Ci sono un sacco di videogiochi che trattano la politica, che sia una meccanica di gioco oppure un elemento portante della trama. Basti pensare a Tropico oppure al più recente The Outer Worlds, di cui è disponibile la nostra recensione.
Se volessi riassumere cosa sia la politica, questa è il potere moderno, che può essere in mano di molti o pochi. Ma c’è anche un’altra domanda alla quale rispondere: nelle mani di chi risiede il potere?
Se volessimo fare un paragone, l’Italia è una Repubblica Democratica, quindi il potere è nelle mani del popolo, ed il parlamento (e di conseguenza il governo) è l’espressione del nostro voto. Mentre come ben sappiamo ci sono stati (e ci sono ancora) alcune forme di totalitarismo, dove il potere risiede nelle mani di una persona sola, nonostante spesso siano supportati da governi.
Quindi, la politica nei videogiochi può andare dalla “semplice” simulazione di cosa significhi prendere delle decisioni e bilanciare gli effetti che hanno sulla popolazione. Ci sono un sacco di titoli che gestiscono la politica, in questo articolo ne citerò qualcuno, ma mi soffermerò sul videogioco Atlus, Persona 5.
Paper, Please
Questo videogioco è carino sotto vari punti di vista, ed è un’ovvia critica ai regimi oppressivi. Il personaggio principale, che si occuperà di controllare che tutte le carte siano in ordine prima di far entrare varie persone all’interno dello Stato.
Un lavoro come un altro, per sfamare la famiglia ed avere la casa calda durante l’inverno. C’è solo un ma: hai la scelta di ignorare le regole imposte ed entrare a far parte di un gruppo rivoluzionario.
Quindi la domanda è: sarai leale al tuo Paese?
Dragon’s Age: Origins
Vedendo il titolo sviluppato da BioWare, Dragon Age: Origins, in retrospettiva, questo propone un sacco di allegorie e similitudini al mondo moderno: etnie o minoranze oppresse, gente discriminata solo per il loro essere diversi. Tutto questo contornato da intrighi politici che potrebbero benissimo fare da rivale al Trono di Spade.
Ogni scelta avrà delle conseguenze, nel bene e nel male. Ed alla fine probabilmente il mondo avrà ancora tanti problemi, ma almeno potresti aver fatto la tua parte per mettere le cose sulla strada giusta.
Wolfenstein (New Order, New Colossus e Youngblood)
Il messaggio di MachineGames è stato chiaro: il nazismo è sbagliato. Se in Dragon Age: Origins ci sono allegoria, nei nuovi Wolfenstein è tutto molto diretto, in quanto si insultano i nazisti in tutti i modi possibili.
Quindi, secondo gli sviluppatori, c’è una linea netta che separa il giusto e sbagliato, ed è normale che nel caso si fosse simpatizzanti di questa forma di governo, potreste rimanere offesi, in quanto “sgozzerete quei maiali nazisti”.
Persona 5
Ma probabilmente il videogioco che tocca più punti della vita politica non solo dal punto di vista del “mero potere” è sicuramente Persona 5, gioco del 2017 sviluppato da Atlus. Attenzione: saranno presenti spoiler.
Per chi non lo sapesse, Persona 5 è un titolo JRPG con uno stile molto forte, le sue cutscene sono animate come fosse un anime, e per riassumere in modo grossolano la trama: bisognerà rubare i tesori provenienti da un’altra dimensione. Non sembra proprio il campo ottimale per un discorso pseudo-politico, eppure tocca l’argomento sotto molti punti di vista.
Un primo esempio è possibile trovarlo già durante alle prime battute del titolo. In quanto il professore di educazione fisica, Kamoshida, abusa fisicamente degli studenti. Il suo Castello è infatti poi pieno di studentesse, che mostrano quindi il lato oscuro dell’uomo, che “adora fin troppo” le donne.
Perché questo dovrebbe essere un riferimento? Potresti chiedermi, ecco la spiegazione: se ci pensi, la scuola non è altro che una società in miniatura, dove il professore (insieme al corpo docenti) ed il preside sono visti come i capi, mentre gli studenti potrebbero essere la rappresentazione del popolo, che segue le regole dettate dai capi. Ma cosa succede nel momento in cui questo potere viene usato per opprimere ed abusare qualcuno che “non è capace di difendersi”?
Shido
Dopo un po’, la politica prende letteralmente piede in Persona 5, in quanto si scopre che un senatore è corrotto. Shido, questo il suo nome, cerca di avere tutto il potere nelle sue mani provando a scindere il suo stesso partito.
Nel mondo parallelo, chiamato Metaverso, riesce a causare il caos a Tokyo ed eliminare i suoi nemici mostrandosi come il salvatore della situazione e di conseguenza della nazione, ma in realtà è tutto un falso.
“Anche se questo Paese dovesse crollare, lui da solo riuscirebbe a sopravvivere”
Il problema arriva nel momento in cui si riesce a sconfiggere l’uomo all’interno di questa “dimensione parallela”, riuscendo a fargli confessare i suoi crimini (nel mondo reale) in televisione, in quanto la distorsione all’interno del Metaverso diventerà così grande che la popolazione non crederà alle sue parole e continuerà a supportare le sue azioni. Questo è il potere della politica. Riuscire, in un modo o nell’altro a convincere tutti che tutto ciò che si fa è “nel nome di qualcosa”, e che dunque va fatto.
La storia insegna
Ci sono una sequela di possibili riferimenti storici, recenti e lontani, proprio per quanto riguarda questo tipo di “plagio”. Basti pensare a tutti i totalitarismi ed alle atrocità compiute, ad esempio. Se volessimo andare ancora più indietro nel tempo, ricordiamo le Crociate, che furono stermini “in nome di Dio”, ma che in realtà erano solo manovre di conquista.
Perché questa gente ha fatto tutto questo male? La risposta è tanto semplice quanto “dolorosa”: credevano a tutto ciò che gli veniva detto, per dovere o volere. Senza mai chiedersi:”Ma forse non starà esagerando?”, “E se fosse sbagliato?”, hanno creduto ad ogni parola come fosse una fede religiosa. Caro lettore, potresti pensare che se mi fossi trovata nella stessa situazione, avrei fatto lo stesso errore, e la mia risposta sarebbe “sì”. Perché il problema in gran parte non è stato la gente, ma chi deteneva il potere politico e come l’ha gestito, e purtroppo la storia ci insegna che molte volte la linea tra giusto e sbagliato viene superato a sfavore della prima.
Escludendo questi casi, che sono comunque degli estremi di ciò che è successo nel corso della nostra storia, ci sono stati dei politici che sicuramente hanno commesso degli errori, che volevano fare del bene, in un modo o nell’altro, eppure non sono riusciti a gestire l’enorme mole di responsabilità che giaceva sulle loro spalle. Così come altri invece sono stati dei maestri del loro lavoro.
Esattamente come noi videogiocando Civilization abbiamo delle enormi responsabilità, i politici ne hanno. La differenza è che se noi dovessimo commettere un errore, possiamo sempre ricominciare ricaricando dal checkpoint, loro non possono.