Leon S. Kennedy (la S sta per Scott) è il protagonista di Resident Evil 2 e altri titoli della saga Capcom, uno dei più iconici del panorama dei survival horror e del gaming in generale, senza dubbio conosciuto da tutti gli appassionati della saga. Leon rappresenta a tutti gli effetti il volto di questa serie, insieme ad altri personaggi come Jill Valentine, Chris Redfield e la sorella di questi, Claire Redfield.
Leon S. Kennedy: come un “Rookie” diventa un mito del gaming
Leon si è presentato alla platea dei gamer con Resident Evil 2, survival horror della casa giapponese Capcom rilasciato nel 1998 e proposto a un pubblico assai meno smaliziato di quello odierno, impreparato a cosa lo aspettasse in quel gioco dalla copertina inquietante e il titolo realizzato in un intenso rosso-sangue.
Messo nei panni di un agente di polizia al suo primo giorno di lavoro, ancora inesperto ma obbligato a sopravvivere in un vero e proprio incubo, il giocatore doveva utilizzare un personaggio vulnerabile, che avanza in ambienti angusti e popolati da orribili morti viventi, i quali rappresentavano una sfida seria e – nell’eventualità che il giocatore perisse nell’impresa – dei veri avvoltoi che divoravano il povero Leon (o Claire, l’altra protagonista del gioco) in modo brutale, con abbondanza di sangue e gemiti in punto di morte.
Insomma, un titolo assai lontano da standard di invincibilità tipici di altri personaggi iconici come Duke Nukem (il quale però non è invincibile, solo un super concentrato di Schwarzenegger ma senza licenza ufficiale!);
Un’epidemia sconvolgeva gli Stati Uniti, a causa di esperimenti su armi chimiche svolti in segreto dalla corporazione nota come Umbrella Corp., ma degenerati in modo incontrollato (per via di un incidente, ma forse anche per la volontà della Umbrella di sperimentare l’effetto delle proprie armi in concreto). Qualcosa di simile a Xi Jinping insomma.
Il virus tramutava le persone in zombie assetati di sangue, sparsi ovunque all’interno di stretti vicoli ed ambienti urbani tipici di molti titoli della serie (dunque senza la rassicurante vastità di spazi che troviamo in uno State of Decay o la serie TV The Walking Dead), in una cittadina come tante altre chiamata Raccoon City.
Il giocatore la vede semi-distrutta, in fiamme e piena zeppa di cadaveri, auto della polizia fracassate (spesso con gente “più o meno morta” all’interno), e ovviamente una carrellata di mangia carne di ogni ordine e grado.
Leon ricevette un’accoglienza ancora più calorosa dalla politica nostrana…
La situazione offerta al giocatore in Resident Evil 2 nel 1998 era probabilmente troppo scandalosa per una classe politica italiana all’epoca abituata ancora a considerare i gamers come malati di mente (al pari di buona parte della società italiana dell’epoca e di una parte della classe politica odierna), tanto che il titolo venne censurato e – fa davvero specie dirlo – ritirato dai negozi.
Poco tempo dopo, un miracolo divino illuminò le “brillanti menti” che ci governavano e ci governano ancora, e permise al titolo di tornare sugli scaffali e presto nelle case di molti italiani che hanno contribuito a rendere il gioco immortale, grazie a una quantità di copie vendute davvero “mostruosa”.
La serie di Resident Evil (e non solo i titoli di cui Leon S. Kennedy è protagonista) vede regnare sovrana una situazione di costante apprensione e tensione, paura vera che attanaglia il giocatore mentre esplora ambienti insidiosi oppure “troppo tranquilli”, con inevitabile jump scare quando meno te lo spetti.
I jump scare (“balzo spaventoso” in una improbabile conversione in italiano) sono quei momenti in cui un nemico balza inaspettatamente addosso al giocatore comparendo dal nulla, puntualmente nel momento più inaspettato e inopportuno (in effetti di solito si tratta di zombie che rompono una finestra proprio di fianco al protagonista, o mostri di varia natura che irrompono nella stanza o corridoio sfondando una grata o pannello di areazione sul soffitto).
Leon S. Kennedy si trova a doverci fare i conti numerose volte, prima nell’originale Resident Evil 2 sulla prima console PlayStation, e poi in titoli quali Resident Evil 4 e Resident Evil 6 (probabilmente uno dei meno riusciti e maggiormente criticati fra i capitoli della serie) e poi finalmente nel capolavoro rinnovato che è Resident Evil 2 Remake, versione aggiornata e migliorata (non solo nella grafica) dell’originale capitolo del 1998.
Che tipo di “incubo” è alla base della serie?
Il gameplay della serie è celebre: nei panni di un protagonista con una barra della vita limitata e armato di una pistola con munizioni risicatissime (quando presente!) e in genere di un coltello di sopravvivenza, il giocatore deve farsi largo fra i numerosi nemici che vagano per la location di gioco, molto spesso fuggendo al fine di sopravvivere e risparmiare le preziose e scarse munizioni per quando sarà inevitabile usarle.
Lo scopo è chiaramente rimanere vivi (e non sterminare i nemici, come la vecchia scuola del gaming imponeva in ogni situazione), mentre si esplorano location ampie ma claustrofobiche, ramificate anche nella verticalità, e ricche di segreti ed enigmi da risolvere indispensabili per poter procedere e scoprire cosa si cela dietro l’epidemia e l’orrore che li circonda.
Avanzare in un gioco della serie è un’esperienza che trasuda morte e orrore a ogni passo, che ci si trovi nei vicoli di una cittadina, all’interno di una classica Mason familiare infestata, o in un ospedale abbandonato dai pazienti, ridipinto di sangue, e ripopolato da qualcosa d’altro.
Attraversando i bui corridoi della famosissima Police Station, riportante il logo delle forze di polizia dell’immaginaria città americana di Raccoon City – il RPD – Leon S. Kennedy doveva affrontare qualcosa di molto più grande di lui, e doveva farlo con una personalità ancora insicura: una novità per i protagonisti dei titoli d’azione, che si supponeva dovessero essere sempre un super concentrato di ignorante testosterone.
La creazione del personaggio
Quando in quel di Osaka, gli sviluppatori di Capcom pensarono a come realizzare il protagonista di Resident Evil 2, la loro prima scelta fu un personaggio dalla personalità decisa e imponente, capace di affrontare i peggiori orrori senza battere ciglio: un clone di Chris Redfield insomma. Ma poi la scelta ricadde su un protagonista dalla personalità meno decisa e sicura, un cadetto della polizia coraggioso la cui tempra era ancora da forgiare del tutto, insomma un personaggio in cui i giocatori potessero immedesimarsi più facilmente.
Fu un rischio, senza dubbio, e Capcom non si aspettava assolutamente il successo che accompagnò questa scelta.
Perché? Semplice: se sopravvivi a un orrore di quel genere nei panni di un soldato super addestrato e pompato di muscoli ti senti figo; Se sopravvivi allo stesso orrore nei panni di un giovane poliziotto dall’aria pulita e gentile, che vorrebbe solo fare il suo lavoro e tornare a casa, magari trovando all’ultimo secondo la forza di reagire e infilare la canna del fucile nella bocca di un mostro alto 3 metri e mezzo per mandarlo al creatore prima che lui lo faccia con te, la galvanizzazione del player medio è assai più alta.
Caratterizzazione del personaggio
Leon S. Kennedy appare in Resident Evil 2 come un ragazzo sui 25 anni, alto circa 1,78 m con un fisico asciutto e capelli castano scuro con sottili frange che ricadono in corrispondenza degli occhi, di un colore azzurro molto acceso.
Caratterizzato come una recluta, è determinato ma per certi aspetti ancora insicuro (soprattutto nel remake dell’originale Resident Evil 2). Leon è una persona gentile, che cerca di aiutare chi si trova a vivere con lui lo stesso incubo.
Resident Evil 2
Fra i personaggi incontrati da Leon nella sua avventura in Resident Evil 2, vi sono il luogotenente Marvin Branagh, poliziotto di colore dall’animo altrettanto nobile, che aiuta Leon nei suoi primi passi e nella ricerca di una via di uscita dalla stazione di polizia di Raccoon City, e Claire Redfield, una adolescente dal forte temperamento che si ritrova ad essere salvata da Leon prima di doversene separare a causa di un incidente provocato da un grosso Tir-autocisterna.
Il Tir sbanda perché il conducente viene attaccato da uno zombie aggrappatosi al mezzo, arrivando addosso alla volante della polizia in cui Leon e Claire si trovano, cercando una via che non li obblighi a passare attraverso la città.
La conseguente esplosione, con i due giovani che riescono a lanciarsi dall’auto in tempo, altresì li separa in due percorsi alternativi fra i quali il giocatore deve scegliere: Leon e la ricerca degli intrighi segreti della Umbrella Corp., oppure Claire che oltre a ciò ha l’obbiettivo di trovare il fratello Chris, scomparso forse nei paraggi della città di Raccoon.
Nei panni di Leon S. Kennedy, il giocatore assiste all’evoluzione del protagonista, il quale è all’inizio impegnato a difendersi mal celando la paura provata e lo sconcerto di fronte a certe creature (come alla prima apparizione di una tipologia di mostro la cui lingua agisce come una mannaia velocissima sul collo dei malcapitati). Questo è vero soprattutto nel remake, quando di fronte alla creatura denominata “licker” il ragazzo esclama: “Nel nome di Dio cos’è quella cosa!?”.
In seguito però, Leon è costretto a uccidere Marvin Branagh perché tramutato in zombie dal T-Virus, lo stesso che ha provocato l’epidemia e ucciso moltissime altre persone;
Incontra il personaggio di Ada Wong, misteriosa quanto seducente ragazza sino-americana infiltrata di una qualche agenzia di spionaggio nel cuore di Raccoon City, in ordine a scoprire cosa sta succedendo (Leon non potrà rimanere indifferente al fascino della ragazza);
Inoltre, man mano che ci si addentra nella storia, si farà la conoscenza di molti altri personaggi celebri, da William Birkin (virologo della Umbrella Corp. tramutato in un mostruoso essere dotato di un grosso occhio che sporge dal mostruoso braccio destro), ad Annette Birkin (la moglie dello scienziato, intenzionata a trovare una cura per la mutazione del marito ad ogni costo).
Resident Evil 4
Nuovamente nei panni di Leon S. Kennedy, divenuto un agente del governo americano a seguito della sua impresa a Raccoon City, il giocatore deve trovare e salvare Ashley, figlia adolescente del presidente degli Stati Uniti, rapita da una congrega di pazzi omicidi resi mostruosi e terrificanti da una qualche forma di parassita.
Ambientato in una comunità rurale del centro Europa (probabilmente allocata da qualche parte sui Pirenei, dato che gli abitanti dei villaggi esplorati da Leon parlano in spagnolo), il parassita affligge i cosiddetti “Ganados“, i fattori pazzi omicidi affrontati nella serie al posto dei tradizionali zombie.
Il titolo è stato anche vociferato di poter ricevere un remake.
Affrontando nuovamente orrore e intrighi da parte di gente intenzionata ad usare un tipo di patogeno mortale come arma militare, mascherata da strumento di culto delirante dalle tinte simil satanistiche, Leon riuscirà ancora una volta a salvarsi, mostrando una tempra già più forte che in passato e scoprendo il coinvolgimento della Umbrella Corp. e di Ada Wong, la donna che lo aveva salvato a Raccoon City e che l’uomo non era mai riuscito a dimenticare.
Resident Evil 6
Nel titolo più controverso della serie, Leon S. Kennedy viaggia in diverse location nel mondo, affrontando diversi incidenti dovuti alla diffusione del T-Virus, fra cui l’infezione allo stesso Presidente americano Benford, la morte della figlia Liz nello stesso modo (dopo aver ucciso il padre) e una minaccia bioterroristica in atto, da parte di una organizzazione che si fa chiamare “Neo-Umbrella“, con l’aiuto di una donna di nome Helena Harper.
In seguito il titolo si focalizza su differenti episodi in Cina, con la comparsa di altri protagonisti storici come Chris Redfield, cui è dedicata una campagna single player separata ma sempre collegata alla minaccia bioterroristica di cui sopra. Di nuovo, lo scopo è sopravvivere ad orde di zombi e altri mostri, in una campagna suddivisa in diverse parti che avvengono in date e location diverse.
La campagna di Ada Wong infine, fu pensata come extra da sbloccare una volta completate le prime due, ma in seguito ricevette una patch per essere disponibile dall’inizio. Anche in questo caso si tratta di infiltrarsi nei laboratori della Umbrella Corp. in Cina, per aiutare Leon S. Kennedy e Chris Redfield a sabotarli e fermare la minaccia bioterroristica.
Il gioco, come dicevo, è stato molto criticato per essere davvero troppo action, abbandonando quasi interamente le radici horror del franchise, ma nonostante ciò è riuscito a ottenere un sostanziale successo in termini di copie vendute.
Resident Evil 2 Remake
L’ultimo gioco della serie in cui il giocatore si ritrova ad utilizzare Leon S. Kennedy, è il remake dell’originale Resident Evil 2, dotato di un sistema di controlli e visuali aggiornate (i primi ispirati per molti aspetti a Resident Evil 7, nonostante la visuale in terza persona differisca da quella in soggettiva del penultimo capitolo della saga finora).
Il gioco è stato riconosciuto come un capolavoro assoluto del genere, superando abbondantemente le aspettative di fan e critica e riproponendo la formula che fece la fortuna del titolo originale, ma con numerosi cambiamenti ad ambientazioni, alcuni eventi e cut-scenes cinematografiche, meccaniche aggiuntive come la possibilità di conficcare il coltello in testa ai mostri come estrema difesa ma consumando l’oggetto, nuovi dialoghi e location cambiate per oggetti chiave, armi e munizioni.
Inoltre, il gioco ha beneficiato di un buon doppiaggio localizzato in diverse lingue (fra cui l’italiano), sebbene chi scrive preferisca assolutamente l’originale doppiaggio in lingua inglese, nelle performance dei doppiatori.
Il successo di questa iterazione ha poi portato all’atteso remake di Resident Evil 3, il quale però non si è dimostrato capace di bissare il successo del predecessore. Nonostante le critiche ricevute sulla sua durata troppo corta, il gioco si è dimostrato spettacolare e ha venduto diversi milioni di copie, al punto da essere considerato da Capcom come uno dei campioni di vendite della saga.
Conclusione
Leon S. Kennedy è considerato uno dei personaggi più iconici, e più amati dai fan di Resident Evil e dei survival horror in generale. L’idea di creare un personaggio non invincibile alla Rambo, ma determinato a sopravvivere superando i suoi stessi limiti si è rivelata vincente, così come le altre iterazioni recenti (dal magnifico Resident Evil 7 al recente Resident Evil Village, entrambi accolti molto bene da pubblico e critica).
Capcom sta dimostrando negli ultimi anni di che pasta è fatta, anche con titoli amatissimi di altre serie, quali Street Fighter e Monster Hunter Rise, giochi capaci di intrattenere in modo genuino, e senza timore di inserire una discreta quantità di fanservice per incoraggiare le vendite, con buona pace del Moige e di qualunque altra associazione impegnata ad attaccare in modo vergognoso un mondo che semplicemente non capiscono.
Nell’attesa di vedere se il personaggio di Leon tornerà – cosa che assolutamente mi aspetto che accada – ti mostro il trailer dell’ultima iterazione della saga di Resident Evil, il capitolo denominato Village: