All’epoca della sua uscita The Witcher 3: Wild Hunt, non mi conquistò a primo impatto. Lo acquistai praticamente subito, è vero, perché era il gioco di cui tutti parlavano e quindi ero abbastanza curioso; tuttavia dopo alcune ore di gioco non ero ancora del tutto soddisfatto.
Temevo di trovarmi in presenza dell’ennesimo GDR di dimensioni mastodontiche e missioni troppo simili le une alle altre che avrei avuto difficoltà a terminare; per quanto ami i GDR, i mille impegni quotidiani mi rendono difficilissimo giocare titoli così lunghi e complessi.
Inevitabilmente, The Witcher 3 rimase a languire nell’HDD della mia PlayStation 4 e quasi me ne dimenticai.
Dal momento che non mi piace particolarmente lasciare un gioco a metà, qualche tempo dopo mi decisi a continuare le avventure di Geralt di Rivia, sfruttando gli spunti positivi che avevo tratto dalle prime ore di gioco.
Passate un altro paio di ore di gioco, ho definitivamente capito che gran titolo fosse: ogni missione è unica e soddisfacente, la noia e la ripetitività che temevo, semplicemente non esistono.
Pur avendo già trovato elementi di mio gradimento, iniziando per la seconda volta The Witcher 3 non avrei immaginato che sarebbe diventato uno dei migliori giochi con cui abbia mai giocato.
Perchè The Witcher 3 funziona così bene?
Quello che troviamo in The Witcher 3 non è esattamente nuovo o rivoluzionario. Esistono tantissimi GDR open world, con elementi sandbox e hack ‘n’ slash.
Nessuno di questi, tuttavia, riesce a eguagliare la profondità e le emozioni raggiunte da The Witcher 3.
Ovviamente è complesso spiegare cosa voglia dire a chi non lo ha mai giocato, è come spiegare quanto sia bello un film a chi non lo ha visto: provare per capire.
Pochi titoli riescono a raggiungere lo sviluppo della storia di The Witcher 3, con CD Projekt Red che è stata abile a dare vita a tutti i personaggi che incontriamo. Anche i cattivi hanno le loro motivazioni, per intenderci.
La missioni principali non risultano mai noiose, al contrario di tanti titoli pieni di riempitivi come “cerca la chiave o non potrai andare avanti”.
Qui abbiamo la sensazione di fare realmente la differenza, se non subito in futuro.
In molti giochi, inoltre, abbiamo un personaggio principale su cui concentrarci e di cui prenderci cura che lo vogliamo o meno, e spesso non vorremmo, lasciando tutti gli altri personaggi sullo sfondo.
In The Witcher 3 questo non accade; è possibile stringere relazioni con tutti i personaggi di supporto, che costituiscono un cast incredibile. Questo include la testarda Yennefer, Ciri e il miglior amico di Geralt, Dandelion.
Anche gli abitanti dei villagi che attraversiamo hanno delle loro personalità, questo perchè CD Projekt ama creare ogni singolo individuo con cui possiamo interagire, dandogli qualità umane.
Non sono dei semplici elementi di contorno alla narrativa, tutti hanno i loro problemi, le proprie vite ed emozioni che li rendono importanti tanto quanto lo stesso Geralt.
Da giocatore “vintage”, non sempre sono favorevole ai DLC.
Con poca sorpresa, i DLC di The Witcher 3 valgono la spesa. Ho speso innumerevoli ore esplorando Velen, Novigrad, tanto per citare alcune location; in tutto questo tempo non ho avuto mai la sensazione di stare giocando con un’aggiunta al gioco principale.
Il feeling è quello del gioco principale, nessun trucchetto per spremere il giocatore con un “more of the same”: gli sviluppatori hanno creato delle storyline in grado di rivaleggiare con quelle del gioco principale.
The Witcher 3 riesce a dipingere un mondo vivido, che ricorda molto da vicino I paesaggi dell’Irlanda e che ne include elementi di storia e folklore.
Dalle splendide grafiche all’audio, nulla è dimenticato. Camminando i nostri passi faranno un diverso suono a seconda del terreno su cui ci troveremo a camminare, così come passando accanto agli abitanti di un villaggio, riusciremo a sentire frammenti delle loro conversazioni.
Questi sono, in breve e per me, i motivi per cui The Witcher 3 continua ad essere enormemente popolare a 5 anni dalla sua uscita. Pochi giochi sono immersivi e lasciano il giocatore in condizione di volerne di più.
Sarà interessante vedere se CD Projekt riuscirà a mantenere questo elevato livello di standard con Cyberpunk 2077, che sicuramente stavolta giocherò tutto d’un fiato senza timori.