Bentornato nell’ultimo episodio di Player One, la rubrica settimanale di iCrewPlay dove vengono approfonditi i personaggi dei nostri videogiochi preferiti. La scorsa settimana abbiamo incontrato Igor Khymynuk, il protagonista di Chernobylite. In questo 76esimo episodio, invece, parleremo del più famoso antagonista della celeberrima saga The Legend of Zelda: Ganondorf.
Ganondorf non è presente come antagonista principale in tutti i capitoli della saga Nintendo, eppure è indubbiamente il villain più iconico, nonché il più importante ai fini della lore generale dell’universo di Zelda. Occorre tuttavia fare una distinzione, utile soprattutto per chi non conosce bene la saga: Ganondorf e Ganon sono due entità differenti.
Il primo è un individuo dalle fattezze umane, mentre il secondo è la sua forma bestiale e demoniaca; perciò, le apparizioni del villain nei primi titoli della saga (The Legend of Zelda e Zelda II: The Adventure of Link) riguardano esclusivamente Ganon.
Ocarina of Time: il re delle Gerudo bramoso di potere
Il nostro viaggio alla scoperta del personaggio riguarderà quindi principalmente Ganondorf, la forma umana. In questo senso, la prima e più importante apparizione è quella di Ocarina of Time, lo storico titolo del 1998: qui, Ganondorf è l’unico membro maschio delle Gerudo, una tribù di feroci guerriere dove vige un forte matriarcato; essendo l’unico uomo nato in 100 anni, egli viene eletto Re del popolo Gerudo.
Le Gerudo risiedono nell’est di Hyrule (l’universo finzionale di Zelda), ai margini di uno sterminato deserto sabbioso. Ganondorf si reca a palazzo e presta giuramento al Re di Hyrule, ma in segreto cova una tremenda ambizione: trovare la Triforza, il leggendario artefatto che permette di esaudire il più ardente desiderio di chiunque la tocchi, e diventare il Signore Assoluto di Hyrule, gettando l’intero mondo in una coltre di oscurità.
Ganondorf è infatti colui che le tre Dee (Din, Farore e Nayru) hanno scelto come portatore della Triforza della Forza, uno dei tre frammenti affidati a tre prescelti dalle divinità; gli altri due pezzi, la Triforza della Saggezza e del Coraggio, vengono assegnati rispettivamente alla principessa Zelda e al protagonista Link. Sarà proprio quest’ultimo, aiutato da Zelda e dai Saggi, che riuscirà a sconfiggere il Dark Lord e a imprigionarlo nel Vuoto.
Il Ganondorf di Ocarina of Time è quindi la rappresentazione della bramosia di potere: un Re che ambisce a conquistare il mondo intero, ad ampliare i propri domini, nella convinzione che l’essere il Prescelto dalle Dee lo renda invincibile.
In questo capitolo, il villain svela già alcune delle sue caratteristiche ricorrenti: astuto e scaltro, non si fa scrupoli a utilizzare la violenza e qualunque altro discutibile mezzo per raggiungere i propri obiettivi; pieno di tracotanza, sottovaluta tuttavia i propri avversari, e nella cecità dovuta all’ebrezza di potere non realizza che anche Link, la sua nemesi, è in realtà un Prescelto.
Wind Waker: la violenta rivincita dell’escluso
Ganondorf ricompare come antagonista principale in Wind Waker, altro fondamentale capitolo del 2002. Anche qui egli riveste il ruolo di re delle Gerudo, un popolo tuttavia ormai dimenticato ed estinto: il mondo di Wind Waker, infatti, è un gigantesco oceano che ha rivestito la terra di Hyrule centinaia di anni prima proprio per impedire a Ganondorf, uscito dal Vuoto in cui era stato rinchiuso, di tornare a minacciare il mondo.
L’obiettivo del villain, portatore della Triforza della Forza, è quindi simile a quello di Ocarina of Time: ottenere la Triforza catturando Link e Zelda, gli altri due prescelti, per soddisfare il proprio più ardente desiderio. Tuttavia, se le modalità sono simili, la finalità è in realtà diversa; prima dello scontro finale con Link, Ganondorf svela infatti al proprio nemico ciò che più lo tormenta: le ingiustizie subite dal suo regno e dal suo popolo.
La mia terra si trovava in un vasto deserto. Quando il sole splendeva nel cielo, un vento rovente bruciava e seccava la terra, e quando la luna si alzava nella notte, un’aria gelida penetrava nelle nostre case. Il vento portava sempre la stessa cosa… Morte. Ma i venti che soffiavano sulle verdi campagne di Hyrule portavano tuttaltro che sofferenza e rovina. Io credo… Di avere desiderato ardentemente quel vento.
Il piano di Ganondorf per conquistare Hyrule tramite la Triforza non è quindi che una clamorosa rivincita da parte del Re di un popolo di esclusi: relegato in un arido deserto ai margini della terra e invidioso del benessere del resto di Hyrule, egli cerca insomma di ritrovare la dignità per sé e il proprio popolo; tuttavia, non riesce a rendersi conto che in un universo come quello di Wind Waker, spalancato al futuro e al peso che vi rivestiranno le nuove generazioni, non c’è più posto per l’antica dignità e gli ardenti desideri di gloria.
Anche in questo caso, infatti, il re delle Gerudo verrà fermato da Link e Zelda, finché l’antico re di Hyrule non deciderà di fare sprofondare nuovamente negli abissi ciò che resta dell’antico regno, compresi lui e Ganondorf. Appare quindi abbastanza evidente come il villain di Wind Waker sia segnato da una profonda e drammatica umanità rispetto ai suoi predecessori.
Twilight Princess: Ganondorf Imperatore del Male
In Twilight Princess (uscito nel 2006) Ganondorf ritorna come co-antagonista; pur essendo il boss finale del gioco, infatti, per la maggior parte del tempo il giocatore crede che il principale villain sia Zant, l’usurpatore del Trono del Crepuscolo. L’ultima sequenza di gioco, invece, svela un Ganondorf uscito violentemente dal proprio esilio, animato dalla volontà di vendicarsi contro quel popolo che lo ha, a suo dire, ingiustamente rinchiuso nel Vuoto.
È stato proprio Ganondorf, infatti, a fornire a Zant parte dei suoi poteri, utilizzandolo così come burattino per soddisfare la propria brama di potere e distruzione. In accordo con il tono schiettamente epico che caratterizza tutto Twilight Princess, in questo titolo l’antico re delle Gerudo è infatti l’incarnazione del Male Assoluto, quel principio di oscurità e rovina che costituisce il rovescio del Bene, in una battaglia manichea che esiste fin dall’alba dei tempi.
Portatore prescelto della Triforza della Forza, egli ambisce a distruggere ogni forma di Luce esistente sulla terra, accecato dalla propria furia malvagia e assassina. Ancora una volta, tuttavia, in un epico scontro che può essere annoverato tra le migliori battaglie della storia dei videogiochi, Link e Zelda fermano Ganondorf trafiggendolo nel petto con la Spada Suprema, l’iconica arma di Link che ha il potere di esorcizzare il Male.
Twilight Princess è stato l’ultimo capitolo in cui la forma umana di Ganondorf è apparsa come principale antagonista; basti pensare che in Breath of the Wild (2017) il villain è invece Ganon, la forma demoniaca priva di razionalità. Tuttavia, sembra che nel tanto atteso sequel sarà forse possibile interagire con Ganondorf, imprigionato sotto il castello di Hyrule in quanto centro nevralgico da cui si diparte la corruzione che invade tutto il regno.
Un odio reincarnato nei secoli dei secoli
Vale la pena spendere due parole su un importantissimo capitolo della saga di Zelda, ovvero Skyward Sword (2011). Quest’ultimo fu pubblicato nel corso dei 25 anni della saga, un avvenimento a cui Nintendo diede un’enorme importanza, rilasciando anche il famoso libro Hyrule Historia: quest’ultimo contiene una sezione, intitolata A History of Hyrule, dove per la prima volta tutti i capitoli della saga (fino al 2012) trovarono una precisa sistemazione cronologica.
In maniera del tutto inaspettata, la timeline presentata da Nintendo poneva proprio Skyward Sword come capitolo d’inizio, la prima grande avventura di Link e Zelda ambientata centinaia di anni prima di tutti gli altri titoli. L’idea alla base della saga, infatti, è che ogni epoca abbia la propria reincarnazione dell’Eroe e della Principessa: in questo senso, tutti i Link e gli Zelda che conosciamo sono in qualche modo discendenti diretti di sangue.
Per il re delle Gerudo, invece, vale un discorso differente: tutti i Ganondorf/Ganon che i giocatori hanno affrontato nel corso dei decenni sono in realtà la stessa entità, divisa su tre timeline differenti. Secondo Hyrule Historia, dopo Ocarina of Time sono possibili 3 scenari, che proseguono ognuno per conto proprio come delle vere e proprie realtà parallele: la linea temporale in cui Link viene sconfitto (Downfall Timeline), quella in cui Link ritorna indietro nella propria epoca come bambino riuscendo a prevenire il colpo di stato di Ganondorf (Child Era) e quella in cui l’antagonista viene sconfitto da Link adolescente e sigillato nel Vuoto (Era without a Hero).
La sistemazione fatta all’interno di Hyrule Historia permette quindi non solo di arricchire profondamente la lore generale di Zelda, ma di comprendere il ruolo effettivo che i personaggi si trovano a rivestire in un determinato contesto. Seguendo questa idea, Ganondorf è forse il personaggio che subisce il maggiore approfondimento: il villain di Twilight Princess è pieno di violento rancore proprio perché gli è stato impedito di conquistare il trono di Hyrule con la forza. Egli non è riuscito a mettere in atto i propri terribili piani, e per questo cova dentro di sè tutte quelle energie oscure che non è riuscito a spargere sul mondo.
Diversamente, il Ganondorf di Wind Waker è stato imprigionato nel Vuoto, e ogni suo tentativo di affermazione è stato duramente stroncato. Anche quando cercò di tornare nel mondo per conquistare Hyrule, il re Daphnes Nohansen preferì fare sprofondare il proprio regno negli abissi dell’oceano piuttosto che farlo cadere nelle mani del Dark Lord. Per questo motivo, il Ganondorf di Wind Waker, seppur bramoso di potere, appare più malinconico: un uomo possente ma stanco, provato da tutti gli anni di sofferenza, solitudine e frustrazione, rinchiuso nelle tenebre fuori dallo spazio e dal tempo.
Ganondorf non ritorna quindi nelle varie epoche tramite incarnazioni o discendenze: egli è un individuo unico, cresciuto nell’epoca di Ocarina of Time e in grado di trovare sempre un modo per ritornare dai luoghi in cui viene sigillato. Ma allora, quali sono le effettive origini di questo grandioso personaggio? Proprio Skyward Sword ha fornito dei chiarimenti su questo concetto.
In questo capitolo il vero villain è Demise (Mortipher nella discutibile traduzione italiana), il Demone Primordiale contro cui ha combattuto la Dea Hylia all’alba dei tempi; lo si potrebbe insomma considerare l’Archetipo dell’Oscurità, una sorta di Diavolo totalmente decristianizzato. Dopo essere stato sconfitto dalla prima incarnazione di Link, Demise rivolge a quest’ultimo e a Zelda le proprie spaventose ultime parole:
Questa non è la fine. Il mio odio… Non morirà mai. Rinascerà rinnovato in un ciclo senza fine! Io risorgerò… E quelli come voi, quelli che possiedono il sangue della dea e lo spirito dell’eroe… Saranno perennemente legati a questa mia maledizione. Un’incarnazione del mio odio perseguiterà la vostra stirpe, condannandovi a vagare per l’eternità in un abisso oscuro e lastricato di sangue!
La terribile maledizione del Demone si riferisce proprio a Ganondorf: egli non è altro che l’incarnazione dell’odio di Demise, di quell’Odio primitivo che costituisce il rovescio della medaglia dell’universo fin dai giorni della creazione. Il re delle Gerudo è quindi condannato a vivere animato nient’altro che da risentimento, invidia e ira; proprio come Zelda e Link, è prigioniero di un tragico destino di predestinazione, che non può essere mutato in alcun modo.
Se le prime apparizioni di Ganon e poi quella di Ganondorf in Ocarina of Time sono improntate a creare un personaggio più lineare, inserito in una netta dicotomia bianco-nero, nel corso degli anni Miyamoto e Aonuma (i due più famosi “padri” della saga di Zelda) hanno invece cercato di fare assumere al personaggio delle sfaccettature più complesse. Non ci resta che sperare che il nuovo capitolo della saga ci restituisca un villain altrettanto interessante.
Una cosa è certa: Ganondorf è uno dei personaggi più ricorrenti e meglio caratterizzati di tutto l’universo di Hyrule. Per quanto le sue azioni siano moralmente discutibili e le sue scelte spesso ricadano nell’archetipo del Male, il più famoso antagonista di Zelda mantiene comunque un indiscutibile fascino, contribuendo così ad arricchire la bellezza di una saga che ha rapito il cuore di milioni di videogiocatori (compreso il sottoscritto).