“Voglio insegnare a giocare alle ragazze e ai bambini, ma devo capire come portare avanti correttamente questa idea che mi ronza da un po'”. Con queste poche parole SonicFox, sul suo account Twitter, ha puntato i riflettori su un problema che non sempre viene tenuto nella giusta considerazione: ovvero la mancanza di videogiocatrici professioniste e piccoli talenti nei videogiochi competitivi di combattimento.
Il videogiocatore mascherato – è il caso di dirlo – ha dominato nei campionati del mondo di Dragon Ball FighterZ e Injustice 2 e dall’alto del podio ha lanciato la propria sfida. Le donne che prendono parte a competizioni videoludiche in realtà sono molte, ma mancano nella fascia degli sport da combattimento in cui SonicFox eccelle. Così il ragazzo ha spiegato quale sia il suo intento, ma ha anche candidamente ammesso: “però non so come farlo nella maniera più adatta”.
Infatti la scena dei videogiochi competitivi di lotta è dominata dal genere maschile. “Voglio per lo meno portare il loro gioco al livello successivo” ha concluso SonicFox. E da lì i commenti non si sono fatti attendere. C’è chi propone dei tornei divisi per genere e chi si oppone all’idea di aprire una “scorciatoia” per donne e bambini verso i podi (che spesso offrono premi di decine di migliaia di euro).
Ma ci sono state anche centinaia di videogiocatrici che hanno espresso la propria voglia di partecipare a quelli che potrebbero svolgersi come corsi, ma anche la paura nel confrontarsi con giochi che sono sempre stati visti come adatti ad un pubblico prettamente testosteronico, mentre altri giochi, anch’essi competitivi, come ad esempio Pokémon, sono fortemente permeati della presenza femminile.
Secondo me gli esport sono solo all’inizio e prenderanno sempre più piede. Da qui alla partecipazione di ragazze e giovanissimi il passo sarà breve.