Secondo appuntamento con Platform Mania, un altro articolo molto corposo che, proprio per questo, sarà ulteriormente diviso in due parti. Una uscirà oggi 3 Novembre e l’altra domani 4 Novembre. Senza perdere ulteriore tempo, vista la mole di lavoro che ci attende, ricordiamo che questa è una rubrica dedicata al genere dei platform e che l’ultima volta abbiamo iniziato a navigare nell’abnorme franchise del più famoso idraulico italiano di sempre: Super Mario. Se nel già citato articolo abbiamo visto i titoli principali della saga, oggi ci spostiamo sugli spin-off, precisamente su quelli che vedono come protagonisti i comprimari di Mario. Iniziamo.
Donkey Kong
Di Paesi e Terre
Il primo comprimario ad aver ottenuto una propria serie di giochi è sicuramente Donkey Kong. A essere onesti, come abbiamo visto nella prima parte, Mario ha proprio debuttato nella prima serie di giochi del grosso gorilla rapitore di fanciulle e lancia barili. Tuttavia, nell’epoca del Super Nintendo, questi ottenne ben due trilogie di giochi propri che sono ancora oggi ricordati come alcuni dei migliori platform 2D di sempre. I protagonisti di queste serie sono Donkey Kong e la sua numerosissima famiglia di scimmie.
Donkey Kong Country (1994)
Il malvagio pirata King K.Rool e la sua ciurma di Kremlings hanno rubato le banane di Donkey Kong che, aiutato dal nipote Diddy Kong, si metterà in viaggio per recuperare il suo tesoro e scacciare i pirati dalla sua isola. Donkey Kong Country è il primo platform della storia ad essere stato realizzato con grafica pre-renderizzata ed è considerato uno dei più grandi capolavori di Rare oltre che una pietra miliare nella storia dei videogiochi. Come giocarlo: è possibile trovarlo sullo shop online del Nintendo 3DS o del Nintendo Switch. E’ anche presente nella line-up del Super NES Classic Edition.
Donkey Kong Land (1995)
Visto il successo su Super Nintendo del primo titolo, era inevitabile un adattamento per la console portatile Nintendo dell’epoca, il Game Boy. La genialità di Rare stette però nel non creare un vero e proprio remake a 8-bit, ma nel trasformarlo in un seguito molto diverso su tutti i fronti. La stessa storia gioca su questo fattore con Cranky Kong che rimprovare Donkey e Diddy perché hanno avuto successo solo grazie alla grafica superiore del Super Nintendo e li sfida a fare altrettanto su Game Boy, richiamando lui stesso King K. Roll per rubare le banane. Ho adorato più di quanto sarebbe logico pensare questo titolo. Come giocarlo: dopo anni di vuoto assoluto, è stato infine rilasciato sullo shop del Nintendo 3DS nel 2014.
Donkey Kong Country 2: Diddy’s Kong Quest (1995)
Lo stesso anno arriva anche il seguito ufficiale per Super Nintendo di Donkey Kong Country. Donkey Kong stavolta viene rapito da King K. Rool insieme alle sue banane e portato sull’Isola Coccodrillo. Starà a Diddy Kong, accompagnato dalla sua ragazza Dixie Kong, imbarcarsi in questa folle impresa di salvataggio. Donkey Kong Country 2 è di base una versione estesa del primo titolo, ma, per quanto mi riguarda, resta il capitolo migliore di tutta la trilogia. Come giocarlo: come il primo capitolo, anche questo è disponibile sugli shop di Nintendo 3DS e Nintendo Switch.
Donkey Kong Land 2 (1996)
Purtroppo il seguito di Donkey Kong Land non segue la brillante idea del primo capitolo e stavolta si rivela come un effettivo remake a 8-bit del corrispettivo capitolo per Super Nintendo. Peccato. Se la storia, però, vede comunque Diddy e Dixie intenti a salvare Donkey Kong dall’Isola Croccodillo, c’é da dire che i livelli sono, al di là del nome, completamente diversi e ridisegnati da zero. Un po’ troppo poco comunque. Come giocarlo: come il predecessore, lo si può trovare sullo shop del Nintendo 3DS.
Donkey Kong Country 3: Dixie Kong’s Double Trouble! (1996)
L’ultimo capitolo della trilogia per Super Nintendo purtroppo è anche quello che ha guadagnato meno, nonostante un gameplay molto innovativo, una grafica fantastica per l’epoca e quello che possiamo considerare come uno dei primi tentativi di creare un open world denso di misteri e segreti. A contribuire al flop fu sicuramente l’anno d’uscita in cui molto pubblico era già migrato verso il Nintendo 64. Un misterioso robot ha preso il comando dei Kremling e stavolta a sparire sono stati sia Donkey Kong che Diddy. Starà a Dixie e al suo cugino infante Kiddy imbarcarsi in un viaggio nel Kremisfero Settentrionale per salvare la propria famiglia. Come giocarlo: come gli altri due è disponibile sullo shop di Nintendo 3DS e Nintendo Switch.
Donkey Kong Land 3 (1997)
Anche se la mappa del mondo e i nomi dei livelli, oltre che il gameplay e i protagonisti, sembrano suggerire nuovamente ad un finto remake per Game Boy, l’ultimo capitolo della serie Donkey Kong Land per Game Boy presenta una struttura dei mondi e dei livelli originale così come una storia completamente diversa. E’ stata indetta, infatti, una gara per trovare il Mondo Perduto nel Kremisfero Settentrionale e Donkey Kong e Diddy sono già partiti alla ricerca. Dixie e Kiddy seguono, ma sono ostacolati dal nuovo leader dei Kremling: il Barone K. Rollenstein (chissà chi sarà mai). Come giocarlo: esatto, anche questo lo trovi sullo shop del Nintendo 3DS.
Mario VS. Donkey Kong
In contemporanea con l’uscita del primo Donkey Kong Country, in realtà, uscì anche un altro gioco appartenente al franchise di Donkey Kong che farà poi da base per una serie di titoli portatili molto più moderni. Visto che questa serie parallela si sviluppa contemporaneamente ai vari titoli di Donkey Kong che andremo a vedere nel resto dell’articolo, mi sembra giusto parlarne ora.
Donkey Kong ’94 (1994)
Questo gioco per Game Boy, come suggerisce il nome, è un vero e proprio remake del primissimo Donkey Kong che vede la scimmia rapire Pauline e Mario correre all’inseguimento. Ogni livello ha un fortissimo sapore arcade condito da elementi tipici dei puzzle e si sviluppa su una sola schermata. E’ uno di quei titoli vecchio stampo che risulta molto divertente anche adesso. Come giocarlo: lo si può trovare sullo shop del Nintendo 3DS.
Mario vs. Donkey Kong (2004)
A dieci anni da Donkey Kong ’94, Nintendo decide di resuscitarne il gameplay per un nuovo gioco per Game Boy Advance. Mario ha aperto una fabbrica di giocattoli e sta avendo un successo enorme con i suoi Mini-Mario. Donkey Kong vorrebbe comprarne uno, ma sono sold-out e decide quindi di irrompere nella fabbrica e rubarli tutti. Per recuperarli Mario dovrà attraversare una serie di livelli che uniscono elementi dei platform a quelli dei puzzle game. Come giocarlo: è disponibile sullo shop del Nintendo 3DS.
Mario vs. Donkey Kong 2: March of the Minis (2006)
Il seguito diretto di Mario vs. Donkey Kong esce per Nintendo DS e al posto del pad usa il touchscreen. La storia vede Mario aprire un parco divertimenti, grazie al successo dei Mini-Mario, ed invitare Pauline alla cerimonia d’apertura. Anche Donkey Kong è presente ed al rifiuto della ragazza di ricevere un suo regalo, la rapisce e fugge. Impossibilitato ad inseguirlo, Mario manda i suoi Mini-Mario comandanti a fermarlo. La grande novità di questo titolo è, infatti, che alle meccaniche puzzle-platform del predecessore, ci aggiunge anche un gameplay in stile Lemmings. Come giocarlo: purtroppo è stato rilasciato solo sullo shop del Nintendo Wii U.
Mario vs. Donkey Kong: Minis March Again! (2009)
Il terzo capitolo della serie è uno dei primi giochi usciti per DSiWare su Nintendo DS ed è più o meno un’espansione del predecessore con i Mini-Mario che inseguono Donkey Kong che ha rapito Pauline (anche se alla fine si scoprirà che la scimmia voleva solo aiutare Mario a testare i suoi giocattoli). L’unica aggiunta interessante è un’opzione di level editor che permette di creare i propri livelli e inviarli agli altri giocatori. Come giocarlo: di questo esiste solo la versione originale.
Mario vs. Donkey Kong: Mini-Land Mayhem! (2010)
Di base l’ultimo capitolo della serie per Nintendo DS è una somma degli altri due con un gameplay alla Lemmings, una grafica migliorata e la possibilità di creare i propri livelli. Nuovamente Maurio e Pauline inaugurano un parco divertimenti e regalano una Mini-Pauline ai primi 100 visitatori. Donkey Kong però arriva come 101esimo (figlio mio, che sfiga) e, furioso di non ricevere il regalo, rapisce la vera Pauline. I Mini-Mario si mettono nuovamente al salvataggio, ma alla fine Donkey Kong riceverà il suo regalo e saranno tutti felici e contenti. Come giocarlo: esiste solo la versione originale.
Mario & Donkey Kong: Minis on the Move (2013)
Il quinto capitolo della serie è il primo ad uscire su Nintendo 3DS, anche se solo tramite lo shop virtuale. Stavolta il gioco abbandona completamente la componente platform, rivelandosi un puzzle game al 100%. Mario e Donkey Kong, adesso amici, devono testare vari tipi di giocattoli attraverso alcuni livelli da risolvere posizionando nel modo giusto dei blocchi così da far muovere la mini-figura dal tubo alla stella. Semplice, ma dannatamente divertente. Come giocarlo: esiste solo la versione originale.
Mario vs. Donkey Kong: Tipping Stars (2015)
Il sesto e ultimo capitolo della serie è uscito in contemporanea sia per Nintendo 3DS che per Nintendo Wii U (fu uno dei primi giochi di questo tipo) e cambia nuovamente il gameplay, pur mantenendo la sua natura di puzzle game puro. Mario e Donkey Kong stanno ancora testando vari giocattoli animati che ricordano in versione mini numerosi personaggi del franchise e per farlo devono condurli dal punto A al punto B creando delle piattaforme tra vari punti, così da non farli cadere nel vuoto. Nuovamente, è banale, ma molto divertente. Come giocarlo: devi recuperare l’originale.
Donkey Kong 3D
Come accennato alla fine della sezione su Donkey Kong Country, Donkey Kong si preparava a debuttare sulla nuova console ammiraglia di Nintendo, ovvero il Nintendo 64. Peccato che dietro all’angolo c’era una battaglia per lo sfruttamento dei diritti dei personaggi tra Rare e Nintendo stessa. Uno scontro brutale che portò Donkey Kong prima a sparire e poi a diventare una specie di macchietta per giochi dal gameplay ben distante dal genere dei platform. In questa sezione vedremo gli ultimi due giochi Rare e quanto li ha seguiti prima dell’effettiva rinascita di questa saga.
Diddy Kong Racing (1997)
Sulla falsa riga di Super Mario Kart e simili, Diddy Kong Racing vedeva la serie prendere la via dei giochi di corse. La cosa buffa è che, togliendo Diddy e Krunch (un Kremling), nessun altro personaggio era mai apparso prima in un gioco di Donkey Kong. Nella line-up ci sono però due personaggi degni di menzione, ovvero: Banjo (di Banjo-Kazooie) e Conker (esatto, proprio il protagonista di uno dei giochi più dissacranti di sempre). Diddy e i suoi amici, comunque, devono opporsi a suon di vittorie in gare varie ai piani di conquista del malvagio mago spaziale Wizpig. Di Diddy Kong Racing esiste un remake esteso per Nintendo DS che aggiunge molte caratteristiche e sostituisce Tiny Kong e Dixie Kong a Banjo e Conker (poiché i diritti di sfruttamento di questi erano e sono nelle mani della Rare). Come giocarlo: non esistono altre release escluse quelle originali, ma il titolo per DS dovrebbe ancora essere recuperabile.
Donkey Kong 64 (1999)
Arriviamo così all’ultimo Donkey Kong realizzato da Rare, nonché l’ultimo Donkey Kong su una piattaforma Nintendo per un bel po’ di tempo. Questi era un platform 3D in puro stile Super Mario 64 che è diventato famoso soprattutto per le sue orribili canzoni (tipo l’orrendo DK Rap) e per la quantità semplicemente ridicola di roba da raccogliere a giro per i livelli, cosa che lo rendeva anche ingiustamente difficile. Nonostante questi grossi problemi, Donkey Kong 64 resta un signor platform, uno dei migliori dell’epoca, grazie anche alla presenza di ben 5 personaggi giocabili. Da provare, ma armati di tanta pazienza. Fidati. Come giocarlo: nel 2015 la battaglia legale tra Rare e Nintendo era finalmente giunta a termine. Questo ha portato i giocatori e fan della serie a ottenere molte cose che richiedevano da tempo (come vedremo dopo), tra cui un port di questo gioco sullo shop della Wii U.
Donkey Kong Jungle Beat (2004)
I fan hanno quindi dovuto aspettare ben 5 anni prima di avere un nuovo platform di Donkey Kong e questo è arrivato solo grazie al successo della serie di Donkey Konga (ne parliamo tra un attimo). Uscito per GameCube, Donkey Kong Jungle Beat è il primo capitolo del franchise ad essere realizzato in 2.5D direttamente da Nintendo e ha come unicità il fatto che, per giocarlo, dovevano essere usati gli ormai famosi DK Bongos! Un platform da giocare come un rhythm game! Il titolo ebbe un discreto successo nonostante le molte criticità (era breve e troppo semplice, senza contare che mancava qualsiasi personaggio storico della saga). Con Donkey Kong Jungle Beat, Donkey Kong rese importante la musica all’interno dei propri titoli, creando un’eredità che, come vedremo, è arrivata fino a giorni nostri. Come giocarlo: nel 2016 è arrivato sullo shop della Wii U, fortunatamente con dei controlli reworkati per funzionare anche senza DK Bongos.
Donkey Kong Barrel Blast (2007)
Se Donkey Kong Jungle Beat è un Donkey Kong Country che usa i DK Bongos, Donkey Kong Barrel Blast doveva essere un Diddy Kong Racing che usava quei bizzarri controller. Lo sviluppo andò tuttavia per le lunghe ed il titolo alla fine uscì per Nintendo Wii, rivelandosi uno dei peggiori giochi dell’anno. Non solo il Wii Remote ed il Nunchuk non riuscivano a sostituire i DK Bongos, risultando poco responsivi ed immediati, ma l’intero gioco arrivava fuori tempo massimo con una grafica ed uno stile più che datati ed una completa assenza di una modalità online. Un flop completo nonostante la presenza, stavolta, di una marea di personaggi provenienti dalla saga divisi tra i membri della famiglia Kong e quelli della ciurma di King K. Rool. Un’occasione sprecata. Come giocarlo: esiste solo la versione originale per Nintendo Wii.
Ritmo e Puzzle
Dopo aver vinto la causa legale con Rare per lo sfruttamento dei diritti del personaggio, Nintendo in realtà non sapeva che cosa fare con Donkey Kong. Gli anni passati avevano probabilmente fatto perdere un bel po’ di popolarità al personaggio ed il genere dei platform viveva ora in una nicchia che raramente portava buoni incassi. Un’idea geniale di un team di sviluppo Namco, tuttavia, portò nuova linfa nel franchise di Donkey Kong permettendogli di riprendere ad apparire in pianta stabile nei titoli Nintendo, pur se rimanendo distante dal genere dei platform.
Donkey Konga 1-3 (2003-2005)
Usciti nel corso di tre anni, i giochi della serie di Donkey Konga erano dei rhythm game che sfruttavano una nuova tipologia di controller: i già citati DK Bongos. Questi erano, letteralmente, una coppia di tamburelli su cui erano necessario picchiare per giocare e furono alla base del successo di questi giochi (come il controller chitarra fu alla base del successo iniziale di Guitar Hero). L’impressione di suonare davvero uno strumento unita ad una playlist composta da pezzi storici (We Will Rock You, Losing My Religion, Louie Louie e altri) e colonne sonore di famosi titoli Nintendo (Donkey Kong, Super Mario, The Legend of Zelda e altri) permette a Donkey Konga di essere memorabile ancora oggi per quanto non sia stato mai rilasciato al di fuori della sua console originale, il GameCube. Come giocarlo: come appena detto, va rispolverato il GameCube con DK Bongos annessi.
DK: King of Swing (2005)
Il ritrovato successo dovuto a Donkey Konga portò Donkey Kong, come già visto con Mario vs. Donkey Kong, ad apparire in tutta una serie di nuovi titoli che solo parzialmente mantenevano un legame con il genere platform. Tra questi ci fu anche questo titolo per Game Boy Advance dove usando i tasti L e R si dovevano attraversare vari livelli oscillando di liana in liana. Un gioco bizzarro con tanti elementi derivati dai puzzle game ed una grafica cartoon davvero ben poco adatta ad un personaggio che era stato sempre realizzato in un simil-3D. Come giocarlo: va recuperato l’originale.
DK: Jungle Climber (2007)
Il seguito di DK: King of Swing per Nintendo DS ha una natura platform molto più spiccata, pur mantenendo alcuni degli elementi del predecessore. Si usano ancora i tasti L e R per giocare, ma stavolta non si oscilla da una liana all’altra, ma si deve scalare un livello che si sviluppa verticalmente (usando i due schermi del Nintendo DS). La grafica stavolta ricorda molto quella di Donkey Kong Country così come la storia dove i Kong si alleano con l’alieno a forma di banana Xananab (si, BananaX) per fermare per l’ennesima volta King K. Rool. Un gioco che personalmente consiglio. Come giocarlo: purtroppo esiste solo la versione originale.
Il Ritorno di Donkey Kong
Arrivati alle soglie del 2010, era evidente che non solo la fama di Donkey Kong era forte come non mai, ma che questi poteva contare su una fortissima fanbase che rivaleggiava con quella di Mario. In quegli anni aveva avuto inizio la rinascita dei platform 2D classici, grazie all’apporto del mercato indie e dei vecchi giocatori diventati sviluppatori, e tutti chiedevano a gran voce il ritorno di Donkey Kong a questo genere.
Donkey Kong Country Returns (2010)
Ovviamente Nintendo non poteva fare orecchie da mercante a queste richieste, anche perché ora i diritti del personaggio gli appartenevano completamente e non c’era alcun motivo per non sfruttarli. Nintendo affidò quindi lo sviluppo ad uno studio che già era riuscito a riportare gloria ad un vecchio personaggio della casa di produzione con la serie di Metroid Prime, ovvero Retro Studios. Questi rilasciarono per Nintendi Wii nel 2010 Donkey Kong Country Returns, un platform 2.5D che non solo riesce a portare onore alla trilogia originale, ma la integra con delle nuove soluzioni visive (i favolosi livelli in contrasto di luce) e con quanto imparato da Donkey Konga e Donkey Kong Barrel Blast. Il risultato è uno dei migliori platform classici degli ultimi anni. Ne esiste anche una versione estesa in 3D per Nintendo 3DS. Come giocarlo: quest’ultima è sicuramente quella più facile da recuperare.
Donkey Kong Country: Tropical Freeze (2014)
Visto l’enorme successo di Donkey Kong Country Returns, poteva forse mancare un sequel? Ovviamente no e Tropical Freeze arrivò 4 anni dopo su Nintendo Wii U. Nonostante questo titolo non abbia lo stesso fantastico impatto del predecessore, essendo di fatto un’espansione dello stesso con ben poche novità (tranne il fatto che i Kong hanno nuovamente imparato a nuotare), non si può non negare che resti un platform fantastico sotto più di un punto di vista. Occhio però che ha un livello di difficoltà davvero estremo fin da subito. Visto che il Wii U ha ottenuto ben poco successo, nel 2018 Donkey Kong Country: Tropical Freeze è stato adattato in versione migliorata anche alla Nintendo Switch. Come giocarlo: beh, se hai una Switch, ti basta comprarlo.
Luigi
Il Fratello Bistrattato
Nonostante Luigi, il fratello e collega di Mario, faccia compagnia a quest’ultimo fin dall’inizio della sua storia in solitaria, ha sempre ricevuto ben poca attenzione di per sé ed i titoli dedicati esclusivamente a lui non sono stati solo pochi, ma tutti concentrati negli ultimi anni, quando Luigi è riuscito a rendersi un minimo unico rispetto a Mario. Il verde idraulico è comunque presente in molti dei titoli precedenti o come la scelta del 2° giocatore o come una specie di New Game+ più difficile.
Mario Is Missing! (1993)
Per avere un primo gioco dedicato a Luigi bisogna aspettare il 1993 ed il risultato è un titolo a dir poco bizzarro che fa parte della grande famiglia dei giochi educativi di Mario (di cui parleremo meglio in futuro) e che uscì per NES, Super Nintendo e sistemi MS-DOS. Piuttosto che essere un classico platform è una specie di avventura grafica/punta-e-clicca con Luigi che viaggia per il mondo per recuperare vari tesori rubati e scoprire dove Bowser ha nascosto Mario dopo averlo rapito. Come giocarlo: è un titolo abbastanza raro visto che non è mai stato convertito ad altri sistemi oltre quelli originali.
New Super Luigi U (2013)
Nintendo decide di istituire nel 2013 l’Anno di Luigi e per l’occasione vengono messi in cantiere numerosi prodotti che ruotano intorno a questo personaggio. Tra i titoli proposti c’é anche questa specie di espansione/remake di New Super Mario Bros U dove Mario è omesso ed il vero protagonista è Luigi. L’intero gioco è ri-realizzato da zero con i livelli dell’originale che risultano ora più corti e decisamente più difficili. Uscito inizialmente come DLC di New Super Mario Bros U, è stato anche venduto successivamente come gioco stand alone ed attualmente i due titoli vengono venduti insieme come New Super Mario Bros U Deluxe. Come giocarlo: la versione Deluxe è disponibile per Nintendo Switch dal 2019.
Dr. Luigi (2013)
Sempre come parte dell’Anno di Luigi esce, direttamente sullo shop virtuale del Nintendo Wii U, questo puzzle game che cita apertamente Dr. Mario (di cui parleremo in futuro). Il gioco è a tutti gli effetti un remake del vecchio classico con un gameplay che deve molto a Puyo Puyo. C’é ben poco altro da aggiungere. Come giocarlo: va recuperato l’originale per Wii U.
Cuor di Leone Luigi
Come protagonista, tuttavia, Luigi è soprattutto famoso per la trilogia Luigi’s Mansion, una serie di giochi nati quasi per caso, per fare da parodia di uno dei generi che la facevano da padrone nei primi anni 2000 e che gli ha permesso di ottenere molta più attenzione di quanta aveva mai raggiunto durante la sua esistenza.
Luigi’s Mansion (2001)
Il primo Luigi’s Mansion uscì quasi in sordina per GameCube nonostante fosse uno dei primi titoli del franchise di Mario ad uscire su questa console Nintendo. Il gioco non è un platform, ma un action-adventure dove Luigi vaga per una villa abbandonata infestata da fantasmi per cercare di trovare Mario, misteriosamente scomparso. Il tutto è una parodia più che riuscita dei survival horror, un genere che nel 2001 veniva venduto in praticamente qualsiasi salsa. Nel 2018 ne è uscito un remake espanso per Nintendo 3DS. Come giocarlo: la versione 3DS è molto recente.
Luigi’s Mansion 2: Dark Moon (2013)
Nonostante il suo incredibile successo, Luigi’s Mansion ottenne un seguito diretto solo 12 anni dopo come parte del già citato “Anno di Luigi.” Il gameplay del titolo rimane invariato per quanto questo nuovo gioco venne sviluppato per Nintendo 3DS. Il secondo schermo venne infatti utilizzato unicamente per visualizzare la mappa e alcuni altri dati tipici dell’HUD di gioco. La storia è un more of the same del primo gioco con Luigi che si mette in cerca del fratello, nuovamente rapito da King Boo. Come giocarlo: va recuperato l’originale.
Luigi’s Mansion 3 (2019)
Il terzo e ultimo capitolo della serie (almeno per ora) è uscito l’anno scorso per Nintendo Switch e vede, finalmente, un notevole aggiornamento a livello di gameplay che, pur mantenendo gli elementi originali del primo titolo, vede l’arrivo di qualche novità più che apprezzata come delle nuove mosse, un assistente ectoplasmatico (Gooigi) e una funzione multiplayer espansa e migliorata. La storia è anche leggermente diversa con King Boo che inganna Luigi ed i suoi amici ad accettare una vacanza in un hotel infestato così da poterli catturare facilmente tutti. Il verde idraulico dovrà quindi viaggiare di piano in piano (ognuno caratterizzato da un tema portante diverso) per liberare Mario, Peach e tutti gli altri e sconfiggere ancora una volta la sua nemesi. Come giocarlo: è uscito a fine 2019, ha da poco compiuto un anno.