In principio erano le sale giochi, e i videogiochi erano presso le sale giochi. A questo punto la semicitazione dovrebbe andare avanti con ‘e le sale giochi erano i videogiochi‘. Ebbene, chi ha bazzicato questi posti ormai sempre più rari da trovare si ricorda bene che non era proprio così: accanto ai leggendari cabinati c’erano anche intrattenimenti più analogici. Alcuni di questi erano i flipper, noti in inglese come pinball, i quali, con le loro varietà mai scontate, erano in grado di intrattenere l’allora nascente pubblico videoludico per ore ed ore.
In questo senso, possiamo dire che Pinball Freedom, il titolo di cui parliamo oggi, è un titolo doppiamente nostalgico: non solo riporta con la mente ai tempi in cui ogni pallina lanciata era un bene prezioso e ogni colpo di aletta era decisivo, ma anche a quando i possessori di un PC con Windows XP montato sopra spendevano molto tempo a quel 3D Pinball: Space Cadet che è ricordato nell’immaginario comune come il videogioco di flipper per eccellenza.
Con Pinball Freedom lo sviluppatore indipendente inglese CGA Studio, già abbastanza navigato a livello di portfolio (tra i suoi lavori c’è anche un altro pinball: Pinball Lockdown), ha certamente avuto l’intenzione di presentare un’esperienza che riproponesse almeno in teoria il sapore delle vecchie sale giochi, eppure, come vedremo, non siamo di fronte ad una traduzione pratica di tali prospettive.
Prima di parlare più nel dettaglio del gioco, ti avvisiamo di non aspettarti nulla di simile a Zombie Rollerz: Pinball Heroes: i developer non si sono sprecati a dotare il titolo di una sceneggiatura (del resto, data la molte di contenuti, si sarebbe rivelata quantomeno irrisoria).
Pinball Freedom, la libertà in cinquanta metri quadrati
Con un nome così altisonante, chiunque si aspetterebbe un titolo arcade coi controfiocchi, magari con modalità o macchine sbloccabili e una valanga di trofei. Ebbene, in Pinball Freedom non è presente nulla di tutto ciò: il numero dei flipper in game è limitato a cinque esemplari l’uno diverso dall’altro. Sei se si conta anche il tavolo da air hockey, il quale è a conti fatti l’elemento più debole dell’intero titolo.
Il tutto è concentrato in una sala giochi ampia grossomodo una cinquantina di metri quadrati virtuali, ergo percorribile in lungo e in largo con praticamente un solo giro di levetta di Joy-Con.
I cinque flipper sono di per sé abbastanza vari a livello tematico: ne abbiamo due dedicati agli sport estremi (Skate Table e BMX Pinball, ciascuno tematizzato sugli eponimi sport); Panda Ball, dedicato al mammifero cinese per eccellenza simbolo del WWF; Biohazard Caution, d’ambientazione fantascientifica (Resident Evil non c’entra nulla nonostante l’omonimia), e infine Beauty & the Beast Table, a tema fiabesco e a nostro dire il peggiore da scegliere sebbene sia l’unico dotato di doppie alette (le quali rendono un flipper più ricco di sfida).
Da buon titolo arcade, i nostri punteggi vengono registrati su una classifica globale. Al momento in cui scriviamo il record del mondo è di 3.524.600 punti (non ci è dato sapere cos’abbia spinto questa persona a dedicare così tanto tempo a questo titolo).
Sia che si giochi in modalità portatile o casalinga, la visuale rimane regolabile su tre livelli: uno a volo d’uccello sulle alette; un altro intermedio, il quale offre una visuale abbastanza simile a quella esperita sui flipper tradizionali, e infine uno top-down, il quale, pur garantendo la presenza a schermo di ogni singolo elemento in game rende difficile seguire i movimenti della pallina (che diviene invedibile qualora si stia giocando in modalità portatile).
Un livello tecnico inaccettabile
Volendo essere il più onesti ed imparziali possibile, la fisica del gioco non è deludente, al contrario i movimenti della pallina e delle alette risultano piuttosto verosimili ed a livello di reattività non c’è nulla fuori posto.
Il vero problema è che, al di là della definizione rimasta abbastanza indietro (non sapremmo dire di quale precisa generazione data la fisica abbastanza realistica di cui abbiamo parlato, contrasto il quale rende difficile fornire una pronuncia univoca su questo punto), i movimenti al di fuori dei flipper sono sistematicamente soggetti ad un frame rate singhiozzante. Dato il genere e data la sua semplicità a livello tecnico (l’ambiente della sala giochi si può dire sia totalmente spoglio), tali problematiche non si possono assolutamente giustificare.
Come già anticipato, i flipper possiedono un’estetica piuttosto variegata, la quale tuttavia non lascia trasparire troppa ispirazione, limitandosi più che altro ad aderire a dei canoni tematici dettati dalle ambientazioni dei singoli flipper.
Il tavolo da air hockey è dal canto suo un aggiunta fuori tema che sembra messa lì totalmente a caso: disadorno, limitato alla modalità vs CPU anche quando si sa che una Nintendo Switch ha sempre due Joy-Con, guai a mandare il dischetto all’angolo del tavolo: si buggherà in esso irrimediabilmente.
Neanche la navigazione fa scintille, anzi si può dire sia a tratti scomoda e sgradevole alla vista. Per fortuna lo sviluppatore non ha lasciato le stringhe preimpostate di Unity (quello sarebbe stato un vero e proprio insulto all’intelligenza di chi gioca e di chi recensisce).
Spendendo come al solito qualche parola sul sonoro: rumori ambientali ridotti all’osso ma abbastanza sincroni con quanto avviene in game, colonna sonora non esaltante limitata all’uso dei flipper e in linea con i loro setting.
Tra la fruizione casalinga e quella portatile di Pinball Freedom, per una pura questione di salute oculare consigliamo la prima.