Ben ritrovati ad un altro appuntamento della nostra rubrica settimanale di Player One. La scorsa settimana abbiamo analizzato il pellegrino di Journey, una piccola figura incappucciata. Perso nel deserto il pellegrino si ritroverà a seguire un’unica luce, quella del sole che sbuca da una montagna tagliata in due parti sulla cima. Un gioco che pone una domanda molto importante ai suoi giocatori: è più importante la meta o il viaggio?
Questa settimana il personaggio protagonista di Player One è Prophet, leader della sua squadra nella serie Crysis, uno sparatutto in prima persona, sviluppato dalla casa tedesca Crytek e uscito per la prima volta nel lontano 2007. Il titolo ha avuto poi un seguito nel 2011 e nel 2013 con i capitoli successivi del gioco e ad oggi conta anche due espansioni. Un gioco proiettato nel futuro in cui superare diversi livelli grazie ad una vastità di armi e veicoli.
Prophet nel primo capitolo della serie: Crysis
Nel primo gioco della serie tutto si svolge nel 2018, quando una squadra di archeologi americani scopre un artefatto precedente alla comparsa dell’uomo e quindi appartenente ad una civiltà più avanzata; invia così una richiesta di soccorso che sarà accolta dal Team Raptor, il quale composto da cinque uomini, tra cui Prophet; la squadra partirà per le isole Lingshan, nel Mar Cinese meridionale per salvare gli archeologi sul posto.
Prophet è il leader del Team Raptor e in un primo momento a causa della sua decisione di non dire nulla sull’oggetto trovato, metterà in pericolo Nomad, altro componente della squadra, che sarà assaltato da un’entità sconosciuta che disattiverà la sua Nanotuta 1.0; una tuta che grazie alle sue componenti permette di esplorare le zone non vivibili dagli esseri umani e ha inoltre dei muscoli aggiuntivi con i quali compiere azioni disumane.
Prophet riuscirà a salvare Nomad ma non un altro componente della squadra, ucciso da un’entità non ancora conosciuta e molto pericolosa, una creazione che non può essere certamente opera dei nordcoreani, i quali hanno il controllo delle isole. A quel punto il leader è tenuto a parlare della scoperta dell’artefatto, ma sarà troppo tardi perché poco dopo la squadra viene divisa e a ognuno dei componenti spetterà una sorte diversa, tutto a causa di alcuni alieni.
Sono proprio gli alieni i nemici protagonisti della seconda parte del primo capitolo di Crysis, potranno infatti essere combattuti solo dopo la prima parte e solo nella loro struttura priva di gravità. Prophet sarà imprigionato in una sfera di ghiaccio, è ancora vivo, ma probabilmente con il rimorso di non aver spiegato prima di arrivare sull’isola la gravità della situazione ai suoi compagni di squadra.
Prophet nel secondo capitolo della serie: Crysis 2
Crysis 2 è ambientato nel 2023, tre anni dopo le vicende nel Mar Cinese meridionale, questa volta l’epidemia aliena è a New York City e il maggiore Laurence Barnes, ovvero Prophet, compie subito un’azione importante, quella di salvare Alcatraz, un marine statunitense, il quale è rimasto ferito a seguito di un attacco di una navicella aliena che distruggerà quasi tutta la sua squadra.
È proprio Alcatraz il protagonista del secondo capitolo della serie, il quale dovrà compiere delle missioni al fine di mettere un punto alla diffusione del virus. Prophet avendolo salvato e avendo tolto la sua tuta, si suicida a causa del virus alieno che ormai scorre nelle sue vene. Ma non tutto è come sembra, nonostante il maggiore sia morto, la sua tuta continua ad essere legata a lui.
Proprio a seguito degli scontri avuti con gli alieni, Alcatraz, alla fine del capitolo, sviene perché ha usato più energia rispetto al dovuto, ma sarà proprio in conseguenza a questo mancamento del marine, che la tuta di Prophet si riavvierà e dormendo Alcatraz riuscirà a comunicare con i ricordi del maggiore, o per lo meno con la sua tuta che ne contiene ancora la memoria.
Nonostante la presenza di Prophet risulti assente per la maggior parte del gioco, in realtà potremmo considerarlo un fantasma che alla fine della storia fuoriesce nella veste di un certo Karl Ernst Rasch, un marine che incontrerà Alcatraz una volta svegliatosi e che risponderà alla sua richiesta di sapere il nome con la frase: “Mi chiamano…Prophet”. Il tutto sarà avvolto dal mistero fino all’arrivo del terzo capitolo.
Prophet nel terzo capitolo della serie: Crysis 3
Crysis 3 è ambiento nel 2047, 24 anni dopo le avventure di Alcatraz a New York in Crysis 2. Nel lasso di tempo trascorso tra i due capitoli, la città è stata devastata e decimata dall’invasione degli alieni, i Ceph, e dal loro virus. La città è messa in quarantena dalla C.E.L.L., che in seguito alla morte del loro comandante vede i suoi soldati combattere con Alcatraz, i sopravvissuti vivono in una gigantesca cupola chiamata New York’s Liberty Dome, usata per la produzione di energia pulita e illimitata per le tute.
È proprio nel terzo capitolo della serie che Prophet ritorna ad essere il protagonista; tornato in vita alla fine di Crysis 2, viene catturato dalla C.E.L.L. e rimarrà sospeso in un lungo sonno, durante il quale avrà una visione del futuro, in cui assiste alla distruzione della Terra da parte di una Nave da Guerra aliena, fine alla quale nessuno può nulla, neanche il maggiore.
È proprio in Crysis 3 che Prophet sarà risvegliato e liberato da un suo vecchio compagno di squadra, Psycho, che si è infiltrato nella C.E.L.L., ma sarà proprio a seguito di questa vicenda che il maggiore farà una scioccante scoperta: la squadra e tutti coloro che indossano una Nanotuta sono stati catturati e scuoiati, vale a dire privati della tuta con un processo molto doloroso che ha ucciso i più deboli.
Psycho fa parte del movimento di ribellione contro la C.E.L.L. e vorrebbe che Prophet si unisse a loro, ma il maggiore non sarà convinto di questa unione, a fermarlo sono le visioni che ha avuto mentre dormiva, è convinto che gli alieni sono in un momento di ibernazione ma possono svegliarsi da un momento all’altro. Da questo punto in poi il maggiore avrà un ruolo importantissimo nella lotta contro gli alieni e Ceph Alpha, perché i suoi sospetti diverranno realtà.
Nell’ultima parte del terzo capitolo il maggiore si riscatterà dal suo sbaglio iniziale in Crysis, non aver detto nulla alla sua squadra dell’artefatto trovato. Riuscirà a portare a termine la sua missione: sconfiggere Ceph Alpha; lo porterà con sé nello spazio e proprio qui Prophet capirà il significato della sua visione:
“la risorsa più grande di un soldato non è l’equipaggiamento, né il supporto, ma… sé stesso”.