Vengono quasi in mente le note di Jim Morrison, ora che siamo in fondo a PokéLEGO: questa è la fine, mio unico amico. Negli scorsi sei appuntamenti abbiamo visto ciò che è finito nell’immondizia di Game Freak, ottime feature che per un motivo o per l’altro non sono state mantenute. Ora che ci rimane da dire? Si potrebbe dire che PokéLEGO, in un certo senso, è già finito.
Invece ho preferito estendere la mia retrospettiva a un’ultima coppia di giochi: Pokémon Spada e Scudo. Nonostante il mare di controversie che li coinvolge, va detto che sebbene non siano titoli Pokémon perfetti, in qualità di videogiochi in generale sanno comunque cavarsela. Quali feature vorremmo rivedere in futuro, tra quelle introdotte nella regione di Galar? Siamo qui per scoprirlo.
Ottava generazione: le qualità buone di Galar che vorremmo rivedere in futuro (2019-in corso)
Pokémon Spada e Scudo
Le Terre Selvagge
Leviamoci di mezzo l’elefante in salotto: quella dell’open world, per quanto non valga la pena di tagliare oltre mezzo Pokédex, è stata una trovata geniale sotto ogni parametro. Un vero peccato, dunque, il fatto che l’esistenza stessa di un possibile remake di Diamante e Perla non metta “in pericolo” questa enorme mappa da esplorare e da vivere in libertà. La sola possibilità di rivedere un open world in una Sinnoh sarebbe un’implementazione combinata dell’interconnessione tipica di una mappa simile alle Terre Selvagge e i sotterranei tipici dell’Esplorokit, tenendo a mente che il Monte Corona attraversa mezza regione. Staremo a vedere.
Dynamax e Gigamax
Pur essendo un detrattore dell’abbandono di Megaevoluzioni e Mosse Z in favore del Dynamax, devo ammettere a malincuore che questa feature di gameplay ha messo a frutto ogni cosa che Game Freak ha imparato dai propri errori: l’aspetto di “iperpotenziamento” delle Megaevoluzioni è stato esteso a tutti i Pokémon, mentre il momento in cui sfruttare l’ingigantimento comportato dal Dynamax va deciso strategicamente. L’elefantiasi, infatti, dura solo tre turni.
In aggiunta a ciò, l’aspetto esclusivo di alcune Mosse Z, nonché delle già citate Megaevoluzioni porta un numero ristretto di Pokémon ad avere una forma Dynamax speciale chiamata Gigamax, che porta con sé a sua volta delle mosse Dynamax esclusive. Le forme Gigamax variano dal rimando al Pikachu “ciccione” della prima generazione a idee più astruse come la versione “albero di trenta piani” di Duraludon. Come compromessi, Dynamax e Gigamax hanno il loro perché.
Collaborazioni musicali
Qualunque cosa si dica dei giochi creati da Toby Fox, quest’ultimo a livello musicale rimane comunque un genio. L’industria videoludica è piena di menti musicali definibili solo come vulcaniche, come la ciclopica colonna sonora di Super Smash Bros. Ultimate può dimostrare. La relazione tra Toby Fox e Game Freak non può che portare, musicalmente parlando, a un futuro florido; possiamo a malapena immaginare cosa potrebbero portare nel mondo Pokémon collaborazioni con Yuzo Koshiro, Kenji Ito, Steve Copeland, Yoko Shimomura, Motoi Sakuraba, Nobuo Uematsu, Grant Kirkhope, Jun Senoue, Josh Mancell, Hirokazu Ando, Shota Kageyama, Koji Kondo…
Ogni singola evoluzione del concetto di Palestra
Parlando di cambiare un po’ la musica, Pokémon Spada e Scudo hanno di certo fatto un cambio d’aria notevole per quanto riguarda le Palestre. Seppur privando i nomi delle medaglie di qualsiasi accenno alla fantasia, per la prima volta questi “compitini” richiesti ad ogni allenatore vengono infarciti di varietà nel gameplay, per poi sfociare nella stessa epicità a cui l’anime ci ha abituati per anni. Giusto per chiudere definitivamente la parentesi musicale aperta in precedenza, gli scontri con i capipalestra sono forse al pari delle sfide al campione nelle generazioni precedenti: la musica è ritmata come raramente avvenuto prima d’ora, per poi sfociare in un coro da stadio una volta che il boss è alle corde.
Poi c’è il concetto di capipalestra esclusivi tra l’universo parallelo di Spada e il suo gemellino di Scudo, un modo intelligente di estendere il concetto di esclusività tra versioni. Segue a ruota l’arco narrativo di crescita personale del rivale Beet, che si chiude proprio nell’ambito dei capipalestra. Infine, chiudiamo il discorso con i minigiochi e i puzzle con i quali Game Freak si è sbizzarrita, ponendo degli ostacoli tra noi e il capopalestra che vanno ben oltre i puzzle piatti visti in passato. Bene così!
Evoluzioni semplificate
Chiudiamo questo lungo, lungo speciale parlando proprio dell’evoluzione, simboleggiando sia quella della serie che quella delle singole creature. In un mare di evoluzioni ai limiti dell’assurdo (Yamask di Galar…), infatti, Game Freak ha pensato bene di semplificarne alcune: ora Leafeon e Glaceon si possono ottenere con delle pietre evolutive come i primi tre. La sensazione è che il team di sviluppo avesse atteso “che nessuno ci facesse più caso” prima di eliminare i metodi evolutivi più astrusi, e ciò che vorremmo comunicare a Game Freak è proprio che queste attese non servono a nessuno. Le evoluzioni per scambio vanno benissimo, ma se in futuro dovesse capitarci di vedere un Inkay evolversi per livello non ci lamenteremmo di nulla.
Revisioni addio: il DLC, finalmente!
Come aggiunta dell’ultim’ora, abbiamo il recente annuncio di soppiantare l’obsoleto modello di business della riedizione a prezzo pieno (vista di recente con Pokémon UltraSole e Pokémon UltraLuna) in favore di una ben più pratica espansione tramite DLC. Del resto, le varie riedizioni viste in precedenza (Giallo, Cristallo, Smeraldo, Platino, Bianco 2 e Nero 2, UltraSole e Ultraluna) erano concettualmente dei DLC, venduti però fisicamente perché (ad eccezione dei due Ultra) i tempi non erano maturi.
D’altro canto, però, va anche detto che il concetto di DLC era già noto al debutto di Nintendo 3DS, e non pochi titoli ne hanno fatto utilizzo: Super Smash Bros. for Nintendo 3DS, The Legend Of Zelda: Triforce Heroes e New Super Mario Bros. 2 sono solo tre esempi. Eppure, i fan più fedeli della serie erano pronti ad accogliere un eventuale Pokémon Z – da affiancare ad X ed Y – a braccia aperte, sebbene un semplice season pass sarebbe bastato. Game Freak ci ha messo del tempo, ma alla fine con Pokémon Spada e Scudo ha saputo fare proprio il concetto di contenuti scaricabili.
Vero, si potrebbe anche dire che questa espansione ha tutta l’aria di essere qualcosa di pianificato da molto, molto tempo, o che addirittura ci sia un approccio mirato a pubblicare Spada e Scudo prima ancora di completarli. Qualunque sia la verità, va detto che qualunque cosa è meglio di dover pagare di nuovo 60 euro per avere Pokémon Armatura a giugno e Pokémon Corona in autunno. Questa è l’ultima caratteristica che vorremmo vedere implementata anche in futuro; ora dobbiamo fare una scrematura di quanto detto finora.
Tiriamo le somme, senza ingordigia…
Dopo questi due giorni pregni di riflessioni, verrebbe normale chiedersi quante di queste feature sarebbe realistico aspettarsi davvero in un futuro gioco Pokémon. Ogni caratteristica può essere considerata un capriccio, una necessità o un must: contiamo insieme questi ultimi per forgiare l’ipotetico gioco perfetto, prendendo quante meno feature possibili per evitare di essere troppo ingordi.
- 1) Il Pokédex Nazionale come eredità della prima generazione;
- 2) Lo strumento principale multifunzione (Pokégear) dalla seconda;
- 3) Il Cercasfide dalla terza generazione;
- 4) Il Parco Lotta visto nella quarta generazione (esatto, terza e quarta generazione hanno due feature in comune che sarebbe bello rivedere);
- 5) Il Pokémon World Tournament dalla quinta generazione;
- 6) L’Ipervolo dalla sesta generazione;
- 7) I Pokémon cavalcabili della “sezione Switch” della settima generazione;
- 8) Infine le Terre Selvagge appena introdotte in ottava generazione, o in alternativa un uso sapiente dei DLC.
Questa lista dei desideri si chiude qui, e con essa il nostro viaggio nelle otto regioni viste finora. Averti a bordo è stato un vero piacere; ci rivediamo alla prossima gita!