Pig Eat Ball è un action arcade con elementi puzzle, un mix decisamente interessante da proporre per un gioco. Nei panni della maialina Princess Bow dovremo farci strada tra i numerosissimi livelli mangiando e rigurgitando i bocconcini presenti per poter proseguire o per eliminare eventuali nemici sul nostro cammino. Il titolo presenta due modalità di gioco, la campagna in single player e la modalità versus in multiplayer.
Gameplay
Il gameplay è sicuramente una delle cose più bizzarre di Pig Eat Ball. Ci verranno proposte diverse sfide ma tutte accomunate da un’unica costante: mangiare. Per poter concludere un livello dovremo infatti mangiare tutti i bocconcini presenti in ognuno di essi anche se è più facile a dirsi che a farsi. Mangiando, il nostro personaggio ingrasserà, andando ad aumentare la propria massa corporea, il che ci porterà ad una situazione da cartone animato tanto buffa quanto spiacevole ovvero ci incastreremo negli spazi stretti. Niente paura, potremo liberarci tornando “magri” e passando senza problemi nello spazio nel quale ci siamo incastrati. Come? Vomitando. Proprio cosi: ci toccherà vomitare per poter proseguire. Questa azione però ci darà un piccolo svantaggio, ossia quello di perdere alcuni, se non tutti in alcuni casi, dei bocconcini mangiati in precedenza, ma potremo tranquillamente recuperarli subito dopo.
L’azione di vomitare non ci servirà solo a perdere peso per poter passare negli spazi stretti, ma sarà utile anche contro i nemici. In alcuni livelli potremo infatti incontrare dei nemici che ci sbarreranno la strada e potremo liberarcene vomitandogli addosso e colpendoli con una carica. La carica è un’altra azione che ci tornerà utile nel proseguire con i livelli, infatti in alcuni di essi troveremo dei blocchi di vetro che dovremo caricare per distruggere.
Parlando dei nemici invece questi saranno uno degli elementi più fastidiosi e dei quali vorremo liberarci subito, oppure ce ne vorremo tenere ben alla larga. Il contatto con i nemici infatti ci costringerà a vomitare prima uno o due bocconcini al quale seguirà una specie di timer che ci farà rigurgitare tutti i bocconcini accumulati finora nel momento in cui si esaurisce.
Alcuni livelli presentano ulteriori elementi puzzle oltre al solo “passaggio stretto” citato prima. Avremo infatti degli elementi che bloccano il passaggio dei bocconcini o di Princess Bow e dovremo ingegnarci per poter superare queste sezioni. Alcuni livelli ci metteranno di fronte delle sfide particolari come ad esempio mangiare tutti i bocconcini entro un tempo limite oppure delle sfide contro tre nemici nelle quali dovremo mangiare più bocconcini rispetto a loro, distruggere più blocchi di vetro o recuperare più stelle. Avremo, inoltre dei livelli con dei boss enormi nei quali, oltre al solito mangiare tutti i bocconcini, dovremo fare attenzione agli insidiosi attacchi dei boss.
Passando invece alla componente multiplayer locale potremo invece divertirci con i nostri amici fino a quattro giocatori. Le sfide proposte nel multiplayer locale saranno come quelle viste in alcuni livelli della campagna in singleplayer, come ad esempio il mangiare più bocconcini rispetto agli altri entro un limite di tempo oppure distruggere più blocchi di vetro rispetto agli altri, o ancora raccogliere il maggior numero di stelle, il tutto sempre entro un tempo limite. Un altro dei minigiochi presenti è quello in cui dovremo assemblare un determinato numero di sandwich prima dei nostri avversari. Al completamento di ogni round verranno assegnati dei punti a seconda dei risultati dei partecipanti, andando a formare una classifica e chi sarà al primo posto al termine dell’ultimo round verrà dichiarato vincitore.
Grafica e sonoro
Graficamente il titolo si presenta con un aspetto retrò non troppo pixeloso, ma nemmeno troppo definito, dando un senso di “vecchio ma non troppo”. Nonostante ciò i livelli sono coloratissimi, anche se il colore che potremo vedere più spesso sarà il verde vomito, lo stesso che spargeremo in giro per i livelli. Il comparto audio non è di certo il fiore all’occhiello di questo titolo con delle musiche di accompagnamento decisamente dimenticabili e il suono più “emblematico”, se vogliamo definirlo così, è quello del rigurgito della nostra protagonista.