Bentornato su Player One, l’appuntamento settimanale che vede protagonisti i personaggi dei videogiochi. La settimana scorsa abbiamo parlato del procuratore GODOT di Ace Attorney, oggi invece parleremo di uno dei migliori personaggi, se non il migliore, in campo videoludico: Arthur Morgan.
Quando venne annunciato che il protagonista di Red Dead Redemption 2 non sarebbe stato l’amatissimo John Marston, protagonista del primo capitolo della saga, i fan rimasero delusi ed interedetti.
L’antieroe del Far West trivellato di colpi, nonostante avesse fatto di tutto per redimersi, per ottenere la libertà ed inseguire la vita onesta a cui ambiva, non sarebbe stato più al centro del sequel-prequel di Red Dead Redemption.
Arthur Morgan: il miglior personaggio mai creato da Rockstar…e non solo
Al suo posto Rockstar presentò al pubblico Arthur Morgan, il primo membro della gang del carismatico fuorilegge Dutch van der Linde.
Cresciuto da Dutch e dal più saggio Hosea Matthews, Arthur è devoto ai suoi mentori che ne hanno fatto qualcosa di più di un teppistello di strada. Grazie a loro Mr. Morgan è diventato un fuorilegge con una taglia da 5000$ sulla testa ed il pistolero più veloce ed abile del Far West.
Sin dai primi istanti di quello che è un vero e proprio romanzo videoludico, si nota come Arthur sia sempre pronto a montare in sella e coprire le spalle a Dutch. Nonostante la sua fedeltà però, Arthur ha una sua testa e non esita ad esprimere i suoi dubbi e le sue perplessità sui piani di van der Linde.
Anche se inizialmente finisce sempre per eseguire gli ordini, le cose cambiano dal capitolo 5. Da quel momento, dopo aver perso gli ennesimi compagni di avventura per inseguire i piani, i sogni di Dutch, Arthur inizia ad aprire gli occhi e a capire che il suo mentore non è chi credeva che fosse ed inizia a mettere in dubbio i suoi insegnamenti, la sua morale, la sua intera vita.
La malattia, il karma e la rinascita
Questo sentimento prende il sopravvento dopo aver ricevuto la dignosi di tubercolosi ed aver realizzato di avere i giorni contati. Durante quel maledetto filmato di pochi minuti, l’espressione di Arthur, le parole del dottore, anche grazie ad un lavoro incredibile sul personaggio fatto da Rockstar, il giocatore non può non avere un colpo al cuore e non subire uno shock particolarmente forte.
Eppure gli indizi il gioco li aveva seminati piuttosto bene. Il sangue in faccia ricevuto dal pestato contadino Thomas Downes, i primi colpi di tosse durante la rapina con Javier all’inizio del secondo capitolo, un progressivo pallore e rossore degli occhi che si può notare anche al di fuori delle sequenze animate e, soprattutto, una trovata molto intelligente, ovvero il cervo (o lupo) che appare nelle sequenze oniriche di Arthur.
Cervo o lupo?
L’animale (cervo in caso di onore alto e lupo in caso di onore basso) appare per la prima volta dopo la fuga di Morgan in seguito al suo rapimento da parte della gang degli O’Driscoll. Da lì in poi sarà sempre più frequente, fino alla fine, letteralmente.
Dopo la diagnosi, Arthur inizierà ad agire indipendentemente dagli ordini di Dutch, affiancato solamente dalla fedele antieroina Sadie Alder. Per tutto il sesto capitolo, Arthur percorrerà la strada verso la sua redenzione, cercando di conseguire il suo obiettivo principale: salvare le donne, John, Abigail e loro figlio Jack.
Iniziando dal tirar fuori dal penitenziario di Sisika il “fortunato” John Marston all’aiutare Pioggia Che Cade, dall’annullare i debiti delle vittime di Leopold Strauss al salvare Abigail Roberts dalle grinfie del super agente Andrew Milton e della Pinkerton National Detective Agency, Arthur finirà per inimicarsi Dutch, parte della gang ed a conludere la sua vita dopo un duro combattimento con la spia Micah Bell, il quale faticherà a sconfiggerlo nell’ultima epica scazzottata di Arthur Morgan.
Un criminale dal cuore d’oro
Arthur è un personaggio unico in campo videoludico per diversi motivi, uno su tutti il legame emotivo che si crea con chi vestirà i suoi panni. Si finisce per ammirarlo, per compatirlo, per soffrire per lui e con lui. Gli ultimi attimi dell’antieroe di Rockstar sono strazianti e l’ultima cavalcata verso Beaver Hollow, sotto le note di “That’s the Way It Is“, stringe letteralmente il cuore.
Ovviamente non si può giustificare un fuorilegge che ha derubato, rapinato ed ucciso per tutta la sua vita ma, come gli dicono tutti, da Karen all’inizio del gioco a sorella Calderón durante una delle missioni più toccanti che portano al tragico epilogo, passando per fratello Dorkins e l’obiettore J. John Weathers, Arthur (in fondo) ha un buon cuore.
Tutto ciò concorre a creare un’empatia che, durante il sesto capitolo, renderà arduo proseguire con la storia perchè, ovviamente, è chiaro come andrà a finire.
La redenzione di un fuorilegge
Arthur morirà solo, abbandonato persino da chi lo considerava un figlio, un fratello. E questa è la cosa più difficile da accettare del suo destino. Una delle ultime battute del redento protagonista è “I gave you all I had“, frase che pronuncia guardando negli occhi Dutch che, pieno di sensi di colpa, non risponde e gira i tacchi, voltando le spalle ad un morente Arthur.
Questa è la cosa più triste. Vederlo morire a terra, boccheggiante ed agonizzante davanti ad un sole che tramonta. Vederlo esalare il suo ultimo respiro affaticato dalla tubercolosi in stato avanzato, scioglie quel nodo alla gola che ci si porta costantemente durante le ultime ore di gioco, tramutandolo in lacrime che scorreranno inevitabilmente dagli occhi dei videogiocatori.
Fortunatamente l’ultimo respiro lo si vedrà dalle sue spalle. Rockstar ci risparmia il colpo di grazia evitando di mostrarci un primo piano del nostro eroe mentre muore.
Prendere i comandi di John, cosa fortemente desiderata dai fan, lascia l’amaro in bocca e fa vivere gli ultimi due capitoli dell’epilogo nei panni di “John Jim Milton” con un senso di vuoto. In lutto per la morte di Arthur e coscienti del destino di Marston, la tristezza nel cuore del giocatore non passerà facilmente, anche dopo i titoli di coda.
L’eredità di Arthur Morgan
Giocare Red Dead Redemption 2 è un’esperienza che segna. Rigiocarlo però, nonostante la consapevolezza del destino di Arthur e della gang, permette di apprezzare di più i capitoli precedenti al punto di non ritorno facendo godere a pieno tutti i momenti passati con il povero Arthur.
Uno dei modi migliori di giocare, di vivere RDR2 è sicuramente permettere ad Arthur Morgan di fare tutto ciò che il gioco gli consente di fare. Le sfide, le rapine, gli eventi secondari, le richieste di caccia, le richieste degli oggetti da parte dei membri della gang (alcuni dei quali ricompenseranno Arthur con oggetti unici), gli incontri con UFO, fantasmi e soprattutto completare il suo diario per evitare che venga riempito dai disegni particolarmente orrendi di John.
Non cambierà il suo destino, ma gli permetterà di godersi la vita prima dell’irreparabile.