Phantom Spark è un titolo che si rifà a una tradizione di racing game di stampo puramente arcade (come NeoSprint, ad esempio), dove i controlli partono da basi semplici, la progressione si basa sul punteggio e il miglioramento del giocatore vale più di qualsiasi upgrade.
Il titolo sfoggia anche uno stile davvero unico, che fin dai primi screenshot sembra essere decisamente interessante. Vediamo quindi se vale la pena gareggiare in queste oniriche piste futuristiche nella nostra recensione.
Tanto per cominciare, Phantom Spark non presenta una storia vera e propria, ma si limita a proporre al giocatore un contesto narrativo: impersonerai una scintilla, intrappolata in una sorta di navicella con cui gareggerà per varie piste futuristiche.
Queste piste sono gestite da campioni, in puro stile palestre Pokémon, che sfidano le abilità di chi gareggia. Di base la storia è tutta qui. Nonostante questo, però, il titolo vanta uno stile davvero interessante, delineato da battute con richiami filosofici o motivazionali, che in qualche modo arricchiscono i menù tra una gara e l’altra. Un piccolo extra, per un titolo che si basa tutto sul gameplay.
Phantom Spark va subito al sodo
Il gameplay di Phantom Spark è quello di un titolo arcade che parte da basi semplicissime, immediate da capire, ma difficili da padroneggiare. Ma andiamo con ordine.
Il gioco è strutturato in “mondi”, i quali sono a loro volta divisi in brevissimi tracciati da percorrere. Completando un tracciato si sblocca il successivo e completandoli tutti si finisce il mondo in questione. Questo sblocca quelli successivi, dove si ripete il processo.
La struttura di gioco, quindi, è essenziale e priva di orpelli, proprio come ci si aspetterebbe da un titolo arcade. Phantom Spark, semplicemente, si basa sulle corse, da giocare una dietro l’altra, cercando di migliorarsi.
L’essenzialità di questa struttura si vede anche nella parte puramente ludica. Ogni corsa, infatti, si basa semplicemente sul tempo: quando si avvia un circuito, si gareggia da soli, cercando di concluderlo velocemente. Successivamente si sfidano i “fantasmi” di se stessi e del campione di quello specifico mondo.
Nonostante quest’ultimo caso possa apparire come una gara, in realtà il titolo resta una semplice e letterale corsa contro il tempo. Prima quello del giocatore, e poi un tempo ideale rappresentato dal fantasma del campione di turno.
Ogni singolo tracciato è quindi pensato per essere ripetuto più volte, spingendo il giocatore a padroneggiare i semplici controlli del titolo. Questi ultimi sono costituiti soltanto dal tasto per accelerare e da quello per frenare, da alternare continuamente in base alle curve. Si aggiungono poi piccole meccaniche, come lo slancio in curva dopo una frenata larga, che consente di ripartire con un piccolo scatto.
Ogni tracciato è pensato per offrire sfide a loro modo uniche, spingendo il giocatore a capire fino in fondo il movimento del veicolo e l’utilizzo dei due tasti disponibili. Se infatti si vogliono ottenere i punteggi migliori, ogni livello va giocato e rigiocato, per memorizzare le curve, le girate migliori e così via.
Phantom Spark è, quindi, puramente arcade. La progressione del titolo è scandita dall’abilità del giocatore e l’unico contenuto extra degno di nota è costituito da brevi sfide strutturate quasi come dei puzzle. Sfide dove, per esempio, bisogna affrontare una curva strettissima in pochissimi secondi, sfruttando a dovere sfrenata e slancio.
Il risultato è un titolo facile da prendere in mano, ma difficilissimo da padroneggiare, che sicuramente piacerà a tutti gli appassionati arcade. Di base, la struttura si riduce a un susseguirsi di tracciati dove ottenere tempi progressivamente migliori, ma la precisione dei controlli e il level design delle piste bastano per confezionare un ottimo prodotto.
Tutto perfetto quindi? Quasi. Proprio per questa sua struttura, Phantom Spark si rivolge a una nicchia specifica, che può sopportare l’intrinseca ripetitività della formula e la generale penuria di contenuti. Se ti piace una struttura di gioco simile, amerai il titolo, altrimenti non troverai molto altro.
Il comparto tecnico di Phantom Spark non è troppo elaborato, per via di tracciati e modelli generalmente poco dettagliati. Il colpo d’occhio finale, però, risulta sempre bellissimo e ricco di fascino, anche grazie agli ottimi effetti di luce.
Grosso del merito va anche al comparto artistico, che a suo modo riesce a essere riconoscibile e memorabile, con atmosfere oniriche, musiche orecchiabili e atmosfere ricche di fascino.