Dopo la trepidante attesa e le grandi aspettative scaturite dall’annuncio dello State of Play di Sony, ciò che rimane è ben poco soddisfacente.
Dal lancio di PlayStation 5, lo scorso novembre, Sony aveva annunciato la più grande line-up di sempre, dopo 3 mesi, soltanto 2 titoli, pensati e sviluppati per la sola console next-gen, sono arrivati. Certo c’è chi ha fatto peggio, basti pensare alla line-up di Microsoft che senza neanche un gioco next-gen al lancio delle nuove console, ne ha rilasciato uno alla fine dello scorso mese, The Medium.
Fatto sta che, nelle ore che precedevano lo State of Play, si erano create aspettative forse troppo grandi intorno all’evento che, in parte, ha mostrato ciò che il futuro riserva per PlayStation 5. Insomma, un evento un po’misero, dato che sono soltanto state annunciate le date d’uscita di titoli già mostrati in passato e qualche nuovo gameplay, l’unica vera novità è stata l’annuncio dell’espansione di Final Fantasy VII Remake.
Vero è che Sony stessa aveva invitato i fan e gli spettatori alla calma, indicando l’evento come “mostra” delle produzioni in arrivo nel corso dell’anno, ma forse poteva impostarlo diversamente. Diciamo che le strategie marketing non tengono il passo con la beltà delle produzioni messe in piedi nel corso degli ultimi 10 anni, anzi, sembrano quasi mettere in ombra ciò che di buono, anzi ottimo è stato fatto finora.
Annunci bomba o niente degno di nota?
A parte il sopracitato DLC di Final Fantasy VII Remake e i gameplay trailer inediti di Returnal e Kena: Bridge of Spirits, quest’ultimo non sembra neanche una produzione “minore” per la qualità e l’ispirazione mostrati, non c’è stato nulla davvero degno di nota. Si è assistito all’ennesima “bella” presentazione che purtroppo è vuota di novità e contenuti interessanti.
Il perché Sony faccia questo tipo di scelte mediatiche è oscuro, ma i risultati sono invece bene noti, delusione, grande delusione e confusione. Confusione perché, come al solito, ci sono alcune informazioni che non vengono espresse in maniera chiarissima, anche se in questo caso posso dire che è andata meglio dell’ultima volta, in cu non si era capito, per esempio, che Godfall fosse un’esclusiva solo temporale di PlayStation 5.
È nato prima il danno o la beffa?
Anche in questo caso niente di nuovo, il detto si conferma “Oltre il danno ecco la beffa”. Un danno inaspettato perché, proprio ieri sera, forse qualche ora prima a voler esser precisi, ecco che arriva la vera e propria bomba di giornata, Sony Japan Studio sta per chiudere.
Già, proprio lo studio dietro alcune delle ip più iconiche del marchio Sony come Ape Escape, Gravity Rush, Knack, e la più importante esclusiva della scorsa generazione di console, Bloodborne, sta per “riorganizzarsi”, parola spesso usata per non dire quello che poi succede realmente, la chiusura.
Lo studio ha infatti visto la stragrande maggioranza del suo staff andare via e abbandonare il posto di lavoro, dopo che i loro contratti annuali non sono stati rinnovati. Alcuni membri si uniranno ad ASOBI, altri hanno seguito Keiichiro Toyama, regista di Silent Hill, nel suo nuovo studio Bokeh.
Tra i motivi della chiusura dovrebbero esserci, oltre quelli prettamente economici, anche delle divergenze creative e un conseguente contrasto con l’attuale politica Sony, infatti lo studio voleva produrre giochi per il mercato giapponese, mentre i vertici dell’azienda vogliono concentrarsi su hit mondiali.
Le uscite di scena da parte di figure di spessore come Masaaki Yamagiwa, la chiusura di uno degli studi più rappresentativi aggiunto all’ennesima occasione persa di fare della buona comunicazione, chiudono una giornata non proprio indimenticabile per i fan e per Sony stessa, che continua a mostrarsi troppo superficiale nei confronti degli appassionati che ogni giorno sperano in qualcosa di meglio che 33 minuti di date e titoli largamente anticipati.
So che anche tu, come me, hai bisogno di qualcosa che sia davvero next-gen, essendo realista non mi aspettavo chissà cosa, ma uno/due titoli in sviluppo pensati solo per PlayStation 5, quasi quasi, credevo di vederli.
E invece no, anzi, Sony Japan Studio lo chiudiamo. Comincio seriamente a pensare che ce l’abbiano con me!