PlayStation Classic non sta andando come Sony si auspicava. L’accoglienza è stata tiepida e l’effetto nostalgia che avrebbe dovuto creare non ha mai preso davvero piede nel cuore degli appassionati. Il tutto, dopo solo due mesi, si sta riflettendo sul prezzo di vendita della mini-console che in questi giorni in America ha toccato i 39.99 dollari, sia su Amazon US che presso Wallmart.
Dopo il calo di prezzo di dicembre 2018, questa ulteriore riduzione del 60% rispetto al prezzo originale offre un’idea ben precisa sull’andamento del progetto Sony, che non è mai davvero decollato e non ha mai fatto veramente breccia tra i fan.
Che il progetto PlayStation Classic non fosse nato nel migliore dei modi era abbastanza evidente. Perlomeno il modo in cui è stato portato avanti lo è stato. Un’operazione che è sembrata sin da subito un veloce tentativo da parte di Sony di monetizzare il più possibile sul trend delle mini-console, senza metterci il giusto “amore” e portare il rispetto dovuto a una console che ha fatto la storia.
Le ragioni della riduzione di prezzo
La scelta dei 20 giochi disponibili, che a parte qualche titolo storico non hanno convinto troppo, i controller dal feeling un po’ troppo “cheap” e l’impossibilità di espandere la propria collezione di videogames sono tra i motivi principali per cui le vendite non hanno raggiunto le cifre sperate da Sony.
Non è ben chiaro il tipo di target a cui la casa giapponese voleva rivolgersi. PlayStation Classic si è purtroppo ritrovata in un limbo tra due mondi: il mondo degli storici players che hanno potuto giocare con la PS originale (affascinati dal ritorno della loro amata console) e il mondo dei nuovi videogiocatori (curiosi di toccare con mano titoli che appartengono al passato).
Sony è in qualche modo riuscita a non soddisfare nessuno dei due. Nel primo caso la scelta discutibile dei 20 titoli (e l’impossibilità di aggiungerne di nuovi) ha fatto storcere il naso a molti. Per quanto riguarda il secondo, semplicemente non ha saputo offrire niente che abbia invogliato le nuove generazioni a disinstallare un emulatore e provare la “vera” esperienza retro della PlayStation.