Sviluppato da HB Studios e pubblicato da 2K, PGA Tour 2K25 è il nuovo titolo sportivo dedicato esclusivamente al mondo del golf che mira, ancora una volta (dopo il precedente PGA Tour 2K23 di cui puoi recuperare la nostra recensione), a ledere il competitor diretto firmato Electronic Arts. Noi abbiamo dato vita a un nostro personale professionista e lo abbiamo accompagnato in una lunga ed emozionante carriera a suon di mazze su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a mandare la palla in buca?
Amanti del golf ne abbiamo?
In risposta alla domanda che funge da titolo al nostro paragrafo, la risposta è: sì. Ed è ovvio, considerando che il settore videoludico dedicato al golf professionale (quindi ben diverso da chi è abituato a Mario Tennis) è da anni conteso tra due grandi rivali: EA vs 2K. Per l’esattezza, la sfida è nata nel 2021 con l’acquisizione del team originario (HB Studios) della serie The Golf Club a opera di 2K e il nuovo battesimo in PGA Tour 2K.
Come negli altri giochi sportivi con tanto di partner, sponsor e licenze di vario genere, è gara a chi ne arraffa di più per poterle poi riproporre in chiave ludica. Nel caso specifico di PGA Tour 2K25 abbiamo 11 atleti ufficiali tra cui spiccano l’intramontabile e iconico Tiger Woods (leggenda dello sport che non ha bisogno di approfondimenti), Matt Fitzpatrick (campione dell’edizione 2022 degli U.S. Open) e Max Homa (astro nascente del golf).

E chi è che dovrà affrontare tali rivali in quella che è una carriera (denominata My Carrier) ricca di eventi, tornei ufficiali (PGA Championship, U.S. Open Championship e l’Open Championship per citarne tre), interviste, sponsor e quant’altro? Ovviamente noi. O meglio, per essere precisi, spetterà al nostro avatar. Tale avatar è un personaggio da costruire attraverso l’editor di gioco offerto da PGA Tour 2K25 e che non plasmerà solo le fattezze estetiche del nostro atleta ma ne stabilirà anche i tratti sia sportivi che emotivi.
I tratti sportivi sono una sorta di “classe” e mirano a dare le statistiche basi su cui si impronterà il nostro tipo di gioco. Si va da quello più aggressivo a quello più artistico, il tutto andando a influenzare direttamente le tecniche di gioco. Per quanto riguarda la parte caratteriale del nostro personaggio, essa è legata al modo in cui decidere (se decideremo) di rispondere a interviste e call telefoniche. Ogni risposta andrà pro o contro il carattere che stabiliremo all’inizio.

Andare contro ciò che denunciamo, significa perdere credibilità e rischiare di sprofondare nell’anonimato. Questo perché in PGA Tour 2K25 ha molta importanza il numero di followers che si ottengono in praticamente tutto ciò che facciamo. Dai risultati sul campo alle interviste, passando per le scelte di sponsor (potremo decidere con chi firmare contratti ed eventualmente cambiarli nel corso della carriera), tutto crea followers e i followers sono tutto anche in My Carrier.
Il sistema di progressione con level up che sbloccano oggetti extra (non solo personalizzabili) è legato proprio al numero di followers. A tal proposito, si conferma la politica abbastanza invadente di 2K per quanto riguarda le microtransazioni grazie alla presenza dei VC, valuta in game facoltativa con cui velocizzare l’ottenimento di determinati oggetti (dall’abbigliamento fino all’attrezzatura di gioco) con prezzi reali non molto competitivi.

Un modo più intuitivo di tirare con la mazza
Passando all’ambito prettamente ludico, PGA Tour 2K25 introduce prima di tutto un nuovo modo per tirare con la mazza (e quindi effettuare quello che nel gergo è definito swing). Parliamo, nel dettaglio, dell’EvoSwing, un sistema legato alle movenze dell’analogico che vanno a coinvolgere la potenza e la direzione di tiro. Il tutto è basato su un sistema a schermo con cerchi concentrici da fermare col giusto tempismo preceduto da una fase di angolazione (con tanto di eventuale proiezione di risultato).
Un sistema molto preciso premiato e rafforzato da una fisica di gioco indiscutibilmente solida ed efficace. E sì, richiede un po’ di pratica ma, anche per i neofiti, c’è un aiuto extra ossia il sistema denominato “Perfect Swing” (che agevola ulteriormente il meccanismo di tiro). Tra allenamenti, possibilità di effettuare demo sul campo e la presenza della modalità “classica” di gioco a tre pulsanti, PGA Tour 2K25 vuole comunicare con tutte le tipologia di videogiocatori rendendosi quanto più accessibile possibile.

Buono anche il quantitativo di materiale messo a disposizione tra tornei, campi da gioco (al momento ne sono 27 ma sono previsti ulteriori DLC, anche gratuiti), attività collaterali (interviste e sponsor) e soprattutto personalizzazione (tanto estetica quanto di abilità ed equipaggiamento). C’è davvero, davvero tanto con cui giocare e My Carrier calamita la quasi totalità dell’esperienza nonostante la presenza di una modalità più veloce di gioco in single player (senza quindi tutte le attività corollarie della carriera) e l’immancabile multiplayer
In multiplayer subentrano anche le classifiche online oltre che l’immancabile livello di progressione. Presente il crossplay, così come sono presenti, purtroppo, le microtransazioni per progredire più velocemente. Il tutto a favore di un potenziamento della longevità che, per i cultori dello sport, avranno di che giocare.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, PGA Tour 2K25 convince a tratti. La fisica di palla e mazza convincono, così come è apprezzato l’effetto del vento (nemico non da poco durante i nostri tiri) ma ciò che fa storcere il naso è tutto ciò che c’è intorno. I campi e la loro morfologia (discretamente vari e ben architettati) riescono a calamitare l’attenzione ma appena lo sguardo va sullo sfondo… è come cambiare generazione di console. Si passa a modelli poligonali grezzi e terribilmente poco ispirati (oltre che anonimi e orfani di dettaglio).
Non aiutano le persone che fungono da pubblico, decisamente fuori contesto e fuori generazione ludica. Anche il nostro avatar, per quanto personalizzabile, presenta texture di dubbia qualità, prestando il fianco a più di una critica. Discorso diverso, invece, per il sonoro. Gli effetti ambientali e legati, ancora una volta, a tutto ciò che ruota intorno al tiro (impatto col suolo, colpo di mazza, ecc.) funzionano e sono credibili.
Buone anche le musiche mentre il vociare dei cronisti, inizialmente interessante, sfuma presto nel fastidioso peccando di originalità e non riuscendo a coinvolgere come dovrebbe. Infine, abbiamo decisamente apprezzato la presenza dei sottotitoli in lingua italiana.