Bentornato su un nuovo articolo della nostra rubrica esclusiva: Player One! Settimana scorsa abbiamo parlato di Claptrap, bizzarro personaggio caratteristico di Borderlands, ma oggi facciamo un lungo viaggio indietro nel tempo. La nostra destinazione è il lontano 1987, anno in cui nelle sale giochi debutta Street Fighter ed il suo iconico protagonista: il guerriero shotokan per eccellenza Ryu.
Ryu non è un simbolo solo della Capcom, lo studio che lo ha ideato, progettato e reso famoso, ma è l’emblema stesso dei picchiaduro arcade. Un personaggio la cui fama rivaleggia con quella di mostri sacri come Super Mario e Sonic, al punto di essere apparso non solo in tutti i capitoli della sua saga di origine, Street Fighter per l’appunto, ma anche in una valanga di cameo sia nel mondo dei videogiochi che al di fuori di essi.
Penso che un nome come quello di Ryu non ha davvero bisogno di presentazioni e non sono certo qui per spiegarti chi è. Se hai giocato almeno ad un titolo in vita tua, sai già chi è Ryu. No, non è mia intenzione neanche raccontare la sua storia o il suo gameplay all’interno dei vari capitoli di Street Fighter. Quello che voglio invece fare è scavare dietro alle quinte e parlare di ciò che ha permesso a Ryu di ritagliarsi uno spazio nel pantheon dei personaggi memorabili.
Le Origini del World Warrior
Ogni storia parte da un inizio e quello di Ryu è da cercarsi in un fumetto. Il concept originale alla base del suo design proviene infatti da Karate Master, manga che romanza le imprese del maestro di karate Masutatsu Oyama e del suo allievo Yoshiji Soeno. Nell’ultimo numero i due partono per la Thailandia per affrontare il grande rivale di Soeno, il più forte combattente Muay Thai Reiba (su cui guarda caso si basa il design di Sagat).
Il nome Ryu proviene da quello del suo creatore, Takashi Nishiyama. Il primo kanji di Takashi, infatti, può essere pronunciato anche Ryu. I veri “papà” di questo personaggio sono però altre due figure storiche di Capcom, ovvero Manabu Takemura e Akiman. Fu il primo a imporsi perché Ryu fosse un simbolo del perfetto artista marziale giapponese, un vero budoka. Inoltre fu sempre lui a richiedere che avesse un fisico molto massiccio, a simboleggiare la sua natura di guerriero in costante ricerca della perfetta forma fisica.
Ad Akiman si devono invece due degli elementi più caratteristici di Ryu: i suoi capelli corti legati da una bandana, ma soprattutto la sua caratteristica posa di combattimento assunta a partire da Street Fighter II. Se infatti nel primo gioco Ryu usava uno stile puramente da karateka, dal secondo capitolo in poi ha assunto delle movenze più simili a quelle di Bruce Lee in Enter the Dragon (e ben prima del debutto di Fei Long).
Cosa rende Ryu tanto memorabile?
Ryu ha probabilmente uno degli aspetti più riconoscibili del mondo dei videogiochi. Il suo abbigliamento semplice e minimale consiste in un semplice gi bianco trasandato, una cintura nera ed una bandana rossa per i capelli (che in realtà apparteneva a Ken, ma tanto è). Il resto dei suoi beni entrano in una semplice borsa da palestra. Un aspetto che suggerisce bene che per Ryu l’unica cosa che conta davvero è combattere. Quattro kanji sono ricorrenti nel suo design e sono quelli che formano il Furinkazan.
Per quanto il suo aspetto sia però iconico, ciò che ha reso Ryu talmente memorabile è il suo carattere (nonostante questo venisse anche solo suggerito da pochi dettagli). Ryu è un guerriero silenzioso, rispettoso e meditativo. Dentro di sé è una persona di buon cuore, onesta e pura, ma spesso ha un atteggiamento burbero derivato dal fatto che la sua unica ragione di vita e l’unica cosa che riesce a soddisfarlo sono l’allenamento e gli scontri atti a migliorare sé stesso. Ryu è l’emblema del guerriero monastico per cui l’arte marziale è assoluta e sacra e per cui non esiste un punto di arrivo, solo un eterno cammino.
Tuttavia anche un personaggio puro come Ryu ha un lato oscuro. Egli è infatti il portatore di una potente energia oscura che risiede nella sua anima e che molti desiderano chiamata Satsui no Hado. Questa lo divora dall’interno spingendolo a bruciare la sua stessa vita pur di vincere ed essere il migliore. Alimenta le sue passioni così da poterle consumare insieme alla sua anima. Molto del carattere meditativo di Ryu è dovuto all’essere costantemente in guerra con il suo IO interiore, anche se con il tempo ha imparato di potersi fidare dei suoi amici per riuscire a calmarsi nei momenti di difficoltà.
Ci sono due grandi equivoci nella cultura popolare riguardo a Ryu. Il primo è che sia povero, ma, per parola dei suoi stessi creatori, se fosse davvero povero non potrebbe viaggiare il mondo. Il suo avere pochi beni è semplicemente conseguenza del fatto che le cose materiali non interessano, come da lui stesso spesso testimoniato nei giochi. Il secondo equivoco riguarda il carattere. In molti prodotti spin-off Ryu è raffigurato come un tipico protagonista maschile di un manga, un po’ goffo, troppo innocente e sempre sorridente. Insomma, alla Son Goku per capirsi. Come detto, in realtà Ryu ha una carattere diametralmente opposto e proprio questa differenza sostanziale gli ha permesso di ritagliarsi un posto permanente nel cuore dei fan.
Una carrellata di curiosità
Quale miglior modo di chiudere questo articolo se non con una buona dose di curiosità e trivia in merito al world warrior?
- Ryu è apparso in TUTTI i crossover che hanno minimamente coinvolto il franchise di Street Fighter.
- Canonicamente è una delle due sole persone che sono riuscite a battere in confronto diretto M. Bison (l’altra è Charlie Nash).
- Fino alla serie di giochi Alpha, lo stage di Ryu era l’unico a non avere qualcuno che guardava il combattimento.
- Ryu mostra gli stilemi tipici dello shotokan karate, ma in realtà il suo stile di lotta fonde varie tecniche spettacolari del karate, del judo e del taekwondo.
- Le maniche del suo gi sono state strappate da lui stesso per comodità e per evitare di essere afferrato facilmente. Inoltre, Ryu cammina scalzo per sua scelta visto che dice che è più comodo (mah).
- Ryu ha lo stesso compleanno del già citato Akiman!
- Ryu soffre di aracnofobia, come mostrato quando affronta Spider-Man in Marvel vs. Capcom 3.
- Pur essendo il protagonista di Street Fighter, Ryu è indubbiamente molto passivo visto che di base non fa nulla se non viaggiare e reagire a ciò che avviene intorno a sé (spesso a causa del Satsui no Hado).
- La mossa Kaze no Kobushi, un potente pugno diretto, è la concretizzazione della filosofia di Masutatsu Oyama secondo cui la maniera migliore di vincere un combattimento e con un solo unico attacco risolutore.