochi più apprezzati degli ultimi anni e che è stato in grado di donare nuova linfa vitale al JRPG a turni, non può essere così osannato da critica e pubblico, perché graficamente si posiziona molto sotto lo standard qualitativo attuale, oltre ad avere anche alcuni problemi oggettivi, o mi sto forse sbagliando?
Non si può fare sempre di tutta l’erba un fascio e fare una sorta di media matematica su ogni aspetto che compone un gioco perché si rischia di snaturare l’anima di un titolo e si potrebbe anche mancare di rispetto al lavoro degli sviluppatori. Questo concetto io lo difenderò sempre: la perfezione tecnica e ludica non rendono un gioco necessariamente migliore di un altro! I videogiochi per me possono essere arte e devono essere trattati (in alcuni casi almeno) come tale, quindi come metro di valutazione non si può semplicemente usare una sorta di metodologia fredda, schematica e matematica.
Ed ecco perché secondo me Stray meritava assolutamente un posto almeno tra le nomination al GOTY di questo The Game Awards 2022.
Certo è un titolo con più di un difetto, come la forse troppa linearità di alcune sezioni o la pigrizia nei “combattimenti”, ma è allo stesso tempo un gioco che ha portato una bella ventata d’aria fresca al panorama videoludico, con un’idea alla base incredibilmente originale che funziona, delle ambientazioni ed un’estetica ispirata e curata come poche, una colonna sonora particolarissima, che raramente si è ascoltata in un videogioco, in grado però di adattarsi magnificamente al contesto nel quale viene proposta, una trama e una sceneggiatura estremamente delicata e toccante. Soprattutto, è un videogioco dotato di un’anima e un cuore pulsante degni di nota e da tenere in considerazione molto più dei difetti oggettivi del titolo.
Questo per quanto mi riguarda basta e avanza per essere ritenuto meritevole di trovarsi in nomination per diventare GOTY. Certo, i videogiochi in primis nascono per essere giocati e per questo il gameplay non potrà mai passare completamente in secondo piano, ma se Stray è stato un titolo in grado di sensibilizzare milioni di videogiocatori sul problema degli animali randagi, incrementando anche la beneficenza effettuata su quest’ambito, qualcosa dovrà pur significare.
E sono infatti molto contento che i The Game Awards abbiano tenuto conto di tutto questo e gliene abbiano dato atto. Poi magari si è trattata di una “nomination simbolica” e mai si è presa realmente in considerazione l’idea di fargli vincere il GOTY, ma è comunque lodevole vedere un titolo simile paragonato a dei mostri sacri del panorama videoludico.