I creatori dell’esperienza horror Exit 8 hanno deciso di presentare al pubblico un nuovo progetto: Platform 8. Lo studio di sviluppo KOTAKE CREATE confeziona per noi una nuova avventura breve ma emotivamente intensa che ci vede esplorare i vagoni infestati di un treno apparentemente senza fine, che sta attraversando una zona non ben precisata del Giappone.
La recensione di Platform 8, così come il titolo stesso, non potrà essere particolarmente lunga: ci troviamo di fronte ad un’esperienza, disponibile per PC e console di nuova generazione, oltre che per Nintendo Switch, vede un gameplay ridotto all’osso e una longevità che si aggira attorno all’ora. Ciò, però, non deve far per forza supporre di trovarsi di fronte ad un titolo che non può comunque rivelarsi decisamente interessante.
La surreale esperienza giapponese di Platform 8
Come accennato in apertura d’articolo, ci troviamo di fronte ad un progetto semplice per quanto anomalo: possiamo riassumere con delle etichette la struttura di gioco soffermandoci sugli elementi “horror” e “walking simulator”. Non risulta necessario aggiungere altre parole per comprendere il tipo di gameplay presentato, con il nostro personaggio senza nome e senza volto che, saltando convenevoli quali menu di introduzione o filmati iniziali, si ritrova su un misterioso treno con un solo altro passeggero intento a guardare il proprio smartphone.
Spostandoci tra i vagoni della vettura, tutti uguali sia per struttura sia per l’inquietante presenza del nostro compagno di viaggio silenzioso che sembra ripetersi in un loop infinito, inizieremo man mano a notare delle anomalie: entità misteriose e decisamente spaventose che si manifesteranno vagone dopo vagone in maniera sempre più inaspettata.
Il titolo ci richiede di individuare, spostandoci tra i vagoni, tutte le anomalie presenti, per poi approdare ad uno dei finali presenti nel titolo. Data la brevità dell’esperienza, non vogliamo approfondire ulteriormente i contenuti presenti: sappiate solo che ci troviamo di fronte ad un horror decisamente “giapponese”, che esprime il suo atteggiamento e la sua ispirazione asiatica da tutti i pori.
Il terrore innescato dal realismo
Il fattore “terrore” in Platform 8 si propaga vagone per vagone: una volta capito di che cosa il gioco sarà capace, ci stupiremo volta per volta di come lo stesso titolo abbia superato il suo limite, anomalia dopo anomalia.
Senza colonne sonore intense (ma anzi, un inquietante silenzio ad intensificare l’idea di trovarsi in un limbo ignoto) il titolo ci guida in atmosfere surreali condite da elementi di assoluto realismo: in tal senso, la struttura grafica di Platform 8 aiuta e non poco a dare forma ai brividi lungo la schiena, con un’impostazione talmente realistica nelle forme e nei movimenti su schermo da sembrare, più che un videogioco, un video tratto dalla realtà.
Un lavoro di precisione
Platform 8 è un’avventura assai breve e solo relativamente rigiocabile, data la presenza di un numero non propriamente alto di finali multipli, che però risulta, nella sua interezza, gestita con grande riguardo: non ci riferiamo unicamente alla struttura grafica e tecnica, ma anche alla presenza di piccoli dettagli che mostrano chiaramente una grande ricerca di perfezionismo da parte degli sviluppatori.
Facciamo riferimento a elementi come le scritte, come quella che potete vedere nell’immagine qui sopra, che sono state localizzate in italiano, ma anche alla presenza di trofei nella versione PlayStation sebbene, sotto questo punto di vista, non tutti potranno ritenersi soddisfatti, in quanto a mancare è purtroppo proprio l’agognato Platino. Un dato che risulta più che giustificabile data la presenza di soli 4 trofei per tutto il gioco, un numero eccessivamente esiguo per rendere sensata la presenza del trofeo più ambito ma che, comunque, farà storcere il naso ai più completisti.