È il 2021, è la prima settimana dell’anno, questo significa solo una cosa: Player One! La rubrica di iCrewPlay dedicata ai più importanti personaggi del mondo videoludico.
Il prossimo in lista è uno dei personaggi più amati della saga di Kingdom Hearts, e si, sto parlando proprio di Riku.
Ti starai chiedendo, perché non trattare di Sora, il protagonista, nella rubrica? Beh perché Riku, a differenza del primo, è un personaggio che è cresciuto e si è evoluto come nessun altro nella serie.
E questa è la sua storia.
Riku: “Giving up already? Come on, Sora“
Riku fa parte del trio originario di Kingdom Hearts, composto da lui, Sora e Kairi, e lo incontriamo per la prima volta nel primo capitolo, rilasciato nell’ormai lontano 2002 su PlayStation 2.
Questi tre migliori amici desiderano di lasciare quell’isola e scoprire il mondo: “Mi sono sempre chiesto perché siamo qui su quest’isola. Se ci sono altri mondi là fuori, perché siamo finiti su quest’isola? E… supponiamo che ci siano altri mondi… allora significa che il nostro è solo un piccolo pezzo di qualcosa di molto più grande“.
La prima impressione che ci da è quello di essere un ragazzino molto competitivo, e non sai quante volte ho provato e riprovato (perdendo) la corsa iniziale per decidere il nome della zattera con la quale avrebbero abbandonato l’isola.
Già dal primo capitolo, mostra il suo lato competitivo ogni volta che sfida Sora, dicendo più volte che il suo cuore è più forte di quello del suo amico.
Più si va avanti con la trama, e più Riku inizia a titubare di se stesso, sul perché non sia stato lui il primo e vero prescelto del Keyblade e, a causa dell’influenza che Malefica ha su di lui, egli diventa sempre più geloso di Sora e della sua avventura.
Appena si rende conto che Sora ha trovato dei nuovi amici, Paperino e Pippo, Riku inizia a sentirsi sostituito, facendo crescere così la sua gelosia che lo porta a numerosi scontri con il suo ex amico, fino ad aprire il suo cuore ad Ansem, e farsi possedere dall’oscurità.
Ma, dalla fine del primo capitolo in poi, Riku inizia il suo percorso di redenzione.
“Farò in modo che l’oscurità mi mostri la via”
Mi sembra esagerato dire che Riku diventa il vero protagonista di Kingdom Hearts ma, a parer mio, diventa il vero eroe della serie.
Mi è stato chiaro quando, in Chain of Memories, gli viene chiesto da DiZ: “Prenderai la strada verso la luce o la strada verso l’oscurità?“, e Riku gli risponde: “Nessuna delle due. Prendo la strada di mezzo. Non la strada del tramonto, ma la strada per l’alba“.
Dentro Castle Oblivion, inizia così a confrontarsi con l’oscurità che permane nel suo cuore, e la rifiuta. Man mano però, si rende conto che può sfruttare la forza dell’oscurità per raggiungere i propri obiettivi, e così inizia il suo percorso di maturazione, dove si lascia alle spalle i suoi tratti di personalità più bambineschi.
Alla fine del gioco, gli viene data una scelta, se mantenere la sua oscurità, il che significava trasformarsi in Ansem, o rinunciare all’oscurità, perdendo così i suoi poteri e ricordi. Alla fine sceglie l’oscurità, sicuro di avere la forza per poterla controllare ed essere in grado di salvare Sora dal sonno profondo.
Da come mostrato in Birth By Sleep, Riku è stato il primo ad interessarsi a sapere cosa c’era al di fuori dell’isola, fin da quando era un bambino. Ma col tempo, fino al primo capitolo, la sua curiosità si trasforma in ossessione e inizia a sentirsi intrappolato, come in una prigione circondata da acqua.
Quando ci torna dopo Kingdom Hearts 2 però, Riku è cresciuto e si, concorda con Sora sul fatto che Destiny Island sia un mondo piccolo, ma aggiunge che è solo una parte di uno molto più vasto, affermando inoltre che il vero motivo per cui voleva esplorare altri mondo era scaturito dopo il suo incontro con Terra.
“Per proteggere le cose che contano. Sai, come i miei amici”
Facciamo un piccolo passo indietro.
In 358/2 è dove Riku se la vede davvero “brutta”. Sora dorme da un anno nella capsula creata da Naminè, i mondi hanno ancora bisogno di lui e Riku è deve fare tutto da solo.
Per far svegliare il suo amico, Riku deve liberarsi di tutti coloro che si sono legati a Sora, e perciò va a caccia di Roxas e Xion, i due nessuno generatosi alla fine del primo capitolo nella Fortezza Oscura.
Riku, pregno della sua forza oscura, decide di nascondersi sotto il cappotto nero dell’Organizzazione XIII, oltre ad una benda nera sopra gli occhi, che si toglierà per rilasciare il suo vero potere contro Roxas.
Fino alla fine di Kingdom Hearts 2 ha ancora le sembianze di Ansem, facendo giurare a Re Topolino di non dire mai a Sora cosa ha dovuto fare per svegliarlo da lì. Dopo l’esplosione della macchina di Ansem il Saggio, Riku riesce a tornare alle sue sembianze originali, pur mantenendo l’oscurità nel suo cuore.
Se nel primo capitolo, Sora sconfigge Ansem con l’aiuto di Paperino e Pippo, nel secondo capitolo Xemnas viene sconfitto dalla collaborazione dei due amici e, feriti, finiscono nel Regno Oscuro, ma riescono a tornare sull’Isola del Destino grazie alla lettera di Kairi.
“Va bene. Non mi hai lasciato altra scelta. Devo liberare il potere nel mio cuore. Il potere oscuro che ho trattenuto. Anche… se mi cambierà per sempre”
Il capitolo che consacra Riku come vero protettore e angelo custode di Sora è però Dream Drop Distance: convocati da Yen Sid dopo aver appreso dell’imminente ritorno di Xehanort, Sora e Riku hanno il compito di superare l’esame del Mark of Mastery, e solo Riku riesce a superarlo.
Riku scopre che Sora è finito in un tranello dell’Organizzazione XIII, e si scontra con Young Xehanort in una battaglia all’ultimo respiro, svelando che Riku era stato originariamente pensato come ultimo Vessel per completare la Nuova Organizzazione.
Ma, come ben sappiamo, Riku sa resistere ad Ansem e ha imparato a convivere con la sua oscurità, e perciò il sostituto era diventato Sora.
Ormai, a quel punto, Riku aveva accettato a pieno la sua oscurità, ed era diventato una persona più potente e saggia grazie ad essa.
Decide di essere il vero eroe, anche in Birth By Sleep 0.2 dopo essersela presa con Re Topolino per non averlo avvisato prima del fatto di non avergli raccontato della storia di Aqua intrappolata nel Regno delle Tenebre, offrendo di sacrificarsi per salvarla.
Li però Yen Sid interviene e spiega che né Topolino né Riku avevano il potere di salvare Aqua, e che aveva personalmente proibito a Mickey di raccontarglielo, per evitare che Riku, o con maggiore probabilità Sora, inscenasse un tentativo di salvataggio potenzialmente suicida.
Tuttavia ora che era diventato un Keyblade Master, ora possedeva i mezzi per salvarla.
Così, ora che è un Guardiano della Luce, un Maestro del Keyblade ed è immune all’oscurità, in Kingdom Hearts III trova la sua missione, salvare Aqua dopo dieci anni di esilio, oltre a fermare Xehanort dal suo piano di creare una seconda guerra del keyblade.
“Si è sacrificata per salvarmi? Perché me l’hai tenuto nascosto per così tanto tempo?
Riku è un personaggio unico, è l’unico che è cresciuto e maturato veramente durante la saga (si Kairi, ti stiamo giudicando tutti).
Se lo paragoniamo a Sora, un eroe che viene semplicemente trascinato dal viaggio e accetta il suo destino facilmente, Riku è un personaggio che si è costruito la sua strada da solo, senza l’aiuto di nessuno, ma anzi superando tantissimi ostacoli.
È l’unico che ha sconfitto davvero l’oscurità ed è riuscito non solo a combatterla, ma a sfruttarla a suo favore. E’ sempre pronto a salvare Sora, o Aqua, sacrificando più volte la sua vita.
Riku è umano, un amico e un vero leader, sempre pronto a fare tutto il necessario per tenere al sicuro i suoi amici, il vero guardiano della storia targata Square Enix e Disney.
Non ci resta che aspettare la sua prossima avventura, alla ricerca di Sora scomparso.
Sei un fan estremo di Riku e di Kingdom Hearts in generale? Allora dai un’occhiata a questi stivali ispirati ai personaggi della saga!