Nel nuovo episodio di Player One ci occuperemo di un personaggio profondo e confuso, nato dalle menti di Housemarque Studio.
Returnal si è dimostrato, infatti, il perfetto esempio di gioco next-gen, creando i presupposti non solo di un ottimo benchmark per i prossimi giochi, ma punta anche ad una storia profonda, complessa e che viene man mano rivelata dallo stesso giocatore.
Con ogni passo nel baratro di Atropos, pianeta morto e pieno di pericoli, Selene Vassos, la nostra martire, compie il suo cammino per la comprensione di un trauma profondo e intenso, che colpirà il giocatore e distruggerà tutto quello conosciuto un momento prima di ogni scoperta!
Prima di approfondire ulteriormente, avviso immediatamente che questo articolo contiene enormi spoiler generali sull’intera storia di Returnal e le sue spiegazioni, le quali sono state frutto di gameplay, lettura di ogni giornale e documento in-game e qualche spunto da Reddit. Se lo spoiler non fa paura, prego, quella che comprenderemo non sarà un semplice personaggio, ma la sua intera psiche e motivazione dietro all’intero pianeta di Atropos.
Cominciamo!
Selene Vassos risponde alla chiamata di Atropos
L’incipit di Returnal è perfetto e sempreverde: Selene Vassos, astronauta in missione esplorativa, capta un segnale molto debole da un pianeta vicino, Atropos. Per indagare sullo strano segnale, l’astronave di Selene si schianta rovinosamente, ma la donna si salva e ne esce illesa.
Ripreso il controllo sull’accaduto, Selene comincia ad esplorare, ma quello che salta all’occhio in appena 5 minuti di gioco sarà un altro cadavere con le stesse fattezze di Selene, ma morto parecchio tempo fa…
Con enorme stupore si scopre che la povera donna è lo stesso cadavere appena trovato e comprendiamo che Selene è intrappolata in un loop temporale che la rispedisce al momento dello schianto ogni volta che andrà in contro ad un colpo mortale!
Accompagnata da visioni del passato e strane immagini confuse, il percorso di Selene si fa sempre più tortuoso e degradante come le stesse rovine aliene che esplorerà in ogni bioma, simbolo di una civiltà aliena avanzatissima, caduta e maledetta da qualcosa che hanno osato disturbare e venerare, provenuto dalle viscere della terra…
Durante il primo atto del gioco, Selene scopre tecnologie, reperti e strane presenze, tutte riconducibili allo strano incontro della sua casa d’infanzia sullo stesso pianeta Atropos. La casa rappresenta uno dei molti eventi fuori-luogo, unendo il passato della donna con tutti gli eventi del pianeta, il tutto mentre la figura di un astronauta dell’Apollo XIII continua ad osservarci e confonderci.
Con ogni passo sempre più lontano, veniamo a conoscenza della cultura e civiltà Xenomorfa, culminando nello scontro con alcune sue entità definite “vacui”, maledetti da ciò che hanno trovato millenni prima nelle profondità del mondo.
Negli istanti finali del primo capitolo, Selene trova il mondo di fuggire e tornare sulla terra per finire di vivere il tempo che gli resta in pace per poi morire circondata dai suoi cari… ma Atropos ha altri piani per lei…
Returnal mostra un conflitto interiore e profondo
Il secondo capitolo del gioco, invece, vede Selen tornare su Atropos alla sua morte sulla terra, facendo un salto di indefiniti anni dal suo primo schianto. Il confronto è fatto grazie alla sua adorata nave “Helios”, coperta di rampicanti, muffe, muschi e ruggine.
Nella seconda parte del viaggio, il legame con il pianeta diventa sempre più intenso, tanto che la stessa Selene accusa visioni, suoni e linguaggi a lei familiari ed allo stesso tempo sconosciuti, iniziando una spirale crescente di follia, citazioni e pensieri, tutti riportati dai numerosi archivi vocali lasciati dalle precedenti versioni della stessa esploratrice.
Il viaggio della donna le fa incontrare diverse entità, ognuna della quali riconducibili ad un evento della sua vita che la ricollegano sempre di più al pianeta e la invitano ad addentrarsi nelle sue viscere, proprio come la civiltà aliena prima di lei…
Negli istanti finali del gioco, Selene Vassos trova finalmente l’origine della pallida ombra, presentandosi al cospetto di un essere mostruoso e occultato dalle stesse profondità del mondo. Sfortunatamente il percorso su Atropos non ha fine ed una volta compreso l’origine del segnale, un flashback ci mostra una versione diversa dello schianto, ampliando sempre più il dolore, la follia e dubbio che la stessa Selene sia l’origine di tutto ciò…
La realtà è molto spesso deludente…
Completato il secondo atto, troviamo ben poche risposte sulla stessa Selene, il pianeta e le entità presenti, astronauta compreso. Come ultimo obbligo di Selene, lasciato da lei stessa, consiste nel ricomporre un cimelio di famiglia che la riconduce di volta in volta ad interagire con la casa ed a scoprire numerosi colpi di scena:
- Helios: il nome di Helios compare fin dai primi attimi di gioco, ma di volta in volta scopriamo sempre di più sul significato del nome, primo tra tutti è il fatto che Selene Vassos aveva un figlio, il cui nome appunto è lo stesso che sentiamo nominare ogni volta. Nel primo filmato finale del secondo atto, notiamo come Helios sia morto nello schianto automobilistico. Ciliegina di un design simbolico è il tipico messaggio “Hai appena abbandonato Helios” ogni volta che ricominceremo un nuovo loop, indicando non solo l’aver lasciato la nave, ma l’aver abbandonato il proprio figlio a causa di un incidente.
- Theia: madre di Selene ed incipit del suo stesso trauma. Condizionando la figlia a seguire le sue orme di astronauta, forza la giovane Selene ad entrare in accademia e a seguire la sua ombra fino al punto da non lasciarle più alcun cenno di libero arbitrio. In uno dei vocali lasciati nella casa, si scopre che Theia e Selene sono state coinvolte in un incidente, lasciando la madre invalida e la donna gravemente ferita.
- L’astronauta: La figura maledetta dell’astronauta ricorre soprattutto nei momenti della casa, dove la sua presenza e respiro affannoso riecheggiano per i corridoi e nelle scene di vita della donna, diventando un simbolo di morte, sospensione e dolore, in quanto la sua vera identità viene svelata solo negli istanti finali del gioco…
Solo durante il terzo atto e finale conclusivo del gioco, veniamo in possesso dell’ultimo pezzo dell’enorme puzzle di Returnal, che ci permette di elaborare tutta la storia di Atropos e Selene Vassos in maniera logica e temporale.
Il vero viaggio di Selene Vassos
Una volta completato il gioco concludendo il 3° atto, osservato i documenti della nave Helios, ascoltato ogni audio e reperto, la storia di Selene assume tutte le forme di un trauma a seguito di numerose delusioni e perdite.
Primo tra tutti compare il rapporto con Theia, la madre della donna, la quale la sprona e forza a seguire la sua “pallida ombra” e ad entrare all’accademia aerospaziale. Sfortunatamente Selene non riesce a causa di stress e situazioni mentali instabili. Successivo è l’incidente delle due donne, costringendo Theia sulla sedia a rotelle e Selene con gravi traumi mentali.
Il percorso di Selene le fa trovare una felicità all’arrivo di Helios, suo primogenito e nome ormai ricorrente ad ogni loop intrapreso dalla donna. Purtroppo, come mostrato nel primo finale del secondo capitolo, Helios e Selene hanno un incidente e l’auto guidata dalla donna finisce sul fondo del fiume. Purtroppo per il piccolo Helios non c’è stato nulla da fare, mentre Selene riesce a sopravvivere, dando il via all’intera storia di Returnal.
Le fasi del lutto…
L’intera storia di Atropos e dei vacui, dell’entità maledetta e dell’astronauta si rivelano il meccanismo di difesa di Selene, la quale rivive in maniera costante il momento dell’incidente, non quello su Atropos, ma della macchina in fondo al lago.
Il pianeta è il suo modo di elaborare il suo lutto, rappresentando ogni suo aspetto attraverso la civiltà aliena ed i suoi reperti, raccontando la storia allo stesso tempo della donna e degli alieni, intrappolati nel dolore proveniente dallo stesso abisso.
Il dolore della donna è stato tale da dare vita ad un intero circolo vizioso dove tutto è ostile e contro di lei, sentendosi responsabile della morte di Helios, abbandonato ad ogni nuovo inizio.
Lo stesso rapporto con Atropos funge da mediatore con la mente di Selene Vassos, psiche che osserviamo in costante mutamento, diniego, violenza e negazione degli eventi, proprio come nel dolore della perdita.
Dal resto dei file in gioco e documenti vari, scopriamo proprio che Selene, dopo il tragico incidente ha creato nella sua mente Atropos ed i suoi “abitanti maledetti” per fuggire dalla verità ed elaborare il dolore del lutto senza mai smettere di ripensare al momento dello schianto e all’abbandono di Helios.
La mitologia Greca a confronto
Ogni personaggio di Returnal è completamente ispirato alla mitologia greca. Selene ed Helios sono i rispettivi dei della luna e del sole, mentre Theia e Hyperion (boss del 4° bioma) rappresentano i nonni del bambino e genitori della donna perfino nei racconti antichi.
Phrike, Ixio, Nemesis, Hyperion ed Ophion, rappresentano ognuno la rispettiva divinità relativa al dolore, la trasgressione, la giustizia, i legami familiari e alla verità, mentre lo stesso pianeta, Atropos, è la diretta rappresentazione del destino e del suo ripetersi!
L’accettazione e rinascita
Nel terzo ed ultimo atto, Selene si avvia sempre più verso la comprensione del suo dolore e al confronto con la stessa madre ed i suoi rapporti disastrosi. Ottenuta infatti l’ultima chiave del puzzle e completato il gioco, potremo goderci il filmato finale del gioco dove Selene accetta il suo destino, accetta il suo dolore ed ottiene la libertà di risalire le profondità del lago per riemergere e gridare al cielo il nome di Helios, chiudendo questo ciclo infinito.