Eccoci, come ad ogni settimana, al classico ed imperdibile appuntamento con la rubrica di iCrewPlay dedicata ai personaggi più influenti del mondo videoludico, Player One.
Questa settimana ho deciso di proporre uno dei personaggi più apprezzati e amati del mondo console. Oggi parleremo del marsupiale più folle che si sia mai visto, parleremo dell’inimitabile Crash Bandicoot.
Crash Bandicoot, conosciuto anche semplicemente come Crash, è probabilmente uno dei personaggi del mondo videoludico più conosciuti ed apprezzati. Dobbiamo la sua nascita all’azienda statunitense Naughty Dog che, per regalare una mascotte videoludica a Sony Computer Entertainment, decise di ideare quello che oggi chiamiamo Crash.
Inizialmente il marsupiale di casa Sony, che ancora non possedeva un vero e proprio nome di battesimo, era stato ideato per contrastare la fama dei personaggi come Super Mario e Sonic ma ancora non era chiaro che tipo di animale dovesse essere né quali dovessero essere le sue qualità.
I ragazzi di Naughty Dog sapevano soltanto che avrebbe dovuto essere un marsupiale e avrebbe dovuto affrontare un malvagio scienziato di nome Neo Cortex. È stato difficile stabilire la sua identità e il suo nome, quest’ultimo infatti fu protagonista di molti screzi tra i creatori e Universal Studio poiché i primi insistevano sul nome “Crash Bandicoot” mentre i secondi volevano chiamarlo “Wuzzle the Wombat” oppure “Ozzie the Otziel”.
Fortunatamente per noi la contesa per il nome fu vinta dai creatori di Uncharted e The Last of Us, minacciando lo studio di dare le dimissioni se Crash avesse avuto un nome diverso. Mancava ancora solo qualche piccolo accorgimento sull’aspetto del marsupiale e da lì a poco sarebbe nata una leggenda.
Crash Bandicoot, la nascita di un eroe
L’avventura di Crash inizia nel lontano 1996 su console PlayStation all’interno del gioco chiamato appunto Crash Bandicoot. La sua storia inizia all’interno del laboratorio del malvagio Neo Cortex. Quest’ultimo, con l’aiuto del suo fidato assistente Nitrus Brio, ha ideato un folle piano per impossessarsi del mondo intero. Per riuscire nell’impresa i due costruiscono il raggio Evolvo, un potente macchinario in grado di creare un esercito di mutanti. Infatti il duo non faceva altro che catturare animali e investirli con questo raggio per trasformarli in creature obbedienti e servizievoli.
Dopo aver trasformato una lunga schiera di animali in fedeli servitori ecco che arriva il turno di Crash, ma per qualche strana ragione il raggio Evolvo non riesce a completare la trasformazione, anzi, dopo essere stato esposto al raggio, Crash comincia a mettere a soqquadro l’intero laboratorio rischiando di rendere vani tutti gli sforzi e i lavori del malvagio scienziato.
Il folle Bandicoot riesce inoltre a scappare dal laboratorio ma si accorge solo dopo che al suo interno è stata fatta prigioniera anche la sua compagna Tawna.
Inizia quindi il viaggio di Crash nel disperato tentativo di tornare all’interno del laboratorio e salvare quindi la propria amata dalle grinfie di Neo Cortex. Per riuscirci dovrà percorrere il lungo tragitto che lo separa dal laboratorio da cui è fuggito e superare gli ostacoli e i pericoli che il percorso nasconde. Affronterà numerosi nemici, i mutanti creati da Cortex, mille peripezie e tantissime prove di coraggio per raggiungere alla fine il laboratorio dove affronterà prima Nitrus Brio, scienziato in grado di trasformare il proprio corpo con delle misteriose pozioni, e poi Neo Cortex in cima al suo dirigibile.
Per tutta l’avventura Crash è accompagnato da Aku Aku, lo spirito di un potente stregone che, dopo aver percepito il buono che c’è in Crash, decide di aiutarlo nell’impresa. Ovviamente Crash riesce a sconfiggere il malvagio duo e riabbraccia finalmente la sua amata.
Una serie infinita di avventure
Con questo primo capitolo, Naughty Dog e Sony Computer Entertainment riescono a creare la mascotte ufficiale della console nipponica, riuscendo a conquistare i cuori della maggior parte degli utenti Sony. È per questo che decisero di continuare la storia del marsupiale e far uscire soltanto un anno dopo il sequel, Crash Bandicoot 2: il ritorno di Cortex.
In questo secondo capitolo le vicende partono da dove le abbiamo lasciate. Crash è appena riuscito a salvare la propria amata mentre Neo Cortex finisce all’interno di una buia caverna nella quale ritrova uno strano cristallo dai poteri misteriosi.
Lo scienziato, dopo aver esaminato le proprietà di questa pietra, capisce che potrebbe utilizzarla per rendere il suo raggio Evolvo ancora più potente. Per questo infatti, grazie anche all’aiuto del suo nuovo assistente N. Gin, costruisce un raggio ancora più grande e lo spedisce nell’orbita terrestre con l’intento di rendere schiavi tutti gli abitanti del pianeta.
Purtroppo per lui una sola gemma non sarebbe bastata ad attivare il nuovo raggio, ne servivano altri 25. Raccogliere tutte le gemme sparse per il mondo però sembrava un’impresa impossibile, quindi il malvagio scienziato decide di entrare in contatto con Crash e lo convince del fatto che ora non ha più intenzione di conquistare il mondo, anzi vuole salvarlo dal pericoloso allineamento dei pianeti, ma per riuscirci avrà bisogno di queste gemme, quindi chiede al protagonista di aiutarlo a raccoglierle altrimenti la Terra avrebbe fatto una brutta fine.
Crash, animale non dotato di una grande intelligenza, ci casca con tutte le scarpe e inizia il suo viaggio alla ricerca dei queste pietre magiche.
Per sua fortuna avrà al suo fianco, oltre all’immancabile Aku Aku, anche sua sorella Coco, marsupiale dotato di una grande intelligenza, che scopre i piani dei due malvagi scienziati e fa capire a Crash che le parole di Cortex sono solo menzogne. Dopo essersi convinto, il protagonista, con l’ausilio di altre gemme simili a quelle cercate da Cortex, riesce a distruggere il nuovo e potente raggio con tutta la stazione spaziale e salva nuovamente capra e cavoli.
Sembra che finalmente la pace sia tornata ma le avventure di Crash e dei suoi amici sono appena cominciate.
L’anno seguente l’uscita del secondo capitolo di Crash Bandicoot, Sony Computer Entertainment e Naughty Dog infatti pubblicano il terzo capitolo della serie, Crash Bandicoot 3: Warped.
All’inizio di questo terzo episodio si vede la stazione spaziale di Neo Cortex cadere sulla terra e uno dei detriti va a colpire un antico monumento che si scoprirà essere la prigione nella quale veniva segregato lo spirito di uno stregone malvagio, Uka Uka, fratello gemello di Aku Aku.
Questo nuovo personaggio salva Neo Cortex dall’infinito vuoto dell’universo e lo assolda per portare a termine il suo scopo, ovvero raccogliere tutti i cristalli per ricavarne il massimo potere. Oltre allo scienziato Neo Cortex, al team dei malvagi si unisce anche il Dr. Nefarius Tropy, un essere dalla pelle blu capace di controllare il tempo.
Questo capitolo è forse il più apprezzato della serie. I livelli sono quasi sempre diversi tra loro, regalando quindi un gameplay vivace e sempre variegato, e per la prima volta l’utente avrà la possibilità di guidare aerei e motociclette, oltre a vestire per la prima volta i panni di Coco.
Anche in questo capitolo i protagonisti riescono a sventare l’ennesimo tentativo di conquista del mondo e portare alla Terra la pace che merita.
Una storia ricca di avventure
Conclusa la trilogia principale della serie, i ragazzi di Naughty Dog sviluppano un ultimo capitolo, Crash Team Racing. In questa avventura l’utente dovrà impedire ad un pilota alieno di trasformare la Terra in un enorme parcheggio ma la parte interessante di questo capitolo è il fatto che i giocatori possono finalmente vestire i panni di tutti i personaggi che abitano il mondo di Crash Bandicoot e sfidarsi tra loro in gare sfrenate e folli cercando di tagliare per primi il traguardo grazie all’ausilio delle armi raccolte in pista.
Questo spin-off della serie è stato accolto dalla critica come un fiore all’occhiello per la console targata Sony e, nonostante fosse palesemente ispirato a Mario Kart, è riuscito a conquistare l’affetto di tutti gli utenti appassionati alla serie. Inoltre ha giocato a suo favore la possibilità di poter giocare fino a quattro giocatori grazie al multi-tap, accessorio indispensabile se si voleva collegare quattro controller contemporaneamente.
Questo capitolo dedicato alle corse è stato purtroppo l’ultimo ad essere stato sviluppato dai ragazzi di Naughty Dog, ma questo non vuol dire che le avventure di Crash siano arrivate al capolinea. Il protagonista di questa settimana infatti è riuscito a vivere altre numerosissime avventure, anche al di fuori della console in cui è nato, però tutti i capitoli successivi all’era Naughty Dog non sono riusciti ad ottenere le stesse reazioni positive avute in passato, finendo piano piano nel dimenticatoio.
Soltanto negli ultimi anni si è tornati a parlare del Bandicoot, soprattutto dopo che Activision, l’attuale editore della serie, ha riproposto la remaster della prima trilogia, Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy, impostando questa serie come un nuovo punto di partenza per Crash Bandicoot. È soprattutto grazie a questa decisione che ora Crash sta tornando nell’olimpo dei videogame e, approfittando di questo buon momento, gli sviluppatori hanno deciso di proporre un quarto capitolo che va a ricollegarsi alle vicende dei primi tre, Crash Bandicoot 4: It’s About Time.
Non ho intenzione di raccontare le vicende di questo nuovo episodio della serie per evitare possibili spoiler a coloro che magari ancora non l’hanno giocato ma vi assicuro che vale davvero la pena provarlo.
È tornata una stella
Grazie a queste ultime decisioni di Activision, Crash Bandicoot e i suoi amici tornano finalmente a brillare come meritano. È stato assurdo vedere un’icona come Crash sparire completamente dai radar, nonostante sia stato forse il personaggio più amato ai tempi della prima PlayStation. La sua importanza, a quei tempi, era ormai pari a Sonic e forse addirittura pari a Super Mario, quindi è un immenso piacere rivedere oggi quel Crash tornare alla ribalta e sfidare nuovamente le maggiori icone del mondo dei videogame e, conoscendolo, avrà sicuramente molte occasioni per riconquistare il pubblico perso.