Bentornato su Player One, la rubrica a cadenza settimanale che ispeziona approfonditamente i personaggi più iconici della storia dei videogiochi.
La scorsa volta ti avevamo parlato del capitano John Price, uno dei personaggi più amati della serie “Call of Duty: Modern Warfare”. Oggi però, in questo 37° appuntamento, voglio portarti lontano dai campi di battaglia e farti entrare all’interno di un faro. Ti condurrò a Columbia e ti farò conoscere tutto ciò che c’è da sapere su uno dei personaggi più importanti della saga di Bioshock: Elizabeth Comstock.
Prima di cominciare, però, devo avvisarti: non esistono universi paralleli o timeline alternative che tengano affinché questo post non contenga SPOILER gargantueschi sulla trama del gioco.
Continua quindi a tuo rischio e pericolo, perché una volta partito… non si ritorna indietro.
“Portaci la ragazza e annulla il tuo debito!”
La prima volta che vediamo Elizabeth ci troviamo all’interno della Monument Tower, ciò che rappresenta il punto focale della simbologia religiosa di tutta la città volante di Columbia. L’anno è il 1912. Lì, proprio come se fosse totalmente isolata dal resto del mondo, troviamo la ragazza dai capelli castani intenta a dare sfoggio a dei poteri sovrannaturali.
Inconsapevole di essere osservata, Elizabeth apre un vero e proprio squarcio nella realtà ritrovandosi non solo in una strada di Parigi, ma addirittura nel 1984 (cosa che possiamo confermare dalla proiezione de “La vendetta dello Jedi” in un cinema a pochi passi da lì).
Il nostro primo e unico pensiero, così come quello del protagonista, sarà un “Che diavolo sta succedendo?”.
La missione assegnataci era solamente quella di prendere la ragazza e liberarla da quella che sembra essere una vera e propria prigionia, non era mai stato accennato ad alcun potere di quella portata.
Non passerà molto prima di ritrovarci faccia a faccia con Elizabeth, nella biblioteca della torre, intenta a leggere un libro. La sua prima reazione sarà aggressiva, credendoci dei malintenzionati, ma subito dopo rendendosi conto di essere davanti ad una vera e propria persona proveniente dall’esterno ci tratterà con incredulità. Notiamo inoltre che alla ragazza manca un mignolo, coperto da un ditale da cucito.
Tuttavia il nostro primo incontro è interrotto dal guardiano della ragazza, Songbird, un’enorme creatura meccanica alata, costruita con un unico scopo: sorvegliare su Elizabeth ed evitare che ella lasci la torre della Monument Island. La ragazza gli ordina di andare via, ma la tentazione di lasciare la torre e poter finalmente essere libera è troppo grande e dopo un attimo di incertezza approfitta della sua via di fuga.
Songbird però interviene distruggendo la statua simbolo di Columbia e facendo precipitare la ragazza e il suo salvatore nelle spiagge artificiali di Battleship Bay.
“Guarda là. Migliaia di porte che si aprono insieme. Mio Dio, che bellezza!”
Sopravvissuta alla caduta, Elizabeth si rende conto di che mondo meraviglioso ci fosse all’esterno di quella torre, e come chiunque fosse stato rinchiuso per tutta la vita e adesso in grado di assaporare la libertà comincia a vedere il bello in ogni piccolo dettaglio.
L’entusiasmo della ragazza ci stringe il cuore, consapevoli del fatto che probabilmente non ha mai avuto una tale libertà, ma non possiamo fermarci. Quando vedremo la First Lady, lo zeppelin in grado di portare la ragazza lontana da quella città volante, la ragazza accetta di seguirci ad una condizione: essere portata a Parigi.
Quando ci troveremo obbligati ad uccidere le guardie che stavano cercando di riportare indietro Elizabeth, la ragazza assiste per la prima volta alla crudeltà umana accusandoci di essere un vero e proprio mostro. Giustificandoci con lei, e facendole capire che non c’è alcuna alternativa per guadagnarsi la libertà, Elizabeth accetta con riluttanza di proseguire.
Il viaggio per la liberazione di Elizabeth ci porterà a confrontarci con la dura realtà dei fatti. La ragazza spiega che i suoi poteri permettono di vedere dei minuscoli squarci nella realtà dell’universo e che è in grado di aprirli creando nuove vie verso mondi paralleli. Afferma inoltre che quando era piccola era in grado perfino di creare i suddetti squarci, anziché ampliarli solamente, ma questa abilità è andata persa via via che la ragazza cresceva.
Quando Elizabeth scopre di essere la figlia di Zachary Comstock e di essere destinata ad essere il nuovo profeta della città di Columbia, la ragazza reagisce con rabbia affermando che non vuole avere niente a che fare con l’uomo.
La calma però non durerà per molto, specialmente quando Elizabeth scoprirà che non la porteremo a Parigi ma a New York. La ragazza deciderà di tramortirci con una chiave inglese e farci perdere il controllo della First Lady.
“Vedi? Non sono stelle, ma porte.”
Elizabeth, capirà che la fuga da Columbia non sarà una passeggiata e ad un certo punto dovrà pure macchiarsi le mani di sangue. L’evento traumatizza la ragazza al punto da decidere di cambiare totalmente il suo aspetto, indossando un abito più scuro e tagliando i capelli a rappresentare un’evoluzione del personaggio.
Capendo che fin quando Songbird darà loro la caccia non potranno lasciare Columbia, accompagneremo Elizabeth fino all’abitazione di Comstock, per scoprire come controllare la creatura alata. Quest’ultima infatti, apparsa improvvisamente, è in procinto di eliminarci, ma Elizabeth decide di rinunciare alla sua libertà per risparmiarci la vita.
La vediamo sparire via, senza che possiamo far nulla per salvarla.
Verremo quindi investiti da una forte collisione tra tempo e spazio, scoprendo di aver attraversato un enorme squarcio. Trovandoci in una versione futura dell’edifico, scopriremo che Elizabeth è stata sottoposta a molteplici torture una volta separatasi da noi durante l’attacco di Songbird.
Quando ritroveremo Elizabeth, non sarà più la giovane fanciulla che abbiamo conosciuto, ma una donna anziana di oltre novant’anni. Ella è la versione di Elizabeth che è stata plasmata da Comstock affinché potesse diventare il profeta di Columbia, artefice di un attacco alla città di New York.
Tuttavia la versione anziana di Elizabeth esprime rammarico per ciò che è diventata e ci rimanda indietro nel tempo per poter salvare la ragazza che conosciamo bene.
Arriviamo nell’esatto momento in cui gli scienziati di Comstock stanno operando la fanciulla affinché possa essere tenuta a bada nei suoi momenti di instabilità, senza alcuna anestesia sotto ordine dell’ignobile profeta. Una volta disattivati i vari sifoni che limitano le abilità della ragazza, Elizabeth apre uno squarcio su una prateria colpita da un tornado, uccidendo gli scienziati prima di richiuderlo.
Una volta salvata, la mente e il corpo della ragazza sono stati talmente violati da portarla a decidere di uccidere Comstock. Quando però cercheremo di fermarla, Elizabeth riaprirà lo squarcio sulla prateria chiedendoci come potremmo semplicemente pensare di fermarla dato il suo enorme potere.
Decideremo quindi di non far sporcare nuovamente le mani alla ragazza, uccidendo Comstock noi stessi.
“Sono un miliardo di mondi. Tutti diversi, eppure così simili. Costanti e variabili.”
Dopo la distruzione dei vari macchinari che impedivano il pieno sfoggio dei poteri di Elizabeth, la ragazza diventa in grado di creare, aprire e vedere in un infinito numero di squarci. Riuscendo a vedere ogni realtà e ogni possibilità, Elizabeth diventa totalmente onnisciente.
Recuperando lo strumento per controllare Songbird, la ragazza trova un modo per eliminarlo per sempre senza possibilità che la creatura possa tornare indietro. Apre uno squarcio sulla città sommersa di Rapture nel 1960 lasciando che il suo guardiano venga schiacciato dalla forte pressione dell’oceano.
Ci condurrà successivamente in un universo tra le varie realtà, ognuna rappresentata dallo stesso faro in cui è iniziata la nostra ricerca. Ci spiega inoltre che i mondi dietro ogni porta sono diversi e al tempo stesso simili, ma ad ogni modo tutti collegati.
Questo è il momento in cui la ragazza ci darà una delle rivelazioni più sconvolgenti di sempre (ed è anche il momento in cui la trama del gioco si incasinerà ancora di più). Elizabeth ci dice infatti che la nostra memoria è stata alterata ed è imperfetta.
Ci renderemo infatti conto che Elizabeth non è altro che nostra figlia, e il suo vero nome è Anna. In passato l’abbiamo abbandonata per eliminare vari debiti dandola a Robert Lutece che l’ha fatta avere a Zachary Comstock, proveniente da un universo parallelo.
Durante il passaggio, la bambina ha perso il dito mancante della mano nell’esatto momento in cui il portale si è richiuso, e ciò ha dato alla ragazza le sorprendenti capacità che tutt’ora possiede.
Scossi da questa rivelazione ci troveremo ad uccidere Comstock con le nostre stesse mani, ma le molteplici Elizabeth di svariati universi ci informano di un’altra sconcertante verità: Comstock non solo è vivo in una moltitudine di mondi, ma noi stessi siamo l’orribile uomo… ma di una realtà differente.
La diramazione è iniziata esattamente durante il nostro battesimo dopo la battaglia di Wounded Knee. Il profeta di Columbia non siamo altro che noi stessi nel caso in cui avessimo accettato di battezzarci alla fonte. L’altra parte, che impersoniamo dall’inizio, è quella che ha deciso di rifiutare.
Capendo che il problema va sradicato alla radice, decidiamo quindi di farci uccidere da Elizabeth. La nostra stessa figlia ci affogherà, via via che le varie versioni della ragazza spariranno.
“C’è sempre un faro. C’è sempre un uomo. C’è sempre una città.”
Annegando il suo stesso padre prima che Comstock prendesse il sopravvento, la ragazza crea un paradosso che influenza l’ultima Elizabeth rimasta: i ricordi, le emozioni e i pensieri di tutte le Elizabeth possibili si sono riversate all’interno dell’originale.
Scopre quindi che esiste un ultimo Comstock rimasto. Decide di seguirlo nell’unico luogo e tempo in cui l’uomo sembra aver trovato rifugio: Rapture nel 1958.
A differenza di tutti gli altri Comstock quest’ultimo era stato traumatizzato da un evento in cui la piccola Anna non aveva perso semplicemente un mignolo durante il passaggio tra le due realtà, ma è stata decapitata. Colpito dai sensi di colpa ha deciso di farsi trasportare in un luogo in cui poteva dimenticare tutto ciò che era successo. Dopo 10 anni da suo trasferimento avvia un’agenzia investigativa e si occupa di un’orfana di nome Sally, la quale però viene rapita per diventare successivamente una sorellina.
Elizabeth giunge a Rapture, cambiando i suoi abiti e il suo look in generale con quelli più appropriati per il luogo e l’epoca in cui si trova. Riesce ad ambientarsi e a farsi strada persino lavorando con il famoso artista Sander Cohen, per conoscere il suo traffico di bambini e scoprire l’ubicazione di Sally.
A causa della sua presenza a Rapture, molteplici squarci iniziano ad apparire in città, attirando l’attenzione dello scienziato Yi Suchong, colui che ha dato il via al progetto Big Daddy.
Scoprendo l’ubicazione di Sally, ha inizio la vendetta di Elizabeth, che non solo vuole uccidere l’ultimo Comstock ma decide di farlo soffrire psicologicamente. I due si incontrano all’interno dell’agenzia investigativa dell’uomo, rivelandogli che la bambina di cui si occupava non è morta.
Mentre tentano di entrare all’esclusivo party di Cohen, la ragazza rivela a Comstock, che adesso si fa chiamare DeWitt proprio come il padre che lei stessa ha ucciso, che è venuta a Rapture per un uomo che deve ripagare il suo debito.
Una volta giunti dentro, i due iniziano una danza in maschera per il folle artista. Scoprendo che Sally si trova in un magazzino affondato di Frank Fontaine, Elizabeth interroga DeWitt su come abbia potuto perdere la ragazzina. Lui, colto da flashback e sensi di colpa, ammette di averla lasciata da sola mentre giocava d’azzardo in un casinò.
Quando i due trovano Sally, DeWitt scopre che la bambina che tanto aveva accudito è diventata una sorellina protetta dal suo Big Daddy e in cerca di Adam. Tentando di tirarla fuori da una presa d’aria, Elizabeth gli dice di lasciarla andare, facendogli ricordare tutto ciò che aveva dimenticato sulla decapitazione della piccola Anna ai tempi in cui era Comstock.
Nonostante le scuse di DeWitt, la ragazza non gli crede e assiste insensibile all’uccisione dell’uomo da parte del Big Daddy di Sally. Inaspettatamente però la creatura colpisce pure Elizabeth ponendo fine alla sua vita.
“Nuotiamo in oceani diversi, ma arriviamo sulla stessa spiaggia. Comincia tutto con un faro.”
Elizabeth si ritrova a Parigi, quella città che tanto avrebbe voluto visitare una volta fuggita da Columbia. Camminando per le strade si accorge di Sally e la insegue mentre la città comincia a trasformarsi in un’ambientazione da incubo. Quando la ragazza vede la bambina bruciata viva, finisce quella che si rivela essere un’illusione.
I Lutence vengono in aiuto di Elizabeth, dicendole che nonostante sia morta, ha continuato ad esistere a causa di una sovrapposizione quantica e se vuole tornare a Rapture per badare alla piccola Sally perderà tutti i suoi poteri diventando una comunissima persona, con frammenti di ricordi riguardo ciò che aveva visto dietro i vari squarci della realtà.
Elizabeth si risveglia assistendo alla cattura di Sally da parte di Atlas. Prima che l’uomo possa uccidere la ragazza, lei ha una visione di DeWitt che le suggerisce di dire all’uomo che può riportarlo a Rapture grazie all’aiuto di Suchong, di cui lei è assistente.
La ragazza ricorda la tecnologia in grado di far volare la città di Columbia, la Particella Lutence, e propone ad Atlas di recuperarla per far tornare il magazzino affondato su a Rapture per riportare l’uomo in città.
Elizabeth, comincia ad avere visioni su stralci di futuro, ma non sa bene di chi sia quel futuro. Vede un aereo precipitato vicino ad un faro, la città di Rapture, Andrew Ryan e le varie sorelline che prosciugano Fontaine di tutto l’Adam.
Trovandosi al laboratorio di Suchong, la ragazza scopre che lo scienziato ha ricreato un Campo Lutence dai vari squarci che si erano venuti a creare quando Elizabeth era giunta a Rapture anni prima. La macchina è che è stata però sabotata. Riparandola, la ragazza può aprire uno squarcio su Columbia, recuperare la Particella Lutence e darla ad Atlas.
Una volta riparata la macchina la ragazza si ritrova nuovamente a Columbia, ma prima di recuperare la Particella Lutence, scopre alcune cose riguardo il suo passato. I fratelli Lutence hanno pianificato la morte della prima persona uccisa da Elizabeth, la quale era un tassello fondamentale per il cambio di carattere della ragazza e successivamente per la fine di Comstock.
Scopre inoltre che Suchong e il magnate dell’industria di Columbia, Jeremiah Fink, hanno collaborato attraverso gli squarci creatisi dopo l’arrivo di Elizabeth a Rapture. Mentre Suchong ha creato ha migliorato i Plasmidi utilizzati a Rapture prendendo spunto dai Vigor di Columbia, Fink ha acquisito i piani di costruzione dei Big Daddy per ricreare Songbird.
Una volta data la Particella Lutence ad Atlas, quest’ultimo ritorna a Rapture insieme ai suoi scagnozzi, iniziando la guerra civile che manderà a pezzi l’intera città. Eppure Atlas non mantiene la promessa di riconsegnare Sally ad Elizabeth, al contrario la tortura per farsi rivelare la posizione dell’asso nella manica di Suchong che non gli aveva mai rivelato.
Minacciando di lobotomizzare Sally, Elizabeth accetta di recuperare l’asso nella manica per lui. Trovandolo, si accorge che non è altro che la formula di un composto chimico. Una volta consegnato il foglio ad Atlas, l’uomo la colpisce con una chiave inglese, facendole perdere i sensi e facendola ritrovare all’interno del bagno di un aereo.
Scoprendo che il messaggio in codice è una frase che dice “Per cortesia” programmata per funzionare come innesco per suggerimenti post ipnotici nella mente del soggetto Jack, Elizabeth lo rivela ad Atlas che adesso ha la chiave per rimettere in moto il suo piano: portare il soggetto a Rapture, uccidere Ryan e conquistare la città. Atlas la colpisce un’ultima volta con una violenza inaudita.
Priva di sensi, Elizabeth vede degli stralci di futuro in cui il soggetto Jack sconfigge Atlas e torna in superficie portando con sé Sally e adottandola come sua. La ragazza si rende conto che tutto ciò che l’ha condotta a Rapture serviva per mettere in moto gli eventi che avrebbero portato alla salvezza della bambina.
Ritrovando le poche forze che le sono rimaste, Elizabeth ritorna in sé, osservando gli occhi dorati di Sally che le sta stringendo la mano. Un sorriso si dipinge sul suo viso, felice di tutto ciò che ha fatto e consapevole del lieto fine di cui godrà la piccola.
La vita di Elizabeth, la spensierata ragazza che abbiamo conosciuto a Columbia in un tempo che ci sembra lontano secoli, finisce sulle note di “La Vie en Rose” cantata dalla piccola Sally.
“Non ce n’è bisogno, succederà comunque…”
È innegabile che la storia di Elizabeth Comstock, o per meglio dire Anna DeWitt, sia una delle più complicate ma al tempo stesso tra le più belle mai create per un videogioco.
La saga di Bioshock viene il più delle volte scambiata per un banale sparatutto ambientato in posti particolari quali città sommerse, come Rapture, e città volanti come nel caso di Columbia.
Ma tutto ciò che la storia di Elizabeth ci ha insegnato è come una semplice ragazza inizialmente priva di ogni nozione sul mondo esterno sia stata in grado di stravolgere le leggi dell’universo solo ed esclusivamente per un motivo: l’amore che può provare per una bambina.
“Booker, hai paura di Dio?”
“No, ma ho paura di te.”